PIEMONTE ARTE: BALLA, APOCALISSE, VITALE, MANTOVANI, MARPICATI…

FILATOIO DI CARAGLIO, GIACOMO BALLA E LA MODA FUTURISTA

Caraglio logo ballaFino a Domenica 7 Giugno 2015 il Filatoio Rosso di Caraglio (Via Matteotti, 40 Caraglio CN) ospita la mostra Moda Futurista: tempere e disegni di Giacomo Balla curata da Andreina d’Agliano e Carla Cerutti con Guido Donati per la Fondazione Filatoio Rosso di Caraglio.

“Una mostra affascinante, perfetta per portare l’attenzione del pubblico sullo stretto rapporto fra Moda e Arte, specie ai tempi del Futurismo” sottolinea Aurelio Blesio, Presidente della Fondazione Filatoio Rosso “Uno dei compiti  istituzionali del nostro Museo della Seta sta proprio nel valorizzarne i linguaggi espressivi”. In mostra una quarantina di bozzetti originali provenienti da Casa Balla, realizzati dal pittore tra il 1914 e il 1929. In perfetta linea con il manifesto del 1915 per la Ricostruzione futurista dell’Universo, i bozzetti sono esemplificativi della ricerca futurista sull’applicazione dell’arte alla vita quotidiana. L’allestimento a cura di Gian Carlo Tranzatto (U-LAYER) prevede l’utilizzo di strutture in metallo e plexiglass disegnate per consentire la lettura recto e verso delle opere. Pensate per foulard ma anche per piastrelle o altri oggetti quadrangolari, sono di particolare rilevanza -tra i 40 progetti esposti- le 28 tempere su carta (23×34 cm) realizzate fra il 1925 e il 1929.  L’esposizione è realizzata con il contributo di Banca di Caraglio, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Compagnia di San Paolo e la sponsorizzazione di AON S.p.A Insurance & Reinsurance  Brokers.

 

Moda Futurista: tempere e disegni di Giacomo Balla 2 Aprile – 7 Giugno 2015

Filatoio Rosso – Via Matteotti, 40, Caraglio CN

Orari: fino al 10 Maggio Sabato 14.30–19, Domenica e festivi 10-19 (aperta anche Venerdì 3 Aprile 14.30-19); dal 14 Maggio al 7 Giugno: Giovedì–Venerdì–Sabato 14.30-19, Domenica e festivi 10-19. Ingressi: museo+mostra (cumulativo) intero € 8, ridotto € 5; solo museo intero € 6, ridotto € 4; solo mostra intero € 4, ridotto € 2

INFO: Fondazione Filatoio Rosso, tel. 0171 610258; info@fondazionefilatoio.it; www.filatoiocaraglio.it

 

 

TORINO, SETTE ARTISTI PER L’APOCALISSE

Giovedì 9 aprile 2015, presso le sale del Collegio San Giuseppe di via San Francesco da Paola 23, alle ore 17.30  si inaugurerà, con una conferenza di presentazione, la mostra “Scrivi dunque le cose che hai visto (Ap. 1, 11) – Sette artisti per l’Apocalisse” – Le tavole e un inedito di Ottavio Mazzonis  sul testo sacro e opere di Bertello, Caffaro Rore, Igne, W.A.Kossuth, Ravera Oneto, Sassi curata  da Alfredo Centra, direttore del Collegio, Francesco De Caria, Donatella Taverna.

La mostra resterà in atto sino al 9 maggio con orario  Lunedì-Venerdì 10,30-12,30;  16-18.30. L’ ingresso è libero. L’esposizione  è corredata da un quaderno catalogo in cui è pubblicato uno scritto inedito di Simonetta Satragni Petruzzi.

La mostra nasce dall’esperienza delle esposizioni allestite al san Giuseppe per un quinquennio e dalla risposta varia che artisti di fama e di serissima formazione e cultura hanno dato a temi impegnativi per l’alto contenuto culturale e intellettuale, anche in riferimento a tradizioni secolari quando non millenarie.  Se di Ottavio Mazzonis soprattutto, ma anche di Mario Caffaro Rore e di pochi altri in particolare di una generazione risalente al primo quarto del Novecento,  comparivano in quelle mostre opere di grande effetto, che si rifacevano alla tradizione classica trasmessa dal Rinascimento e dal Manierismo, che attraverso il Barocco è giunta sino alle Accademie e ai grandi maestri  dell’Ottocento e del primo Novecento,  di autori più recenti i dipinti e le stampe da incisione anche di ottima qualità, apparivano significativamente ispirate ad una sfera piuttosto immanentistica, in consonanza con la progressiva laicizzazione della cultura e con una marginalizzazione o banalizzazione della dimensione religiosa.  Anche in questa occasione il pubblico potrà rilevare un atteggiamento analogo.

La mostra è stata costruita a partire dalla grande opera progettata da Ottavio Mazzonis di Pralafera   sul tema dell’Apocalisse; pochissimi autori attuali si sono accostati a questo tema, che invece fu molto amato in passato e che – per quanto riguarda in particolare la realtà piemontese – fu variamente declinato a partire da Jean Bapteur e Peronnet Lamy del XV secolo che istoriarono rispettivamente le scene e i bordi decorativi  di un preziosissimo codice , l’ Apocalisse dell’Escorial, commissionato da Amedeo VIII di Savoia, volto ad una espressione  artistica gotica e francofona, mentre altrove si sviluppava il Rinascimento che guardava alla classicità romana.

Nella mostra accanto al Mazzonis che alla grande tradizione artistica italiana si è rifatto, giungendo ad esiti altissimi e del tutto originali, sono presentate opere di altri sei artisti, due scultori e quattro pittori, di indiscussa grandezza, che tuttavia hanno toccato il tema solo occasionalmente o in modo metaforico, come è, fra gli altri, ne La fine del mondo di Guido Bertello.

Si è curato che vi fosse una lettura profonda del tutto consona al testo, del quale fosse possibile riscontrare una interpretazione teologicamente corretta a tutti gli effetti.

Gli autoritratti degli Autori esposti accanto alle opere non hanno tanto il senso di una più completa documentazione, quanto di dare la possibilità di cogliere la personalità anche nell’aspetto, nello sguardo, nella considerazione di sé degli artisti, la cui stessa esistenza è  stata – se letta con qualche profondità – un progressivo disvelamento  della realtà del Mondo.  A questo fine  si sono impostate anche le necessariamente brevi note biografiche sugli artisti e di commento alle opere.

La collocazione dei lavori è  entro certi limiti indicata dalla struttura stessa delle sale, tuttavia, come non mai, si è cercato – come scrive Malraux – di faire entendre les silences entre les oeuvres, di dar il respiro   necessario ad opere di particolare intensità e significato.

Le schede pubblicate a catalogo sono corredate da un racconto inedito sull’argomento di Simonetta Satragni Petruzzi, quasi una fiaba, densa di speranza, della volontà di vedere nel male non un qualcosa di connaturato al Mondo, ma un qualcosa di estraneo ad esso, alla sua essenza.  Quasi una speranza che abbiamo voluto suggellasse questo “disvelamento” per immagini che pensiamo possa  riguardare, appunto, l’esistenza di ognuno, se vissuta con la giusta coscienza e non sperperata in una continua e disperata evasione da se stessi.                                                                                                                                                                 Francesco De Caria

 

 

UN ARTISTA DI TORINO IN TRASFERTA A CALTANISSETTA: SALVATORE VITALE ESPONE LA «VIA CRUCIS» A PALAZZO MONCADA.

Via CrucisSalvatore Vitale nato a Caltanissetta, ma che dal 1954 vive e lavora a Torino dove ha tenuto la cattedra di pittura al Liceo Artistico Statale «R.Cottini», è stato invitato ad esporre a Palazzo Moncada, nella sua città di origine, una «Via Crucis».

Organizzata dal Rotary Club di Caltanissetta, presieduto da Giuseppe Giannone, la mostra offre nel pediodo di Pasqua una intensa interpretazione della passione di Cristo accompagnata da un significativo scritto del prof. don Alberto Piola, Direttore dell’Istituto di Teologia di Torino. Per l’occasione, Vitale ha donato l’opera pittorica «Binario morto o Eravamo tanti Bambini».

L’incontro con la «Via Crucis» di Salvatore Vitale costituisce un’occasione – scrive Angelo Mistrangelo – per cogliere il senso di una particolare e simbolica interpretazione legata alla sua «capacità creativa», a una scrittura per immagini che, nata negli anni Settanta, stabilisce una connessione tra la vita di Gesù e la stagione contrassegnata dalla passione, morte e resurrezione.

In Vitale vi è la volontà di trasmettere, attraverso una forte  tensione espressiva, la profondità di «un dire» che scaturisce dalla dimensione di una spiritualità rivelata, dalla capacità di affidare alla rappresentazione il clima di una narrazione che caratterizza il cammino dell’umanità sino alla dolorosa, sofferta, penitenziale «Via Crucis» di Giovanni Paolo II.

Un itinerario caratterizzato da segni, colori e raffigurazioni di pittori, scultori, grafici, che hanno reinterpretato il drammatico percorso di Cristo sino alla crocifissione sul Golgota.

E in questa angolazione, si possono avvertire come un segnale le parole di «Conversazione con la morte» di Giovanni Testori: «Ecco:/ adesso i gesti sono tutti compiuti./ Non mi resta altro che questo:/ inginocchiarmi così, davanti a voi;/ inginocchiarmi e chiedervi pietà/ e perdono…».

Una «Via dolorosa», quindi, un alternarsi di episodi, di tappe, di stazioni che nelle «tavole» di Vitale si apre con l’Annunciazione alla Beata Vergine Maria, per poi ricordare, in sintesi, la predicazione, gli apostoli, la sentenza di Pilato, la flagellazione, la caduta sotto il peso della croce, la Veronica che asciuga il volto con un panno su cui rimane impresso il volto del Salvatore. E ancora l’incontro con le pie donne, Gesù spogliato dalle vesti e inchiodato alla croce, la morte e la deposizione e il viso trasfigurato dal dolore.

Il percorso è scandito dal pulsante e prorompente impulso di raccontare una propria e interiorizzata «Via Crucis», segnata da una visione che affida alle cadenze di un vibrante cromatismo il pathos della storia e della devozione, l’energia di una figurazione in cui le parvenze umane sono incastonate nel tessuto della materia. L’essenzialità della descrizione racchiude la corona di spine, le sciabolate di colore, la grande e incombente croce evocata ed evocativa, ripetuta e immersa in un’atmosfera pumblea che un grande sole squarcia indicando la possibile rinascita dell’umanità.

La pittura diviene, perciò, meditazione, reinvenzione, rivelazione del pensiero dell’artista che non vuole essere provocazione, ma una «lettura» dei Vangeli che travalica la sequenza delle stazioni per parlare del cammino di Gesù attraverso il tempo e la fede.

E con la fede l’immagine incorporea, indefinita, immateriale di Cristo che è luce e nella luce il suo volto alto nel cielo, assoluto artefice della vita, coinvolgente come un canto o una preghiera accompagnata dalla musica dello «Stabat Mater Dolorosa» e dai versi di David Maria Turoldo: «E nel silenzio ancora il Verbo/ cui fa eco un vento/ leggero leggero».

 

 

MONCALIERI, “VISIONI DALL’ITALIA” TORNA DALLA RUSSIA E DAL 9 AL 18 APRILE PRESENTA I SUOI SUCCESSI

 

italiaDopo quasi un anno e mezzo di mostre e resoconti entusiastici, si è concluso il

tour espositivo di “Visioni dall’Italia – espressioni artistiche contemporanee” e sono

rientrate in patria le opere degli artisti italiani che tanto hanno appassionato i russi. Ora è la

volta dell’appuntamento conclusivo dello scambio culturale promosso dall’associazione

culturale Qualitaly in collaborazione con la Città di Moncalieri, nell’ambito del suo piano di

promozione e valorizzazione internazionale della cultura e dell’arte locale.

Nelle sale espositive della Biblioteca Civica “Arduino” in via Cavour 31 a Moncalieri, dal 9

al 18 aprile 2015 sarà possibile ammirare le opere che hanno riscontrato così tanta

ammirazione dai russi e ripercorre l’intero tour espositivo, tra le annotazioni dei critici, le

segnalazioni televisive e dei media, da Ufa a San Pietroburgo, tra la fine del 2013 e i primi mesi

del 2015.

“Il passo conclusivo del primo scambio culturale con la Russia può ora dirsi completato –

commenta il presidente di Qualitaly Massimiliano Panero – e con il rientro delle Opere in Italia

nei prossimi mesi potremo dare il via ai passi successivi di questa importante collaborazione.

Oltre ai numerosi riscontri positivi, segnalati dalla ricchissima rassegna stampa, ci soddisfa

ricordare le visite e gli apprezzamenti espressi da alcuni tra i più importanti personaggi delle

Istituzioni e della cultura della federazione Russa, quali Zurab Tsereteli, presidente

dell’Accademia Russa delle Arti, il Presidente della Repubblica del Bashkortostan Rustem

Khamitov e il Ministro della Cultura russa Vladimir Medinsky. Grazie alla collaborazione con

l’Unione creativa degli artisti russi abbiamo potuto e saputo condurre le “espressioni

artistiche contemporanee” ai massimi livelli di tutta la Federazione. Non possiamo che ritenerci

pienamente soddisfatti!”.

La rassegna conclusiva e celebrativa di Moncalieri sarà inaugurata giovedì 9 aprile,

alle ore 17:30 alla Biblioteca Arduino con la partecipazione dei critici Silvana Nota e Giorgio

Barberis che la hanno curata e l’intervento del Sindaco di Moncalieri dott.ssa Roberta Meo e

dell’Assessore alla Cultura Francesco Maltese, che ha aggiunto: “Attraverso il dialogo con gli

artisti e in un ampio gioco di squadra con il mondo della cultura, in collaborazione con

Qualitaly, abbiamo dato vita ad una rete che non può che definirsi proficua per tutti, sia per la

valorizzazione della creatività degli artisti locali sia per offrire nuovo spunto e nuove forme di

coinvolgimento per la Città. Il ponte di dialogo con la Russia è stato avviato, moltiplicando le

occasioni di conoscenza ed amicizia, presupposti indispensabili per intrecciare nuovi scambi

culturali ed economici tra le nostre realtà. Alla volontà e alla determinazione di tutti i potenziali

attori saper trarre ora il massimo profitto”.

Orario della mostra: il lunedì dalle 14:00 alle 19:00; il martedì, mercoledì e giovedì dalle 09:

alle 19:00; il venerdì dalle 09:00 alle 12:00 e dalle 14: 00 alle 19:00; il sabato dalle 09:00 alle 13.

Ingresso gratuito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TORINO, LE “EMOZIONI DI LUCE” DI CHIARA MANTOVANI

Emozioni MantovaniLABORATORIO CONTEMPORANEO – Presidente Rosanna GRECO – Via Boves 5 – Torino

Tel. 011 3727570 – 389 2186591 – e-mail: aio4745@gmail.com

Aperto: martedì / sabato ore 17 – 20, chiuso lunedì e festivi

CHIARA MANTOVANI, “Emozioni di luce” – INAUGURAZIONE: giovedì 9 aprile ore 18

La mostra è aperta dal 9 al 22 aprile 2015

Chiara Mantovani è una pittrice milanese, già docente e poi dirigente al Liceo Artistico di Brera e allʼIstituto dʼArte di Monza, da sempre attenta alle caratteristiche specifiche di autonomia del paesaggio nei suoi elementi di spazio, colore e luce. La luce per Mantovani è una luce “liquida” come solo lʼacquerello può restituire, con straordinari effetti di trasparenza grazie alle velature.

La presenza umana è a volte sottesa: una barca solitaria dondola sullʼacqua, un traliccio si staglia contro un cielo luminoso, i panni stesi al sole in un cortile e accanto due seggiole vuote, un mulino a vento, una chiesa in lontananza.. In alcuni lavori il gioco delle luci e delle ombre rimanda alla

tecnica degli impressionisti. Ma è il silenzio protagonista della scena, quasi un invito alla quiete, alla serenità. Lʼartista interpreta una natura armoniosa secondo schemi compositivi e prospettici di tradizione classica, privilegiando le vedute in cui lʼacqua nel suo scorrere lento riflette le fronde degli alberi, il passaggio delle nuvole, è un tuttʼuno con il cielo e il suo mutevole apparire.

Unʼatmosfera sognante, a volte malinconica.

 

MORTI GLI ARTISTI HIROAKI ASAHARA E ALDO DEZZA

HiroakiDopo un’intera esistenza trascorsa in Italia, dove si era trasferito nel 1965, è morto l’artista giapponese Hiroaki Asahara nato a Tokio nel 1944.

Diplomato in scultura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, allievo di Sandro Cherchi, ha svolto un’attività di designer grafico, mentre ha realizzato liriche e sospese opere luminose con la carta giapponese WASHI. Di questa particolare tecnica era anche insegnante ai corsi tenuti presso la Ki-Gallery di Fulvio Colangelo.

Presente alle rassegne d’arte contemporanea «Artissima» e «The Others», ha lungamente lavorato nella nostra città portando avanti una ricerca caratterizzata dalla sua decennale formazione sotto la guida del maestro giapponese Ta-tuya Nakamoto.

Vi è, quindi, nella sua opera un determinante rapporto tra sperimentazione e tradizione, materiali e intuizione.

E nello stesso periodo è anche scomparso lo scultore e pittore Aldo Dezza, nato a Torino nel 1937, che si ricorda per un linguaggio intensamente espressivo. Le cartelle di grafica, in cui il segno fissa le immagini e il paesaggio, la strenua energia delle sculture, che in certi casi hanno precisi riferimenti con la lezione di Mastroianni, contraddistinguono un impegno mai venuto meno nel tempo.

Vi è nell’esperienza di Dezza una forte valenza narrativa, dove la rappresentazione travalica la realtà per comunicare il sogno evocativo dell’artista, per trasmettere la sua visione della cultura visiva, praticata in 50 anni di assiduo impegno nello studio di Gassino Torinese.

Sue sculture si potevano vedere al Castello di Colcavagno.

Angelo Mistrangelo

TORINO, MUSEO MIIT: LA COSTRUZIONE DELLA GRANDEZZA UMANA: IROS MARPICATI

Miip MarticatiIl Museo MIIT di Torino, la rivista internazionale Italia Arte, la Galleria Folco presentano la mostra: “Iros Marpicati: la costruzione della grandezza umana”, dedicata a uno degli artisti contemporanei più interessanti e visionari  del panorama internazionale. La mostra sarà corredata dal catalogo edito dal Museo MIIT, con testi critici di Guido Folco, Direttore del Museo MIIT, Luca Beatrice e Claudio Strinati.

In mostra, una trentina di opere realizzate dagli anni Duemila ad oggi dall’artista di Brescia.

 

 “Iros Marpicati: la costruzione della grandezza umana”, Museo MIIT – Torino.  Dall’11 aprile al 9 maggio 2015. Vernissage: sabato 11 aprile 2015 dalle ore 18.

ORARI MUSEO da martedì a sabato dalle 15:30 alle 19:30; su appuntamento domenica, lunedì e festivi per visite guidate, gruppi, scolaresche.

MUSEO MIIT

CORSO CAIROLI 4 TORINO

TEL. 011.8129776 – WWW.MUSEOMIIT.IT – INFO@MUSEOMIIT.IT

INGRESSO LIBERO