PIEMONTE ARTE: PATELLANI, OTTINO, BAM ON TOUR, CEDAS, BORGARELLO, AGLIE’

CHIERI, PALAZZO OPESSO: MOSTRA “STAGIONI DA VIVERE”

QuaglinoSophie Ancel, artista da Epinal (Francia) propone una trentina di pitture eseguite con tecniche miste (acrilico, matita, biro ecc), presenta impressioni da paesaggi tra Francia e Italia nell’avvicendarsi delle stagioni: opere dove la visione realistica prevale per far emergere i sentimenti del vissuto. Andrea Quaglino, fotografo da Riva presso Chieri, presenta una dozzina di cartoline da città italiane dove le ‘turiste per caso’ contribuiscono a caratterizzate l’identità dei luoghi. Affronta altresì il tema delle stagioni, in particolare i boschi e la città di Epinal, utilizzando la modella/musicista Loriane Demangeon di Epinal per far emergere l’armonia dei luoghi e la musicalità dei boschi.

Pitture di Sophie Ancel e fotografie di Andrea Quaglino

Inaugurazione Sabato 9 Maggio – ore 18/20

Galleria Civica ‘Palazzo Opesso’ – via San Giorgio 3 – Chieri (TO)

orari: feriale 16/19, sabato e festivi 10,30/12,30 e 16/19

L’esposizione prosegue fino al 17 maggio 2015

 

 

TORINO, FEDERICO PATELLANI PROFESSIONE FOTOREPORTER

Patellani Bergmana cura di Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi

23 aprile – 13 settembre 2015

Palazzo Madama – Corte Medievale Piazza Castello – Torino

 

Palazzo Madama celebra l’opera del fotografo Federico Patellani (Monza 1911 – Milano 1977).

La mostra, che gode del Patrocinio della Città di Torino ed è inserita nel calendario ufficiale di ExpoTo, nasce dalla collaborazione fra Palazzo Madama, Fondazione Torino Musei, Museo di Fotografia Contemporanea e Silvana Editoriale. L’esposizione rientra nel programma Neorealismo. Cinema, Fotografia, Letteratura, Musica, Teatro. Lo splendore del vero nell’Italia del dopoguerra 1945-1968, un progetto del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Federico Patellani è stato il primo fotogiornalista italiano e uno dei più importanti fotografi italiani del XX secolo, la cui produzione – realizzata nella quasi totalità per i giornali – è oggi conservata presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Milano-Cinisello Balsamo (per deposito di Regione Lombardia). Da questo ricchissimo materiale sono state selezionate circa 90 fotografie in bianco e nero, individuando le immagini che meglio rappresentano le tappe fondamentali della carriera di Patellani dalla fine della Seconda guerra mondiale alla metà degli anni Sessanta, quando il fotografo si dedicò soprattutto alla fotografia di viaggio. Il percorso espositivo è suddiviso in cinque sezioni che rappresentano le tematiche più importanti della sua produzione: la distruzione delle città italiane alla fine della Seconda guerra mondiale, la ricostruzione e la ripresa economica, il sud dell’Italia e la Sardegna, la nascita dei concorsi di bellezza e la ripresa del cinema italiano, i ritratti degli artisti e degli intellettuali. Patellani riunisce in sé la figura di giornalista e di fotografo, figura che lui stesso definì in un articolo apparso su “Fotografia”(Editoriale Domus) nel 1943 giornalista nuova formula, ovvero un giornalista che, forte della lezione del cinema, riesce a catturare immagini “viventi, attuali, palpitanti”, cogliendo il movimento e il sensazionale. Si avvicina alla fotografia dopo la laurea in Legge, durante il servizio militare in Africa nel 1935, quando documenta con una Leica le operazioni del Genio Militare italiano. Nel 1939 collabora con “il Tempo” di Alberto Mondadori, settimanale che si rifaceva all’esperienza di “Life” adattandola alla realtà italiana, che allora costituiva un luogo di incontro di letterati e intellettuali fra cui Carlo Emilio Gadda ed Eugenio Montale. Sensibile e colto narratore, Patellani è stato testimone di tutti gli eventi che segnano la società italiana del dopoguerra: dal referendum monarchia-repubblica all’occupazione delle terre nell’Italia meridionale, dal lavoro nelle campagne e nelle fabbriche alla nascita dei concorsi di bellezza, dal mondo del cinema a quello dell’arte e della cultura, alle foto di moda. Nel 1946 parte per un viaggio nel sud – che ripeterà per diversi anni – con gli architetti Lina Bo e Giuseppe Pagani, verso le “gravissime rovine causate dalla disperazione tedesca e dalla lentezza alleata nella fase conclusiva della battaglia per la liberazione di Roma”, come scriverà nel 1977. Realizza importanti reportage in varie zone d’Italia, fra cui Puglia e Sardegna, sede del famoso lavoro sui minatori di Carbonia, realizzato nel 1950. Federico Patellani racconta un’Italia che cerca di dimenticare il passato recente e di ritrovare le proprie radici, di costruire un senso di appartenenza e una capacità di partecipare alla vita civile in un Paese che sta cambiando pelle, da contadino sta diventando industriale. Oltre alla cronaca, con uguale curiosità si dedica al costume, celebri le sue fotografie sui neonati concorsi di bellezza, scorciatoia di emancipazione e di speranza per molte giovani donne che desideravano lasciarsi alle spalle le miserie della guerra. Cresciuto alla scuola del cinema (già nel 1941 aveva lavorato con Mario Soldati per il film Piccolo Mondo Antico), Patellani è amico di Carlo Ponti, Mario Soldati, Dino De Laurentiis, Alberto Lattuada e con loro stabilisce un sodalizio professionale che lo rende testimone privilegiato sul set di molti film girati in Italia. Ritrae così tutti i più importanti attori e registi, da Totò a Sofia Loren, da Ingrid Bergman a Gina Lollobrigida, da Silvana Mangano a Elsa Martinelli, da Anna Magnani a Giulietta Masina, da Fellini e Visconti a De Sica. Parallelamente frequenta artisti e letterati, salotti mondani e studi di pittori (Thomas Mann, Carlo Carrà, Giuseppe Ungaretti, Elio Vittorini, Ardengo Soffici, Filippo de Pisis). Le sue fotografie sono ancora oggi incredibilmente attuali perché prive di retorica; appare evidente come nel suo lavoro egli sia mosso da un sincero interesse documentario, gli stia a cuore solo la possibilità di documentare la realtà in modo sincero. Il suo lavoro conserva un incredibile sguardo attuale e testimonia, a posteriori, gli sforzi compiuti dagli italiani per la costruzione di un’identità comune, fatta di molti intrecci, di sfumature culturali e di costume.

 

23 aprile – 13 settembre 2015

Palazzo Madama – Corte Medievale Piazza Castello – Torino

Info: www.palazzomadamatorino.it

Orari: Da martedì a sabato dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00) Domenica dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00) Chiuso il lunedì

 

ALL’EDUCATORIO DELLA PROVVIDENZA I PAESAGGI DI ROBERTO OTTINO

Un tulipano nero, un grande castagno e una veduta del Monviso, appartengono alla pittura di Roberto Ottino e a quella sua volontà di ripercorrere gli aspetti e le cadenze espressive dell’arte figurativa di scuola piemontese.

Per questo nuovo appuntamento espositivo, a poco più di cinque anni dalla personale al Piemonte Artistico e Culturale, propone una serie di opere che documentano un impegno assiduo con una particolare attenzione all’esperienza di Pinetta Gramola, della quale ha frequentato lo studio. Di quel periodo, Ottino racconta incontri, insegnamenti, momenti di un piacevole approfondimento tecnico, di colori permeati dalla luce atmosferica, di scorci di un paesaggio rivisitato e reinterpretato.

Con il trascorrere degli anni la sua pittura si è fatta più vibrante, ricca di materia e sorretta da un’intensa valenza grafica, da un’interiore volontà di fissare sulla tela una natura morta con zucche e peperoni o una grande magnolia o, ancora, gli aspetti della Sardegna.

E sono opere che esprimono la sua visione di una natura descritta con un segno robusto, con un colore che definisce una Ginestra o un ponte a Venezia.

In mostra anche alcuni lievi e incorporei «Angeli», che «occupano» lo spazio insieme a una scelta di lavori eseguiti negli ultimi quindici anni, in una sorta di racconto che attraversa il tempo e trasmette il fascino di una giornata di sole e di un mazzo di fiori.

I dipinti di Ottino, dalle piccole tavolette alle composizioni di maggiori dimensioni, raffigurano una realtà colta con rapidità, con fresca vena narrativa, con una delicatezza che evoca una nevicata o la folta vegetazione di un bosco.

 

                                              Angelo Mistrangelo

 

EDUCATORIO DELLA PROVVIDENZA, in Corso Trento 13, mostra di Roberto Ottino aperta sino al 25 maggio.

Vernissage il 15 maggio nell’Auditorium dalle 18,30 alle 20,30, con accompagnamento musicale al pianoforte del maestro Raffaele Tavano. Orario di visita: dalle 8 alle 20.

 

 

RIVA PRESSO CHIERI: GIOVANNI BORGARELLO IN MOSTRA A PALAZZO GROSSO CON “LE FORME DELLA MATERIA”

 

Borgarello RivaSe fare arte significa produrre non tanto, e non solo, qualcosa di originale quanto piuttosto di originario, lo scultore Giovanni Borgarello ha nella potenza originaria – «primitiva» – delle sue opere la sua forza. Peculiarità che si potrà osservare nella mostra “Le forme della materia” che si inaugura venerdì 8 maggio alle 18,30 (rimanendo visitabile fino al 31 maggio) presso gli spazi di Palazzo Grosso (piazza della Parrocchia 4) a Riva presso Chieri (To); l’ingresso è libero.

Borgarello, classe 1950, è sculture di prestigio internazionale, l’ultima sua personale – nella provincia di Cuneo – risale all’ottobre 2014 con la mostra “Natura e simboli in armonia” nella città di Pollenzo. È stato allievo di Sandro Cherchi all’Accademia di Belle Arti di Torino e sue sculture di grande formato sono collocate nelle piazze e nei giardini pubblici di Cambiano, città in cui l’artista abita e ha il suo atelier, e in numerose città in Italia e all’estero. Sue opere sono esposte

permanentemente nei musei dell’intera penisola, nonché in Israele e in Russia. “Le forme della materia” La mostra è organizzata dall’associazione culturale “Il Carro” in quella che fu la residenza estiva settecentesca della contessa Faustina, figlia del conte Grosso e poi moglie del conte Carlo Mazzetti di Montalero, e che oggi è l’imponente edificio che ospita il Municipio e il Museo del Paesaggio Sonoro, ovvero Palazzo Grosso a Riva presso Chieri. Sono opere sculte nel legno e nel marmo di Carrara e disposte nell’Atrio, sullo Scalone, nel Salone delle feste, nella Sala etrusca, nella Sala cinese, nella Saletta della caccia, nella Sala delle grottesche, nella Sala del legno e nel giardino. La scultura di Borgarello «dialoga» con l’ambiente circostante in cui è posta, come un sorta di continuum fra antico e moderno. Scrive Angelo Mistrangelo, critico d’arte e giornalista: “Sono forme che si collocano nello spazio animandolo, costituiscono gli elementi di una narrazione che unisce gli «Spiriti del vento» al «Messaggero coinvolto». Si coglie una sorta di continua, inesauribile, metafisica definizione di un linguaggio estremamente misurato e controllato nella resa del soggetto e delle soluzioni tecniche”.

La mostra è visitabile – gratuitamente – dall’8 al 31 maggio negli orari: domenica dalle 16,00 alle 19,00. Nei giorni feriali: dalle 10,00 alle 12,00. Inaugurazione: 8 maggio alle ore 18,30 alla presenza dell’artista.

 

 

AVIGLIANA, DUE MOSTRE DI “ARTE PER VOI”

“Della donna e della seduzione. Rassegna d’arte antica e contemporanea.” Si tratta di due mostre.

La prima, relativa all’arte contemporanea, verrà inaugurata sabato 2 maggio alle ore 16:00 nella ex Chiesa di Santa Croce in Piazza Conte Rosso ad Avigliana e vede cinquantasei artisti a confronto con oltre cento opere esposte (pitture, sculture, ceramiche, istallazioni, …). La seconda, relativa all’arte antica, verrà inaugurata sabato 9 maggio alle ore 16:00 nella nostra Galleria in Piazza Conte Rosso, 3 ad Avigliana e consiste di dodici dipinti tra la fine del XVI e l’inizio del XVIII secolo provenienti da una prestigiosa collezione privata. Una rassegna da visitare per scoprire come questo “intrigante” tema è stato interpretato dagli artisti a partire dalla fine del 1500 sino ad arrivare ai giorni nostri.

 

 

BAM ON TOUR 2015 CASTELLO DI MONCALIERI

“Il cuore sacro dell’arte : la dimensione spirituale nell’arte piemontese contemporanea”

BAM PiemonteLa BAM ha una precisa finalità, in decisa controtendenza rispetto alla “biennalite” caratterizzante la scena artistica contemporanea nell’era della globalizzazione, che è quello di valorizzare l’arte e la creatività piemontese dal secondo dopoguerra ad oggi secondo un percorso che, ad ogni scadenza, si indirizza verso aree diverse di analisi storica e contenutistica.

L’occasione di poter disporre, per la prima volta, di una sede come il Castello di Moncalieri, ha indotto ad approntare una “edizione straordinaria”. La concomitanza con eventi quali l’Ostensione della Sindone ed il Bicentenario della nascita di Don Bosco, la presenza ormai consolidata di una manifestazione come Torino Spiritualità, la possibilità di disporre dello spazio a partire da maggio, quindi di creare attenzione sull’evento anche nei termini della ricaduta turistica sul territorio, ci hanno fatto optare per una riflessione sul tema del sacro ed un titolo quale “Il cuore sacro dell’arte : la dimensione sprituale nell’arte piemontese contemporanea”. Questa volta la BAM, nella sua quinta edizione “On Tour”, in parallelo con una serie di eventi importanti ospitati dalla nostra regione, ha inteso operare una ricognizione dedicata ad un tema con cui l’arte non può esimersi dal confrontarsi. La selezione di artisti del territorio, prevalentemente figure ormai storiche del panorama degli anni Settanta ed Ottanta, con alcune significative presenze emerse nei Novanta, e nel corso degli anni Zero, ha sposato al solito il criterio della qualità. In mostra sarà possibile ammirare diverse versioni del rapporto tra arte e spiritualità ; da una dimensione narrativa raccolta ed intima, prevalentemente pittorica ed installativa, ad una estroversione visiva non priva di spirito gioiosamente sdrammatizzante ed ironico, nei versanti della fotografia, dell’oggettualismo e della pittura neo pop. Gli artisti invitati, di cui si allega l’elenco, sono stati lasciati liberi di esprimersi sia tramite una dimensione evocativa che con una citazione iconografica diretta. Il risultato penso sia interessante, e la libertà espressiva non si è tramutata, come spesso avviene per appagare gli appetiti mediatici, nella provocazione fine a sé stessa.

 

Artisti invitati :

Salvatore Astore, Laura Avondoglio, Cornelia Badelita, Angelo Barile, Ermanno Barovero, Enzo Bersezio, Mauro Biffaro, Corrado Bonomi, Antonio Carena, Gianni Caruso, Ferruccio D’Angelo, Filippo di Sambuy, Radu Dragomirescu, Roberta Fanti, Raffaello Ferrazzi, Silvia Fubini, Enzo Gagliardino, Titti Garelli, Theo Gallino, Riccardo Ghirardini, Carlo Giuliano, Santo Leonardo, Pino Mantovani, Plinio Martelli, Mario Marucci, Andrea Massaioli, Giancarlo Pagliasso, Luciano Pivotto, Francesco Preverino, Sergio Ragalzi, Franco Rasma, Ubaldo Rodari, Claudio Rotta Loria,Eraldo Taliano, Valerio Tedeschi, Vittorio Valente, Ugo Venturini.

Durata : fino al 31 maggio. Venerdì 15.30-18.00. Sabato-Domenica 10.30-12.30 15.30-18.00

 

TORINO, MOSTRA SOCIALE CEDAS FRA SEGNI E COLORE

Un minuscolo gruppo di soci Cedas si dedica all’incisione oppure al segno della matita; così in mostra si ammirano i fogli Le tre Grazie e Miraggio, opere esposte accanto all’interessante pastello che vede Piazza San Carlo sotto la neve; quindi opere che traggono ispirazione dall’Africa, da un protagonista indiano, o ancora semplicemente fotografano un Fiasco. Due acquerelli riguardano il mondo della cinematografia, ora

Nadia Bellezza - ritratto di Pippo Ciardo

Nadia Bellezza – ritratto di Pippo Ciardo

esaltando – ancora una volta – la figura di Marylin, nel momento in cui la sua esistenza viene “spezzata”, ora costruendo un insieme di particolari dominati dalla pellicola con su scritto La vita è bella; una sorta di Cinema Paradiso. Rimanendo nel campo della figura c’è chi sceglie di raffigurare il proprio volto, chi l’immagine, interessante compositivamente, di Kafka, l’intensità dello sguardo di Beatrice oppure la presenza di due piccoli Bonzi dal tradizionale abito color arancio. Molti sono i fiori, dall’armonia compositiva di un mazzo di Ortensie ai fiori del proprio giardino – bellissimo gatto compreso – ad un ciuffo di Malva, a una caraffa che accoglie una rosa gentile. Fiori che sono il presupposto naturale per una spalliera di Fichi d’India oppure per alcuni frutti dai quali sprigionano i colori dell’autunno. Paesaggi di mare oppure lacustri consentono ai pittori di trasfigurare le acque del lago di Avigliana (trittico), ricercare la poesia in un gruppo di coloratissime Conchiglie raccolte sulla spiaggia, di cogliere la monumentalità di massi che fiancheggiano un torrente oppure esprimere – con affettuosa attenzione – le sensazioni dettate da una veduta di mare di Danimarca nella quale una sola linea infinita divide il cielo dalla terra. Ancora di acque si può parlare a proposito di un luminoso foglio raffigurante una Risaia in terra catalana, mentre salda è l’opera La Pampa dominata da un ritratto maschile posto al limite del paesaggio. Le marmotte, si sa, hanno sguardi ammiccanti; e Curiosa è la marmotta in mostra, mentre un altro foglio, sapiente nei giochi di luce e d’ombra, trae ispirazione da un monumento torinese – La Cavallerizza – che in questi ultimi mesi è stato ripetutamente citato, vuoi per l’incendio che lo ha aggredito, vuoi per l’intento di snaturarne gli storici valori. Infine un buon lavoro rende omaggio a Pedro Cano, mentre a latere di tanti dipinti si colloca la ceramica Maternità raffigurante l’affettuoso gesto di una madre che stringe al seno il proprio bimbo. 2015: anno di Ostensione del Sacro Lino conservato nel duomo di Torino: a questa icona dedica attenzione uno dei pittori, riproponendo un’opera che è stata purtroppo trafugata. L’Orma esaltata da Giovanni Arpino ritorna dunque, una volta ancora, carica di mistero e di interrogativi.

Gian Giorgio Massara

IMMAGINI E TESTIMONIANZE D’ARTE

CEDAS logoL’impegno degli artisti che partecipano ai corsi promossi dal CEDAS e non solo, si può misurare osservando le opere selezionate per questa mostra ospitata nello spazio espositivo di Arte Città Amica. Le varie esperienze costituiscono un documento di una visione che va dalle composizioni floreali ai paesaggi, dalle nature morte ai ritratti-ricordo, in una sorta di suggestivo racconto

attraverso il tempo e alla storia personale di ogni autore. Un impegno che si commisura con quello dei maestri CEDAS: da Alex Ognianoff a Piera Luisolo, da Marco Piva a Giulia Gallo, che contribuiscono in modo determinante alla formazione e alla definizione di un discorso sensibile ai valori culturali del nuovo Millennio. In questo ambito, si ricorda il percorso didattico di Pippo Ciarlo che ha lungamente insegnato al corso di pittura. L’itinerario espositivo fluisce dalla spiaggia a Creta al suggestivo interno dello studio di Francesco Casorati, da un ponte a una serie di piacevoli rose, dagli «amici» al Lingotto, in una sorta di percorso che si sviluppa attraverso a un richiamo a Van Gogh, allo storico tram n.6 in via Po, alle montagne in Valle di Lanzo e al luminoso paesaggio del Marocco. Lo spazio della tela diviene il luogo di una ricerca pittorica che esprime le delicate atmosfere di un sottile romanticismo, i gabbiani in volo, i pensieri di una donna o un bosco, mentre si coglie una simbolica serie di caffettiere rotte e una veduta veneziana, sino al ricordo letterario del volo di Margherita o al volto che comunica un senso di profonda interiorità, alle nature morte con bicchieri, bottiglie, macinino e ai cachi su fondo nero. E così la «Primavera» e la Bretagna, i riflessi di immagini e la «chimera» diventano momenti di un dialogo con la natura, con una interpretazione che racchiude la rappresentazione del peccato, la robusta struttura di un tempio, il ritratto della divina Maria Callas. E le sensazioni notturne, le primule realizzate con petali di foglie vere, il magrittiano «la fuga degli amanti», sono accostati al polimaterico «frammenti», al vibrante cromatismo di uno scorcio del Sangone e alla legnaia con carrettino. Un lungo cammino tra la rivisitazione del vero e il racconto di purissime emozioni che presiedono alla realizzazione delle

Angelo Mistrangelo

Gli artisti

1 Giuseppe Arizzio La legnaia

2 Margherita Baldelli Spiaggia a Creta

3 Piero Balossino Alba tragica

4 Nadia Bellezza Pandora 1927

5 Giulio Benedetti Il tempio

6 Domenico Beninati Le tre grazie

7 Giliola Biesuz Frutti d’autunno

8 Barbara Borini Armonia di primavera

9 Carla Bovi Primavera

10 Graziella Caccia A mici

11 Saverio Cappiello Sensazione divina

12 Barbara Caricchi Phono

13 Vainer Cavazzoni Gabbiani in volo

14 Mario Chieppa Lago di Avigliana

15 Antonio Costantin Massi sul lago

16 Donato De Ieso Sensazioni notturne

17 Ebe De Mitri Luci ed ombre

18 Michele De Stefano Natura morta con poster

19 Rosanna Di Corato Piccoli bonzi

20 Cosetta Falchero Profumo d’Africa

21 Rocco Ferri Nella kasbah

22 Nicoletta Filigheddu Fichi d’india

23 Silvia Finetti Il pensiero di una donna

24 Adriano Franco La Pampa

25 Marianne Freiesleben Dopo il temporale

26 Corrado Fronte Il volo di Margherita

27 Luigi Garelli La Cavallerizza

28 Grazietta Garzena Uno sguardo dal ponte

29 AnnaMaria Gianguzzo Cinema: la vita è bella

30 Liliana Giovo Bosco di Marvingrad

31 Claudio Guasti Chimera

32 Giulia Gueli Omaggio a Von Stuck

33 Giusy Iacoviello La fuga degli amanti

34 Yulia Korneva Lingotto

 

 

La mostra sarà aperta dal 30 Aprile al 13 Maggio 2015

Orario: Lunedì – Sabato 16.00 – 19.00

Domenica e festivi chiuso

 

 

TORINO, PALAZZO MADAMA: MOSTRA CERAMICHE PROROGATA A GIUGNO

La mostra “Il mondo in una tazza” a Palazzo Madama, è stata prorogata fino a domenica 28 giugno; sarà possibile vedere le ceramiche del Settecento e Ottocento provenienti dalle manifatture piemontesi e le due installazioni di Matilde Domestico “Esistenza di porcellana” e “Ambiente Dickinson.”

 

AGLIE’, UN’ORA DI STORIA AL CASTELLO

Castello Ducale di Agliè – Salone di S. Massimo ore 18,00

ingresso libero

 

Il Castello di Agliè torna ad ospitare, per il 2015, il consueto appuntamento con le grandi e piccole storie nel ciclo di conferenze: “Un’Ora di Storia al Castello di Agliè“. Esperti del settore, come di consueto, illustreranno al pubblico i temi del restauro, della conoscenza e della valorizzazione storico – artistica legata al Castello di Agliè. Le conversazioni si terranno nel Salone di S. Massimo ed avranno la durata di un’ora circa.

CALENDARIO PROSSIMI APPUNTAMENTI

08 maggio, ore 18,00: Le collezioni naturalistiche- cenni di Tassidermia a cura di Ente Parco Naturale la Mandria

29 maggio, ore18,00: Arte e tecnologia: il restauro di collezioni a cura di Marco Paolini

12 giugno, ore 18,00: Le collezioni orientali, a cura di Dott.ssa Annamaria Aimone e dott. Francesco Speranza

03 luglio, ore 18,00: Il collezionismo delle Wunderkammer: il salotto delle meraviglie, a cura di Dott.ssa Annamaria Aimone

Gli incontri avranno luogo il venerdì, alle18,00

Info:     castello: 0124-330102 – Castello Ducale di Agliè: piazza del Castello 1 Agliè (To)

e-mail:     sbap-to.comunicazione@beniculturali.it

 

TORINO, APERITIVI CULTURALI: FABBRI DI IERI E DI OGGI

Ferro e fuocoAssociazione Immagine Piemonte , via Legnano 2/b • 10128 Torino • tel. 348 4435212 • www.immagineperilpiemonte.it

Giovedì 7 maggio 2015

Sala Principe Eugenio, Sede AIP via Legnano 2/b, Torino

alle ore 18,00

 

FERRO E FUOCO. Excursus tra ferri e fabbri

Fabbri di ieri e di oggi. Artisti o artigiani?

 

Intervengono:

Anna CREMONTE PASTORELLO di CORNOUR

Maurizio BAIOTTI

Gian Giorgio MASSARA

Angelo MISTRANGELO

Daniela PIAZZA

 

Modera: Vittorio G. CARDINALI

 

– Anna CREMONTE PASTORELLO di CORNOUR e Maurizio BAIOTTI sono autori di Ferro e fuoco. Excursus tra ferri e fabbri, Daniela Piazza Editore 2014.

 

“Il lavoro che Anna Cremonte Pastorello di Cornour ha meditatamente scritto prende l’avvio dalla scoperta del ferro nel mondo antico per concludersi con gli anni della rivoluzione industriale e la relativa citazione di opere torinesi; ad esempio, le fontane in ferro battuto purtroppo scomparse oppure i mutamenti toponomastici della città. A Torino esisteva curiosamente la via Barra di Ferro (oggi via Bertola) così detta a causa della “barra di ferro” che sbarrava la via per impedire il transito alle prostitute!

Il lungo testo via, via, s’interrompe per fare spazio a una ricca serie di fotografie scattate da Maurizio Baiotti che comprendono armature, specie rinascimentali, cancellate, ponti e gallerie coperte, insegne, giardini d’inverno, l’immagine del protettore dei fabbri sant’Eligio, ma altresì una reliquia quale la Corona Ferrea – che è in effetti d’oro – che conserva all’interno una fascia di ferro che Costantino imperatore portava all’avambraccio, ricavata da uno dei chiodi della Santa Croce rinvenuta dalla madre, sant’Elena. La madre ricava invece il morso di un cavallo affinché il figlio ricordi che chi governa deve – tuttavia – sapersi trattenere.

E di ferro è la punta della “Santa Lancia” con la quale un soldato romano apre il costato di Gesù Crocifisso: il re di Francia Luigi IX la depone nella Sainte Chapelle di Parigi, ma dal 1793 la reliquia risulta perduta.[…]

La pubblicazione Ferro e fuoco si rivela ricchissima di notizie, con esempi poco conosciuti nel campo dell’arte fabbrile e si conclude positivamente con il glossario e un indice di nomi che riporta – di volta in volta – i vari ruoli dell’artigiano e dell’orefice, la relativa qualifica, la citazione delle maggiori opere realizzate, dando ampio spazio a Torino e al Piemonte, ma non dimenticando esempi importanti di architettura in ferro in Italia e in Europa… dal testo di Gian Giorgio Massara “Fabbri di ieri e di oggi. Artisti o artigiani?”