ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
San Giovanni Bosco dedicò gran parte della sua esistenza al canto e all’educazione musicale che praticò personalmente.La funzione educativa della musica nel sistema salesiano è quello dell’educazione mediante l’allegria rasserenante e l’affinamento del gusto. La musica trova ampi spazi in tutte le istituzioni dall’oratorio festivo, al convitto e alle scuole professionali con particolare cura alla banda musicale. Quindi, per Don Bosco la musica era intesa come una sorta di azione sociale mirata a sottrarre i ragazzi alla strada e all’ozio. Ora, la Filarmonica di Torino contribusice con una prima esecuzione assoluta al fitto calendario del bicentenario della nascita del Santo: si tratta del brano intitolato “Giovanni dei giovani”, commissionato dalla stessa Filarmonica al compositore spagnolo David del Puerto, melologo per voce recitante, cori di voci bianche e archi. Del Puerto (classe 1964) esordisce appena ventenne, imponendosi come uno dei maggiori compositori di talento della sua generazione.Insignito di prestigiosi premi, è docente di analisi alla Escuela Superior de Musica Reina Sofia di Madrid. Si tratta di un’artista fortemente critico verso se stesso che è riuscito a crearsi uno dei percorsi di carriera tra i più originali e personali del panorama attuale. La sua scrittura si avvale di influenze di varie epoche diverse, ormai talemente radicate nel proprio io, tali da costituire un pò il tratto distintivo del suo linguaggio espressivo. Il programma è completato dal primo movimento dello stupendo Ottetto in mi bemolle maggiore op. 20 di Mendelssohn.
CONSERVATORIO, piazza Bodoni
Martedì 10 febbraio, ore 21
poltrona numerata: euro 21 (intero), euro 15 (ridotto), euro 8 (nati dal 1984 e UniTre)
ARCHI ORCHESTRA FILARMONICA DI TORINO, CORI “PICCOLI CANTORI” e “GIOVANI CANTORI” DI TORINO
direttore CESARE PAVESE; voce recitante OLIVIERO CORBETTA
Musiche di del Puerto e Mendelssohn
TORINO,” LA FOLLE GIORNATA” DI FIGARO
Il Teatro Regio completa la trilogia Mozart- Da Ponte, avviata nel 2012, con “Le nozze di Figaro”, esempio compiuto di drammatuirgia musicale, nate da una conversazione di Mozart il cui soggetto entrò in conflitto con la censura imperiale di rappresentare la commedia di Beaumarchais “scritta troppo liberamente per un uditorio consumato”. Le biografie più aggiornate, invece, ritengono che l’ imperatore abbia svolto un ruolo importante: ottenendo da Da Ponte l’omissione della parte più “politica”, senza inficiare la trama nella sua sostanza, dimostrando così di essere in linea con le sue idee di monarca illuminato e di antagonista del malcostume aristocratico. Riesce davvero diffcile comprendere che un testo simile, molto critico e velenoso nei confronti della nobiltà, sia approdato alla scena senza un placet dall’alto. Palesemente i disegni dell’imperatore, che anelava al ruolo di garante di una nuova alleanza con la borghesia, vera forza dello stato sociale, ignoravano così la struttura feudale a favore di una politica dalla matrice cultuirale. E due spiriti libertini come Mozart e Da Ponrte rispondevano bene agli intenti del sovrano. “Le nozze di Figaro” , la cui prima ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 1° maggio 1786, sono il magguiore successo della carriera artistica mozartiana: trovarono subito duraturo consenso sulle scene europee. Da allora l’opera si è attestata con saldezza e imposta ovunque, neppure nel secolo XIX, che si dimostrò alquanto disattento al teatro del Salisburghese, che vide le leggendarie interpretazioni di pezzi da novanta del podio quali, Mahler, R. Strauss, Schalk, Krauss, Walter, Bohm, Krips, Furtwaengler, Busch. Karajan, Muti, Solti, Giulini, Mehta.
La coppia Mozart-Da Ponte va ben oltre il confine dell’attualità sociale, entra in una superiore dimensione, quella della commedia e umana. Domina il dramma dei sentimenti dove tutto si confonde (amore, sesso, ira, risalto di classe, gioia, malinconia) e dove tutto non viene sottoposto a giudizi morali. Massimo Mila definiì il capolavoro mozartiano “una formidabile metafora della ricerca della felicità, il grande mito dell’Illuminismo che qui s’inserisce sullo scetticimo mozartiano, in un primo capitolo di quello che è forse il più grande trattato sull’amore mai scritto”. La vera sintesi dell’opera è racchiusa nel finale quando ogni imbroglio viene smascherato, ossia nel momento in cui il Conte s’inginocchia davanti alla consorte per chiederle perdono. In tal modo Mozart consegna alla musica il senso della vanità di ogni umana speranza e , nel contempo, il miraggio della consolazione temporanea.
TEATRO REGIO, piazza Castello 215
calendario repliche febbraio: giovedì 12 (ore 20), venerdì 13 (ore 15), sabato 14 (ore 20), domenica 15 (ore 15), martedì 17, mercoled’ì 18, giovedì 19, sabato 21 (ore 20), domenica 24 (ore 15)
poltrone da euro 160 a euro 35
biglietteria tel.011.8815.241/242
ww.teatroregio.torino. it
“LE NOZZE DI FIGARO”-Interpreti e ruoli principali: Vito Priante / Dionisyus Saubis (conte Almaviva), Carmela Remigio / Erika Grimaldi (contessa Almaviva), Mirco Palazzi / Guido Loconsolo (Figaro), Ekaterina Bakanova / Grazia Doronzio (Susanna), Paola Gardina / Samantha Korbey (Cherubino). direttore d’orchestra, Yutaka Sado (NELLA FOTO); regia Elena Brabalich. Nuovo allestimento
Musica di Mozart