MAESTRI D’ARTE A OMEGNA

Mostra di opere scelte alla galleria “Spriano” di Omegna

Continua fino a dicembre, alla galleria “Spriano” di Omegna (Via Cattaneo 16), una mostra di opere scelte dei maestri in permanenza alla galleria. Si tratta in particolare dei lavori dei seguenti artisti: Antonio Calderara, Galliano Mazzon, Achille Perillli, Achille Pace, Vinicio Berti, Gualtiero Nativi, Ugo Nespolo, Sergio Dangelo, Bruno Chersicla, Roberto Caspani, Mauro Staccioli, Anna Valla, Krampen, Bruno Munari, Italo Antico e altri.

Silvio Spriano, titolare di questa storica galleria del Piemonte orientale, introduce la mostra con questa sua singolare ed interessante presentazione: “Quali sono le basi di partenza alle quali attingono i pittori? Anzitutto, ancora una volta, l’arte non è un processo di imitazione. Già Denis aveva asserito, nel 1890, che il quadro è prima di tutto una superficie piana ricoperta di colori accostati secondo un certo ordine. Gleizer e Metzinger riprendono questa idea ormai diffusissima ed accettata. Il quadro non imita nulla e presenta schiettamente la sua ragione di essere… il quadro porta in sé la sua ragione di essere… si accorda con l’insieme delle cose, con l’universo: è un organismo. <Se ora la pittura non è l’arte di imitare un oggetto con linee e colori, ma di dare una coscienza plastica al nostro istinto –spiegano ancora Gleizes e Metzinger- ciò avviene perché l’imitazione è attenta alla legge del tempo che è legge>. Abbiamo così a nostra disposizione alcuni dei termini principali attorno ai quali si leverà l’esperienza cubista; coscienza plastica – tempo – organismo…”

Spriano è da decenni considerato un esperto dell’arte astratta, quella informale e ancor di più di quella concreta e geometrica; è quindi evidente che la citazione conferma non solo il suo pensiero, ma tutta la sua pluridecennale attività espositiva, di cui questa ultima ennesima rassegna è ulteriore testimonianza. Obiettivo della galleria è infatti da sempre il superamento di un tradizionale e scontato figurativismo, finalizzato all’affermazione di un’arte che sia anzitutto espressione della sensibilità, della personalità dell’artista, così da dare, come appunto si è detto, una coscienza plastica al nostro istinto.

L’attuale mostra, con gli artisti espositori e le opere presenti, risponde quindi prima di tutto a questo obiettivo.

Ricordiamo tra gli altri, in particolare, per il forte legame di stima ed amicizia che li legavano a Silvio Spriano: Antonio Calderara e Galliano Mazzon.

Calderara, nato ad Abbiategrasso nel 1903 e morto a Vacciago di Ameno il 27 giugno 1978, lasciò gli studi di ingegneria per dedicarsi alla pittura, a cui si accostò, autonomamente, con esperienze figurative, fino agli anni ’50. E’ datato 1915 il primo quadro, 1923 la prima esposizione, 1959 il primo quadro di rigore geometrico, 1960 la prima esposizione dei nuovi lavori, con cui raggiunse la notorietà. Nel 1977 nasce invece la fondazione Calderara a Vacciago di Ameno, sul lago d’Orta. Ove sono raccolti, unitamente a numerose sue opere, lavori di 133 artisti contemporanei.

Calderara non si apre alle nuove esperienze astratte in modo repentino, ma consapevolmente, assimilando gli insegnamenti di Mondrian e di Albers. Quello che era un desiderio a livello interiore, dal 1960 trova sbocco attraverso l’affascinante incontro di luce e materia, liberate dalla gabbia prospettica, con la totale caduta dei piani.

Galliano Mazzon è nato invece a Camisano Vicentino il 15 luglio 1896 ed è morto a Milano il 3 luglio 1978. Egli emigrò nel 1897 a San Paolo in Brasile, con la numerosa famiglia (8 fratelli) e, dodicenne, apprese a fare il fabbro, ma contemporaneamente costruiva aquiloni e suonava il flauto in una orchestra, inoltre vendeva caramelle e quando poteva fuggiva nella natura vergine. Nel 1916 torna in Italia, dove studia quindi all’Accademia di Brera, abilitandosi all’insegnamento del disegno (1921) e conseguendo il diploma di pittura (1926). Nel 1928-1929 ottiene i primi pubblici riconoscimenti per la sua attività di pittore. Frequenta dal 1930 la galleria del Milione, centro dei pittori astrattisti italiani. Del 1932 sono i suoi primi quadri astrratti. Dopo un periodo di isolamento, nel 1945 torna a Milano, insegna e riprende a dipingere una serie di pastelli-inchiostri, dal titolo “Brasiliana”, preludenti l’informale. Nel 1948 fa parte del Movimento Arte Concreta (M.A.C.), con Soldatii, Dorfles, Munari, Di Salvatore, Monnet e partecipa a importanti esposizioni, tra cui la mostra storica (1951) del primo astrattismo in Italia, alla galleria Bompiani. Nel 1953 esce dal M.A.C., realizzando un figurativismo idealizzante, lirico e magico, che nel 1950/1960 risentirà di influssi para informali. Superato infine un momento difficile, inizia il suo terzo periodo, con un astrattismo strutturalista lirico, che continuerà fino alla morte.

                                                                              Enzo De Paoli