Nell’ex Tabasso un tesoro (archeologico) da scoprire e conservare

Laura Vaschetti

Laura Vaschetti

Laura Vaschetti , consigliere comunale Pd, al suo primo mandato, ha ricevuto dal sindaco Martano l’incarico di catalogare i beni artistici e archeologici conservati alla ex Tabasso. Laureata in lettere e specializzata in archeologia medievale, la Vaschetti ha lavorato nel recente passato per l’UNESCO nell’ambito della Direzione Regionale dei Beni Culturali.

-Da che cosa ha preso le mosse la sua attività?

“A seguito della delega conferitami dal Sindaco, “Censimento, catalogazione e conservazione dei beni artistici, archeologici presso l’Area Tabasso” del 04.02.2015, per farmi un’idea del patrimonio esistente, sono partita dalla lettura della “Schedatura delle opere d’arte del Comune” effettuata per incarico della Città di Chieri nel 2005, redatta da Paola Costanzo utilizzando il Software Guarini della Regione Piemonte, riguardante i Beni di proprietà comunale (quadri, mobili, arredi). Ho potuto constatare che la maggior parte di essi è attualmente esposta all’interno del Palazzo Civico, mente altri beni che non risultavano esposti, essenzialmente quadri e stampe, erano stati a suo tempo opportunamente ma provvisoriamente sistemati a cura del dott. Vincenzo Tedesco in una sala seminterrata del deposito dell’Archivio Storico, ove ancora si trovano.”

-Che cosa ha riscontrato nell’area dell’ex-Tabasso?

“I sopralluoghi da me eseguiti in varie parti dell’area ex-Tabasso hanno evidenziato la presenza di beni non censiti, oppure noti e fotografati in passato, ma che risultavano dispersi o comunque collocati in zone improprie dell’edificio.

Si tratta di epigrafi, stemmi marmorei cinquecenteschi di famiglie chieresi, cornici e formelle in cotto (in parte rotte di recente), stendardi processionali in stoffa e altro materiale tessile, cornici lignee, manifesti. Gli oggetti sono ora per buona parte stati recuperati e raggruppati all’interno del ‘Deposito archeologico’, ma necessiterebbero di un’opportuna sistemazione espositiva: è un peccato che non possano essere resi visibili ai cittadini e utilizzabili per l’attività didattica, ma come sappiamo a Chieri manca un Museo Civico, anche di piccole dimensioni.ex tabasso plastico

Il plastico dall’Area ex- Tabasso, realizzato in legno nel 2006 a cura del Politecnico di Torino, da tempo lasciato anch’esso impropriamente in un’area dismessa, è stato invece recuperato ed è da poco visibile al pubblico nello scalone principale della Biblioteca Civica, negli orari di apertura.

Una serie di busti in gesso conservati nell’area dell’ex-spaccio erano stati vandalizzati (spaccati, buttati a terra e i frammenti dispersi in parte nel cortile) nel corso dei primi mesi del 2014. Per il loro recupero era necessario procedere alla messa in sicurezza del vano, il cui soffitto era pericolante. Il lavoro di messa in sicurezza è stato eseguito e a partire da settembre si potrà quindi procedere alla loro sistemazione in un’area ritenuta idonea e pensare ad un eventuale restauro, fondi permettendo.”

-Che cosa intende per Deposito Archeologico dell’Area ex-Tabasso?

“Si tratta di una sala seminterrata, ma molto luminosa, un tempo adibita a ‘locale ricreazione’ per i dipendenti. Qui è conservato abbondante materiale archeologico, a proposito del quale sono in trattative con la Soprintendenza Archeologica del Piemonte, insieme al Conservatore della MAC, dott.ssa Ada Gabucci, per formalizzare correttamente il deposito stesso, in quanto com’è noto i beni di provenienza archeologica sono di proprietà statale. Abbiamo proposto di procedere con due diverse azioni, una per i materiali provenienti dal vecchio Museo Archeologico, che non hanno trovato posto alla MAC ma che abbiamo interesse a mantenere a Chieri e l’altra per i materiali degli scavi recenti, tutti da studiare, per i quali la Soprintendenza chiede al Comune la disponibilità degli spazi. Dal punto di vista burocratico è una situazione piuttosto complicata, ma che deve essere affrontata in tempi rapidi. Buona parte dei materiali provenienti dagli scavi non è nemmeno stata lavata, è da riordinare e schedare secondo criteri scientifici. Il locale non è attualmente agibile al pubblico e per farlo diventare un “deposito visitabile” occorrono degli interventi di messa a norma, i cui costi verranno a breve valutati dall’Ufficio Tecnico. Se il locale diventasse agibile al pubblico potremmo metterlo a disposizione di studiosi e di universitari per le loro tesi di laurea e avremmo il vantaggio di implementare a costo zero le nostre conoscenze sull’archeologia chierese.”

-E per quanto riguarda la MAC (Mostra Archeologica di Chieri)?

“L’esposizione è relativamente poco conosciuta, eppure è molto ben allestita, anche se andrebbe completata con uno o più video didattici. E’ ubicata nel seminterrato del Palazzo Comunale e non ha le caratteristiche per definirsi Museo (in base agli standard museali) – da cui la dicitura “Mostra” – che comunque ci facilita la gestione. Anche in questo caso è necessario formalizzare correttamente la pratica di deposito, per evitare che un giorno i materiali possano essere trasferiti altrove per iniziativa statale e sottratti alla fruizione dei Chieresi.

Stiamo procedendo, attraverso l’azione degli Uffici dell’Area Educativa e della Promozione del Territorio all’individuazione di un soggetto in grado di gestire l’attività didattica della MAC, rapportandosi il più possibile ad altre realtà come il Munlab di Cambiano e il Museo del Paesaggio Sonoro di Riva di Chieri. Si tratta di garantire lo svolgimento di laboratori mirati e le visite didattiche alle scuole di Chieri e del Chierese, oltre che di allargare il più possibile il bacino dei fruitori.”

-Tornando all’area ex-Tabasso, ci sono altri depositi di materiale oltre a quello archeologico?

“Di fianco al Deposito Archeologico, dove un tempo c’era la ‘mensa dipendenti’, ho trovato la completa devastazione del deposito dei costumi medievali, in passato essenzialmente utilizzati, a quanto ne so, per le manifestazioni legate a “Il Borgo di Landolfo” . Si tratta di un vero e proprio scempio avvenuto in un momento imprecisato: gli scaffali sono stati rovesciati, i costumi sparpagliati sul pavimento e calpestati, gli accessori come copricapi, borse, scarselle, cinture, etc. rovinati. Eppure si tratta di costumi realizzati a mano con pazienza, preziosi e tutti diversi, che andrebbero valorizzati. I vandali avevano evidentemente spruzzato ovunque il contenuto di alcuni estintori, per cui tutto risultava ricoperto di una finissima polvere bianca. Purtroppo non sono in grado di dire che cosa sia stato eventualmente sottratto (macchine da cucire o altro) . Ho personalmente ripulito e risistemato quella che potrebbe diventare una splendida sartoria, pensando ad es. a una start-up di giovani che potrebbero creare lavori originali con pezze di stoffa recuperate dalle ditte tessili. Anche in questo caso però ci sono problemi di messa a norma del locale per l’apertura al pubblico e di definizione della destinazione d’uso. I costumi andrebbero invece quasi tutti fatti ripulire in tintoria con costi evidentemente elevati ma, se rimessi in ordine, potrebbero essere utilizzati nel corso di eventi oppure affittati.”