ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati: nona edizione del Festival Mi-To
Torino- OPERA: LA STORIA DI UN FARAONE
In prima esecuzione italiana viene proposta l’opera in tre atti “Akhnaten” dello statunitense Philip Glass (foto) , nato nel 1937, uno dei principali esponenti del minimalismo, un ramo della musica colta nato oltre quarant’anni fa negli U.S.A.. Che cos’è il minimalismo? Nasce allo scopo di rendere più accessibile la musica d’avanguardia definita “impossibile da ascoltare”. Esso è basato sulla ripetizione costante di schemi semplici, eseguiti in modo eterogeneo a secondo delle esigenze stilistiche dei singoli autori. Ebbe tra suoi inventori: La Monte Young, Terry Riley, Steve Reich e, appunto Glass. Le composizioni minimaliste sono timbricamente uniformi spesso tonali e prive di una struttura musicale definita dall’armonia che genera tessuti sonori molto complessi, mentre lo stile è fondato sulla riduzione progressiva dei parametri del suono (altezza, lunghezza, timbro, volume, densità) che vengono fatti decadere fino al loro annullamento. Glass si può considerare il compositore nel modo più puro che ha rinunciato, da oltre un ventennio, al minimalismo tradizionale, ispirandosi all’opera lirica e usando le armonie peculiari della musica classica tradizionale. “Akhnaten” è la storia della vita del faraone Amenhiste IV scritta dallo stesso Glass secondo cui essa è il compimento della trilogia delle opere “Einstein on the Beach” e “Satyagraha” (sul Mahatma Gandhi). Tre presenze guidate da una visione interiore che travalicava l’epoca in cui vissero in campo religioso, scientifico e politico.
L’opera “Akhnaten”, andata in scena per la prima volta a Stoccarda nel 1984, è tratta da “Oedipus and Akhnaten” di Immanuil Velikovskij, preso dalle fonti originali, è cantato nella lingua egiziana antica, mentre il commento del narratore è in lingua inglese. Il testo egizio è tratto dal poema dello stesso Akhnaten e da estratti di lettere e decreti del periodo Amarrna (i diciassette anni del regno del faraone). Altre lingue usate sono la lingua arcadica e la lingua ebraica. L’Inno al sole di Akhnaten” è cantato nella lingua dell’uditorio. L’opera viene eseguita in forma di concerto con proiezioni create da Luca Scarzella con reperti del Museo di Antichità Egizie di Torino.
Auditorium del Lingotto, via Nizza, 241
domenica 13 settembre ,ore 21.00
biglietti numerati euro 20
ORCHESTRA E CORO TEATRO REGIO DI TORINO diretti da DANTE ANZOLINI. Interpreti: RUPERT ENTIKNAP (Neferiti), GABRIELLA SBROGI (Regina Tye), VALENTINA VALENTE (Horenhab), GIUSEPPE NAVIGLIO (Aye), VALTER MALOSTI (narratore): CLAUDIO FENOGLIO (maestro coro). Allestimento a cura di GIANNI CARLUCCIO.
Torino- LA GIORNATA DI FRANZ JOSPEH HAYDN
Molte ragioni di varia natura fannio ritenere che le sinfonie nn. 6. 7 e 8 siano state scritte per dovere al principe Esterhazy, suo datore di lavoro, con lo scopo di dimostrare le proprie capacità e l’oppurtunità alla sua orchestra, composta da valenti musicisti, che attendeva di dimostrare la sua valentia. L’organico strumentale di questa triade sinionica è raddoppiato rispetto ai lavori precedenti e si fonda su una contrapposizione ordinata di volumi e timbri. Nella sinfonia n. 6 in re maggiore (“Il mattino”) i fiati assumono un ruolo fondamentale, mentre nella n. 7 in do maggiore (“Il mezzogiorno”) la ricerca della totale espressione sfocia adirittura in un quinto movimento e nella n. 8 in sol maggiore (“La sera”) dove concertismo dell’età barocca convive con l’individualismo del periodo classico. Alla “giornata” segue l’esecuzione di altre tre sinfonie a cominciare dalla n. 48 in do maggiiore (“Maria Teresa”) strutturalmente vasta e dal contenuto espressivo che va oltre la semplice tradizione cortigiana. Seguono la sinfonia n. 95 in do minore che si regge su una certa instabilità tonale e la celebre sinfonia n. 45 (“degli addii”), uno dei lavori haydniani più ricchi e trascinanti.
Torino, Teatro Carignano
sabato 12 settembre, ore 11.30, 1.00, 21.00
biglietti euro 10, euro 24 (i tre concerti)
ORCHESTRA DEI POMERIGGI MUSICALI DI MILANO diretta da UMBERTO BENEDETTI MICHELANGELI (foto)
Musica di F. Haydn
Torino- FAMOSE PAGINE ORCHESTRALI DAGLI STATI UNITI
La celebre Rhapsodie in Blue di Gershwin, che ha conosciuto un fortuna strepitosa, è strutturata in tre momenti: un primo tema inebriato di swing, un secondo più convulso e un terzo il motivo blues che vengono riesposti, ricapitolati e mescolati liberamente sino all’ultima affermazione del clarinetto in coda., Nell’ insieme la fedeltà al jazz è minata dall’assimilazione al musical di Broadway, senza dubbio la radice più autentica di Gershwin.Nel balletto “Appalachian Springs”, scritto nel 1944, di Aaron Copland sono presenti abbaondanti spunti dalla tradizione popolare i cui temi e cadenze vengono rielaborati con il chiaro intento di comunicare con un pubblico più vasto. La suite “L’oiseau de feu” di Stravinskij sotto il profilo linguistico e musicale può considerarsi un lavoro quanto mai ambivalente: da un lato riassume la tradizione tardo toocentesca, dall’altro presenta influssi di quella francese che vengono sfruttate in un nuovo modo il quale diventerà caratteristico del suo stile personale. dove la ripetizione di identiche sequenze ritmiche viene variata di continuo.
Torino, Auditorium Lingotto, via Nizza 431
martedì 15 settembre. ore 21.00
biglietti esauriti
ORCHESTRA “HAYDN” DI TRENTO-BOLZANO diretta da GEORGE PEHLIVANIAN, solista STEFANO BOLLANI (pianoforte) foto
Musiche di Gershwin, Copland, Stravinskij