Chieri, Festival Beni Comuni, Cerchio: almeno non farlo a due passi dai monumenti a Dalla Chiesa e alle Vittime del Terrorismo…
Beppe Cerchio, fino a pochi mesi fa vicepresidente del consiglio provinciale e in precedenza per anni consigliere e assessore regionale, in una nota inviata a 100torri.it prende anch’egli posizione sul Festival dei Beni Comuni e sulla partecipazione al festival di Toni Negri, che ha già fatto versare fiumi di inchiostro e scatenato polemiche tutt’altro che finite.“Sul Festival dei Beni Comuni – scrive Cerchio – si è parlato tanto, anche straparlato, e ancora si parlerà. Esprimo anche la mia sommessa opinione e rilevo come la volontà del novello sapiente vicesindaco di Chieri di usare il Comune quale cavia – laboratorio per esportare futuribili ricadute appare assai discutibile. Le affermazioni, sempre del nostro, che saranno presenti i più grandi intellettuali italiani esperti della materia, ovviamente politicamente e socialmente targati, essere orgoglioso ed onorato della partecipazione indispensabile di ex brigatisti come relatori, l’affermazione offensiva per la comunità chierese, che sarebbe bigotta ed incapace di perdonare, rappresentano altrettanti infortuni. I balbettanti atteggiamenti difensivi poi del sindaco di Chieri che registrerebbe sensibilità diverse con il suo vice, scaricandogli la responsabilità degli inviti dei relatori scomodi, sono patetici in quanto le scelte politiche della maggioranza sono della stessa maggioranza e non lasciate al libero arbitrio del vicesindaco, ancorchè sapientone. Colgo poi ulteriori aggravanti. Le iniziative del Festival vengono localizzate in spazi del Comune, alcune nel prato antistante il municipio, un’area sensibile, dove sono presenti il monumento al generale Dalla Chiesa e la Stele in memoria delle vittime del terrorismo. Ricordo come due anni fa venne inaugurata la stele, una iniziativa voluta da AIVITER, presenti l’allora sindaco Lancione, il presidente AIVITER Dante Notaristefano, vittima delle B.R. e cittadino di Chieri, recentemente scomparso, il procuratore generale Marcello Maddalena e il sottoscritto, vicepresidente del consiglio provinciale. Se il vicesindaco di Chieri, un po’ estraneo alle vicende della città, non era a conoscenza di quanto sopra, almeno il sindaco avrebbe dovuto evitare di localizzare provocatoriamente , nel prato innanzi il municipio, iniziative legate al festival per rispetto ai monumenti che ricordano le vittime di decenni di violenza.
Utilizzare spazi istituzionali ed inorgoglirsi per invitare al festival i protagonisti negativi degli anni di piombo è tra i peggiori sbagli che la maggioranza potesse fare. Significa infatti tornare al passato, significa rinnovare la sconvolgente esperienza vissuta dal paese che ha minato la democrazia, significa continuare ad offrire tribune nelle quali esibirsi e tentare anche subdole giustificazioni. Osservo come occorra invece evitare che le colpe dei terroristi vengano tradotte in meriti per quei protagonisti negativi che spesso si sono accreditati. Sulle ricadute del festival, auguri, ma se quanto sopra sono le premesse…”