PIEMONTE ARTE: PROMOTRICE, SCIAVOLINO, AGOSTI. GALLINO
TORINO, PROMOTRICE: 173° ESPOSIZIONE ARTI FIGURATIVE
Giovedì 12 marzo 2015, alle 18, s’inaugura alla Palazzina Liberty della Società Promotrice delle Belle Arti, in viale Balsamo Crivelli 11, la “173° Esposizione Arti Figurative”.
Nell’anno dell’Esposizione Universale Milano 2015, il Consiglio Direttivo della “Promotrice”, presieduto da Giovanni Prelle Forneris, ha promosso la mostra “sociale” che s’inserisce nell’ampio panorama degli eventi torinesi. In questo percorso, si individuano gli aspetti delle esperienze che appartengono alla cultura visiva tra Ottocento e Novecento, a una dimensione espressiva che ha trovato nei locali della “Promotrice” un punto di riferimento dal 1842 fino al nuovo Millennio. In tale dimensione si colloca, quindi, l’attuale rassegna che propone le opere di 365 artisti selezionate dalla Commissione Artistica, mentre il catalogo e l’allestimento sono a cura di Orietta Lorenzini.
L’itinerario espositivo si snoda lungo le sale della Palazzina Liberty al Valentino secondo una visione d’insieme che unisce pittori, scultori, grafici in una sorta di racconto attraverso paesaggi, ritratti, figure, composizioni floreali, pagine astratte e surreali, nudini e delicati fogli d’acquarello, incisioni e disegni. “La mostra presenta – scrive Angelo Mistrangelo in catalogo – un ampio “corpus” di lavori che ricordano gli artisti scomparsi, come il particolare e inquieto segno di Enrico Colombotto Rosso e di Leonor Fini, l’intenso “Autoritratto n.2” di Ruggeri e il cromatismo della tela “Un mattino al mare” di Cherchi, i “cieli” di Carena e il rame “Spadaccino di gallo” di Molinari. E insieme a “Il diario di Darwin” di Soffiantino si nota la tempera “Testa d’uomo” di Spazzapan e l’acquarello “Nudo in posa” dell’espressionista Corbelli, la “Dispensa” di Tabusso e la musicale tecnica mista “Les Regions inconnues” di Davide Peiretti, che si lega alle spaziali atmosfere del ciclo “Fuochi di gioia” di Nini Maccagno. E accanto affascinano le sculture, da “Sviluppo di forme n.1” ad “Archetipo”, eseguite da Mastroianni, che sono documento e testimonianza di una vibrante e prorompente ricerca di materiali, forme, immagini. Immagini che fanno parte della narrazione di “Riviera Ligure” di Paulucci e delle rappresentazioni di Michele Baretta e Giuliano Emprin, dell’intensa spiritualità di Carlo Sismonda e del “contadino” un disegno dell’astigiano Manzone. Dopo un lungo periodo, ritornano alla “Promotrice” le delicate vedute del saluzzese Giuseppe Cavallera. E poi si possono vedere i robusti paesaggi di Franco Martinengo, le metafisiche atmosfere di Sergio Albano e Roberto Bertola, il pacato e misurato naturalismo di Pippo Bercetti, Piero Solavaggione, Mario Albano,Nicola Arduino, Cesare Tubino, Carlo Loro, Maria Antonietta Prelle, Loro, Giuseppina Colonna Gamero e Mario Gamero.
Dal grande tronco di Germana Albertone si approda a Vincenzo Albano, alle donne di Stefano Cambursano e alle forme nello spazio di Serafino Delaurenti, ad Angiola Melis e Bruno Fisanotti, alla suggestiva “tavola” di Francesca Graziani Giovannini e alla neo-figurazione di Alfredo Levo. E, infine, il colore di Emilio Scarsi si stempera nell’armoniosa figura femminile di Almerico Tomaselli, nella sperimentazione di Giacinta Villa e nelle preziose incisioni di Vespignani, Giacinto Vittone e Mario Giovannini. E questo itinerario costituisce uno spaccato della “sociale”, che si sviluppa in modo da delineare, tra artisti storici e più recenti elaborazioni, alcuni momenti del cammino dell’arte figurativa”.
173° ESPOSIZIONE ARTI FIGURATIVE 2015
La mostra è aperta dal 13 marzo al 12 aprile 2015
Sede: Palazzina Liberty, viale Balsamo Crivelli 11.
Orario di visita: martedì-sabato 11-13/16,30-20, festivi 10,30-12,30.
Info: tel.011 6692545
RIVOLI, ANTOLOGICA DI ENZO SCIAVOLINO
27 marzo – 7 giugno 2015, Casa del Conte Verde, Via Fratelli Piol, 8 – Rivoli. Orario mostra: dal martedì al venerdì ore 16-19 • sabato e domenica ore 10-13 e 16-19. “Il segno, la storia, il mito” –
Rassegna Antologica dell’opera incisa dal 1963 al 2014 di Enzo Sciavolino, a cura di Angelo Mistrangelo.
La mostra alla Casa del Conte Verde è in assoluto la prima esposizione in Italia di tutta l’opera incisa di Enzo Sciavolino. Dopo le rassegne degli anni Ottanta organizzate negli Istituti Italiani di Cultura in Olanda, Polonia, Romania, Francia, questo appuntamento rivolese è sicuramente una testimonianza della sua ricerca come punto di convergenza tra arte, cultura e società.
“Il segno scandisce il tempo della storia, dei miti, delle emozioni, che presiedono alla formulazione e alla definizione del discorso di Enzo Sciavolino tra scultura e grafica, segno e immagine, tensione espressiva e intuizione”, come sottolinea Angelo Mistrangelo nel testo pubblicato nel volume a cura di Nicola Micieli ‘Enzo Sciavolino. Opera incisa 1963-2014’, Centro Toscano Edizioni, Santa Croce sull’Arno, 2015. Accanto alla determinante funzione culturale e sociale della sua scultura, si è sviluppata da sempre la stagione dell’incisione, tra lastre (oltre duecento) e morsure, in una sorta di percorso caratterizzato da cinquant’anni di studi e da una sperimentazione che va oltre all’evidenza della rappresentazione per comunicare i momenti di un’interiorità analizzata, interpretata, rivelata. L’uomo, la società, l’impegno civile sono gli aspetti di una ricerca in cui la pulsante energia del linguaggio travalica la realtà per comunicare la sofferenza, l’amore, l’esistenza e l’esistere, sino a raggiungere un dettato mai ripetitivo, ma sempre reso con abilità e intensità e con quella musicalità che può trovare riscontro nei versi di Cesare Pavese: « … c’era il giovane dio / che viveva per tutti e ignorava la morte. / Su di lui la tristezza era un’ombra di nube. / Il suo passo stupiva la terra. … » (Da Mito)
Vi è nei suoi fogli l’essenza di un’intera vita, di personali soluzioni tecnico-espressive, di un continuo e inesausto cammino attraverso le angosce e le sottili cadenze di un universo di emozioni che non finisce mai di stupire e stupirci. Un universo di segni, di linee, di interazioni tra l’artista e il proprio tempo, che ha fatto dire a Nicola Micieli, attento e profondo conoscitore della sua esperienza: « … ha inciso senza soluzione di continuità in ogni fase della sua vita d’artista [creando] un apporto iconografico e un ulteriore veicolo d’accesso al mondo poetico e alle tematiche della scultura … ». Nota ancora Micieli: « … Se la scultura, dunque, è la trasposizione concreta di un sogno, l’incisione è l’eco di un sogno, la sua decantata metafora visiva … ».
Incisione come documento del vissuto, storia, adesione agli eventi e scontro ideologico, denuncia e notazione a margine.
Sciavolino non ha mai perso di vista il proprio indiscutibile profilo umano e sociale; con il valore rabdomantico della linea ha ripercorso i luoghi e i miti della natia Sicilia, dove la memoria appare l’indiscutibile riferimento per ritrovare volti, gesti, coinvolgimenti, sensazioni, incanti di una terra che, a tratti, si ricollega alla simbolica e nitida luminosità dei versi di Pablo Neruda: « … Farfalla bruna dolce e definitiva / come il campo di grano e il sole, il papavero e l’acqua.» (Da Venti poesie d’amore e una canzone disperata)
La poetica di Sciavolino si dipana nel tempo e dal tempo trae linfa vitale e conoscenza e quelle indicazioni che, dagli anni Sessanta ad oggi, consentono di entrare in profondità nei temi e nei soggetti del suo fare e del suo divulgare il mistero e la magia dell’arte.
La condizione umana, l’impegno civile, l’assunto politico, sono altrettanti capitoli della sua storia che le incisioni raccontano con la grande sapienza dell’immagine e del sogno, con il recupero dell’uomo al di fuori del consumismo più accentuato.”
TORINO, MUTABILIS: LE “ARMONIE SILENZIOSE” DI SERGIO AGOSTI
Sergio AGOSTI, 44 – armonie silenziose. Tecnica mista. Durata della mostra: 3-27 marzo 2015
Mutabilis, via dei Mille 25/c Torino. info@mutabilislab.com www.mutabilislab.com
Orari di apertura: da martedì a venerdì 15.30-19.30
sabato 10.30-13.00/15.30-19.30
chiuso domenica e lunedì
Mutabilis ospita dal 6 al 27 marzo Sergio Agosti. 44 anni dopo la galleria il Pilastro di Milano, le opere della mostra che segna un punto importante per la ricerca dell’artista saranno esposte a Torino. Presentazione per la personale alla galleria “Il Pilastro”, Milano, 1971
di Aldo Passoni. “… per delicate macchie affioranti o per colorate tessere di mosaico …
“Vi sono pittori che hanno fatto del loro iter informale il pretesto per affermare, attraverso un gesto,
la validità di un messaggio, di una presenza esistenziale in un mondo che ormai sfuggiva al
dominio, sia pure mentale, dell’uomo erede di una civiltà formale che va dal rinascimento al
Altri, attraverso l’esperienza informale, hanno affinato, in maggiore libertà di espressione,
un’analisi di linguaggio e di materia, pur nella continuazione di un lavoro artigianale di sempre,
almeno nell’ambito di una cultura europea fortemente radicata e ben lungi dallo scomparire.
Sergio Agosti è senz’ombra di dubbio uno di questi. Infatti il suo processo evolutivo è passato da
un espressionismo naturalista ad una astrattizzazione dell’oggetto condotta con varie tecniche, fra
cui quella dell’encausto, che ne enucleassero le possibilità di resa nella luce e, in seguito, le
possibilità di consistenza per la materia. Un procedimento logico e consequenziale, più proprio
dell’ambito della cultura artistica olandese, che non di quella nostrana, da pittori astratti come
Bram Van Velde a pittori figurativi come Svagemakers, a cui Agosti sembra essere portato tanto
dalla sua inclinazione pacata al metodo e all’esattezza, quanto dalle sue immaginifiche evocazioni.
Si operava in seguito una spoliazione dell’oggetto sì da denunciarne le strutture più organiche ed
essenziali, per farvi seguire un arricchimento mediante l’apporto di costituenti materici quali il
collage, la sabbiatura, la carta giapponese.
Attualmente i suoi paesaggi e le nature morte, già essenziali ma annegati in una luce esterna,
sono diventati essi stessi elementi costituenti di uno spazio-luce senza fine. I pretesti pittorici
iniziali sono presenti solo più per delicate macchie affioranti o per colorate tessere di mosaico, che
formano un nucleo cromatico su piani monocolori opachi o materici, risolti in altezza o in
larghezza, o anche su piani risolti in profondità per la presenza di filamenti dalle innumeri
possibilità opaline o iridescenti.
Non saprei dire dove approderà questa ricerca attuale di Agosti, forse in uno spazialismo, sia esso
più dilatato o più rappreso o dai colori più tenui o più accesi. Posso dire che questa mostra segna
un punto importante non soltanto per la sua ricerca, ma per chiunque sappia percepire l’incidenza
sottile di queste sue armonie silenziose”.
MOSTRA VIRTUALE DI THEO GALLINO
Siete invitati dal giorno 8 Marzo 2015 sul sito www.oltrearte.com oppure al seguente link : http://www.oltrearte.com/categoria.aspx?idC=154 alla Mostra Virtuale dell’artista Theo Gallino .
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