Martano: l’ospedale di Chieri non sarà penalizzato dai tagli della sanità
Dal nuovo, pesante ‘piano di rientro’ della sanità piemontese, l’ospedale di Chieri non dovrebbe rimetterci proprio nulla. Anzi, si creano i presupposti per fare qualche passo avanti, di qui a un anno, quando i conti della sanità regionale saranno (forse) rimessi in sicurezza. Lo pensa e lo dice il sindaco di Chieri, Claudio Martano.
“L’assessore Saitta è stato esplicito – dice – quando ci ha parlato di questo piano ‘di rientro’. La sanità piemontese è disastrata perché non ha fatto quel che altre regioni (Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana) da tempo fanno, cioè applicare veri correttivi alle modalità di spesa senza tagliare servizi. Quei 400 milioni, su un totale di spesa di 8 miliardi, che il piano prevede di risparmiare attraverso la centrale unica per gli acquisti di tutte le ASL, i magazzini centralizzati e le gare riorganizzate, permetteranno di fare nuove assunzioni in servizi critici, e quindi dare ripresa ed efficentamento ai servizi stessi. Certo, l’effetto sarà anche il compattamento di alcune strutture, ma non c’è scelta, il piano è stato imposto dal governo a pena di commissariamento e quindi è stato fatto in fretta, a colpi di ‘qui si taglia’. In realtà, nulla è stato ancora tagliato, e tutto dipende da come andranno le cose in questo primo anno. In caso di buoni risultati, ci sarà più libertà per valutare con calma. Vorrei però dire che Chieri non solo non è stata penalizzata, ma ha avuto addirittura qualcosa in più: si ritrova praticamente con un D.E.A. che non ha mai avuto, al pari di Moncalieri. E si parla di una cardiologia che, fino a ieri, era tutta spostata su Moncalieri. Quest’ultimo ospedale, in effetti, appare penalizzato su emodinamica e terapia intensiva, così come Carmagnola sulle lungodegenze. Chieri, alla peggio, potrebbe perdere la struttura complessa di radiologia, ma non sarà domani…”
Quel che interessa di più è semmai il discorso di prospettiva. Dice Martano: “Saitta è stato chiaro, dei tre ospedali di Chieri, Moncalieri e Carmagnola, in futuro, se ne dovrà fare uno solo, nuovo.
Bisogna pensare in questi tre anni ai terreni, ai progetti e ai finanziamenti. Dovrà sorgere in un posto ben raggiungibile col trasporto pubblico e abbastanza vicino ai tre ospedali attuali. Scartata l’ipotesi che il sito sia oltre Moncalieri, resta in piedi l’idea di Santena, non necessariamente nel posto che era stato pensato in passato.”