PIERPAOLO BISIO: PITTORE E INCISORE ALLA PROMOTRICE DI TORINO.
Il tempo dell’arte sconfina nel silenzio, nelle parvenze figurali, nelle immagini che costituiscono il nucleo della personale di Pierpaolo Bisio, allestita nella Palazzina della Promotrice delle Belle Arti in Torino, sino al mese di gennaio 2015.
Il suo discorso si muove attraverso una sorta di indagine intorno al valore della rappresentazione, del colore, del segno.
E per questo appuntamento Bisio ha selezionato una serie di incisioni, disegni e dipinti, che sottolineano gli aspetti della sua ricerca pittorica. Una ricerca che ha approfondito al Corso Libero del Nudo dell’Accademia Albertina, allievo per le Tecniche dell’incisione di Ermanno Barovero, mentre ha frequentato i corsi di Francesco Preverino e Laura Avondoglio.
In quasi vent’anni di attività, le sue opere sono state invitate alle sociali della «Promotrice», alle rassegne della Fondazione Giorgio Amendola, al XXXIV Premio Matteo Olivero di Saluzzo, dove gli è stato assegnato il 1° Premio, Sezione Grafica, per «La fine di Pinocchio». In particolare, sottolinea Bisio, il ciclo dedicato a Pinocchio è nato per «sviluppare il tema delle «mutazioni», spunti diretti dalla natura osservando alberi e tronchi del frutteto di casa…».
E nell’ambito della grafica s’incontrano rettili, uccelli, ombre fluttuanti nello spazio e un solitario ombrellone in riva al mare, immerso nella luce atmosferica. E la trama dei segni scandisce la sequenza delle impressioni di una natura reinterpretata, di una raffigurazione controllata, dove l’alternarsi dei bianchi e dei neri definisce le immagini e queste compongono un rasserenante racconto. Insieme ai fogli incisi, Bisio presenta grandi tavole dalle simboliche forme, dai vivaci colori, dalla nitida definizione di una struttura che tende all’astrattismo.
Forme armoniose, a volte ondeggianti o sospese nello spazio, che rivelano una visione e una limpida rilettura delle proprie sensazioni, che si tramutano in un accentuato cromatismo.
Nei disegni, invece, emergono figure femminili, luoghi, documenti di un cammino che, nei dipinti, si configura con i contenitori in vetro, bicchieri, teiere. Un dettato, il suo, legato a oggetti, paesaggi della memoria, un’emozione che concorre a scrivere la storia di una realtà rivisitata nel silenzio dello studio.
Angelo Mistrangelo