La ‘tecnica dell’investigazione’ in un libro di Carillo
Biagio Fabrizio Carillo è uno dei maggiori esperti italiani sui temi delle tecniche dell’investigazione criminologica sui quali argomenti ha pubblicato molti libri tradotti in varie lingue e anche molti articoli scientifici. Già comandante della Compagnia Carabinieri di Chieri dove risiede con la famiglia si interessa da molti anni di studi sulle tecniche investigative e di criminologia investigativa collaborando con diversi atenei universitari dove svolge a contratto corsi e seminari su questi argomenti. E’ anche responsabile della sezione di scienze investigative dell’Accademia italiana di scienze forensi cui presidente è Luciano Garofano e il vice il medico legale torinese Roberto Testi. Ha prestato servizio per molti anni all’Istituto superiore di Tecniche investigative dell’Arma dove si è occupato di profili criminali tecniche di interrogatorio , prove scientifiche e prove dichiarative temi sui quali ha pubblicato di recente questo libro intitolato appunto Tecnica dell’investigazione. Il lavoro ha avuto come costante riferimento sia la sua esperienza professionale di natura operativa che quella formativa in ragione dell’incarico ricoperto di addetto all’ufficio addestramento dell’Istituto Superiore di Tecniche Investigative dell’Arma dei Carabinieri, di docente a contratto di “Metodi, tecniche e tecnologie dell’analisi criminale e dell’indagine investigativa“ presso il Master di II livello in “Criminologia e diritto penale” organizzato dall’Università Federico II di Napoli, presso la “Scuola di specializzazione delle professioni legali” di Torino, in diversi Master e Seminari Universitari che svolge oramai da diversi anni. Alla luce della grande pressione mediatica su questi argomenti (dove spesso non esiste un informazione seria) ha fatto analiticamente punto di riflessione preciso e soprattutto improntato alla rigorosa realtà dei fatti serio sullo stato dell’arte. Ha definito bene “ la corretta ricostruzione del fatto reato partendo dall’ analisi scientifica della scena criminis per giungere al profilo criminologico del reo. Infatti la ricostruzione corretta di una “scena” si deve caratterizzare come un’attività di tipo diretto quando è svolta sul luogo attraverso le riprese fotografie ( che servono per cristallizzare la fase di sopralluogo) ma anche come una attività di tipo indiretto ossia organizzata e inserita in un processo di analisi mentale rivolto a ricercare le componenti emotive e le testimonianze particolari della scena del crimine.