Chieri, ex De Tommasi da riqualificare, Martano: è il primo pezzo di un grande percorso protetto
Il progetto per riqualificare l’area ex De Tommasi, tra Viale Fasano e il ponte del Nuovo, è (o potrebbe essere) il primo passo per ridisegnare il centro dal punto di vista dei pedoni e dei ciclisti. E anche il primo pezzo di un vecchio progetto che la Giunta Gay, nei primi anni del nuovo millennio, aveva abbozzato. Il sindaco Claudio Martano parla del presente (il progetto appena cofinanziato dalla Regione, di cui abbiamo dato notizia nei giorni scorsi) ma anche del passato e del futuro. “Quando la De Tommasi progettò di rilocalizzarsi – dice Martano – Gay aveva pensato ad un percorso ciclopedonale e verde più ampio, che aveva il suo nucleo centrale in quella zona, ma che arrivava da una parte sino al bastione della Mina e dall’altra ben oltre l’area Caselli e l’Annunziata, lungo viale Cibrario.
Poi ci fu il cambio di amministrazione e tutto si fermò. Adesso ripartiamo: il percorso protetto che abbiamo progettato realizza una prima parte del vecchio progetto. Oltre agli aspetti naturalistici e ambientali, consente anche finalmente di valorizzare quel tratto, l’unico originale rimasto, delle antiche mura di Chieri, e dunque ha pure un importante valore storico.”
Nel prosieguo, volenti o nolenti, si passa davanti alla ex scuola Mosso, oggetto del contendere durante lo spirare della giunta Lancione, con tanto di ricorso straordinario al presidente della repubblica da parte del PD, allora all’opposizione, contro la vendita fatta dal Comune al gruppo Conti. “Ci eravamo opposti alla vendita – prosegue Martano – anche per questo motivo, che adesso balza all’occhio: non volevamo che la città si privasse di un’area strategica che poteva essere la continuazione naturale di quella riqualificazione che parte dalla ex De Tommasi.”
A proposito: tutto fermo sul versante della vendita, o si muove qualcosa? Caduto il ricorso, infatti, l’operazione del passaggio di proprietà in mani private potrebbe teoricamente riprendere. “Potrebbe – conclude Martano – ma non si sa. I compratori, se vogliono, possono andare avanti, e noi possiamo pretendere che vadano avanti. Ma c’è tempo fino alla fine del 2016 per una decisione definitiva loro, e quindi solo dal 1° gennaio 2017 sapremo che cosa succederà. Nel frattempo, con molta calma perché adesso abbiamo altro a cui pensare, si potrà aprire una discussione su cosa eventualmente fare di quell’area.”