CHIERI, “DUE PASSI ALLA TABASSO”: PER I CITTADINI DEVE DIVENTARE UN LUOGO D’ARTE

2 passi alla TabassoUn luogo per fare spettacoli, organizzare mostre, ascoltare dibattiti, ma anche adatto all’artigianato. Uno spazio che mantenga la sua natura industriale, ma si fonda con la voglia di fare e avere cultura a Chieri. Il futuro dei capannoni dismessi dell’ex tessitura Tabasso è chiaro, almeno per i cittadini. Durante il Festival internazionale dei Beni comuni, oltre un centinaio di visitatori tra sabato 11 e domenica 12 luglio, hanno partecipato a “2 passi alla Tabasso” l’iniziativa proposta dal Comitato area Tabasso insieme ai quattro incontri “Pronti, beni comuni e via”, che hanno visto il coinvolgimento di quasi 200 partecipanti. La visita guidata, che ha ripercorso le tappe storiche dell’azienda, è terminata con un gioco. Ad ogni partecipante è stato dato un disegno stilizzato della fabbrica sul quale appiccicare delle etichette colorate, una diversa per proposta: arte, teatro, artigianato, concerti, co-working, auditorium, cinema, centro sociale, museo, negozi, ristoranti, street food, formazione, palestra, parcheggio e piazza.

 

In tutto una ventina di categorie, ideate in base ai primi suggerimenti raccolti dal Comitato durante questo anno di incontri dopo la formazione del gruppo nella primavera 2014.

 

I risultati del gioco, elaborati in questi giorni, sono di chiara interpretazione: in 34 hanno espresso la volontà che l’area sia dedicata all’arte, in 33 hanno chiesto un teatro, 25 sono state le preferenze per un auditorium e in 22 vedrebbero bene la Tabasso come un luogo dedicato all’artigianato, ai concerti e al co-working.

 

A pari merito, 21 preferenze, anche l’ipotesi di una piazza, un festival o una start-up. Un punto in meno, 20 utenti, hanno preferito un museo, 18 una mostra, 16 un cinema. Mentre in 8 hanno ipotizzato un parcheggio e solo in 2 hanno immaginato l’istallazione di negozi.

 

Sono arrivati anche suggerimenti differenti dalle categorie. Ad esempio, l’idea di dedicare una porzione dei 30mila metri quadri, ora vuoti, alla “memoria”: «Parte della struttura potrebbe essere usata per un museo di archeologia industriale – scrive un visitatore – Oppure si potrebbero organizzare serate dedicate alla memoria storica, per non dimenticare cos’è stata la Tabasso per Chieri».

 

Volontà enfatizzata da un altro commento che propone una sorta di «“living archive”, (archivio vivente) per educare al presente sulla base del passato». Un luogo che si avvicina quasi un simposio con «educazione a cielo aperto e arte residenziale».

 

Entrare alla Tabasso ha dunque scatenato emozioni, ricordi. Tanti, tra i visitatori, erano stati lavoratori dell’azienda e a partecipare alla passeggiata sono intervenuti persino dei pronipoti dei fondatori, per rivivere e raccontare ai figli parte della storia della propria famiglia. Ricordi che si possono ritrovare anche nel testo “Tabasso, storia di un orgoglio cittadino”, scritto da Mitti Baiotti Audenino, ex dipendente Tabasso, redatto con il Comitato area Tabasso in occasione della passeggiata e scaricabile sul sito www.archecomunicazione.it/VARIE/tabasso.pdf

 

A precedere “2 passi alla Tabasso”, ci sono stati i quattro incontri di formazione “Pronti beni comuni e via”, rivolti alla cittadinanza: «Abbiamo scoperto che il concetto di Beni Comuni è già praticato da molti, in diversa misura e anche sotto altro nome – spiegano gli organizzatori – Obiettivo degli incontri è stato stimolare la riflessione e il confronto attraverso esperienze già fatte, con interviste e video».

 

Un ulteriore obiettivo incontri è stato raccogliere le riflessioni emerse dal confronto, per lanciare un nuovo modello di cittadinanza attiva, aperta e coordinata, a livello territoriale.

 

Perchè l’area Tabasso, secondo il Comitato va proprio vista, nell’ottica dei beni comuni, come uno spazio pubblico, gestito e a disposizione dei cittadini: «Le azioni di cambiamento si possono sviluppare soltanto se si hanno gli strumenti opportuni – motivano dal Comitato – Una passeggiata all’interno di un luogo solitamente chiuso può innescare il processo, ma poi va aggiunta la formazione per stimolare i cittadini ad un impegno diretto e autonomo per la gestione della città sulla base dell’interesse generale, e del principio di sussidiarietà»

 

Duranti i momenti pubblici, passeggiata e workshop, sono stati distribuiti ai partecipanti dei questionari i cui risultati saranno resi pubblici da settembre: «Abbiamo iniziato un percorso, che continuerà nell’autunno prossimo – anticipano gli organizzatori- Altre esperienze simili alla Tabasso in Italia e in Europa, ci possono indicare le modalità per affrontare il recupero e il riutilizzo di ex aree industriali grazie ad un passaggio di informazioni e ad una ricerca comune»

 

La rete potrà quindi dare strumenti utili per intervenire concretamente all’interno della Tabasso: «La nostra finalità è connettere le esperienze, ma soprattutto le persone. Grazie alla partecipazione, all’approfondimento teorico, alla riflessione comune si può sperare davvero a una nuova vita in quegli spazi».