PIEMONTE ARTE: TUNINETTI, GUTTUSO, BOVONE, FALCONI, PUISAIS, PREVERINO, ARMENIA…  

 

POIRINO, “CIBO PER L’ANIMA” DI GIANNA TUNINETTI

Tuninetti Poirino“Cibo per l’Anima” è il titolo della mostra che l’artista torinese Gianna Tuninetti inaugura giovedì 8 ottobre, dalle 16 alle 19, a Poirino, Palazzo Cà del Bosco, in Via Cesare Rossi 11.

La mostra prosegue fino al 25 Ottobre. Orari: Lunedi – Venerdi: 15,30 – 18,30 – Sabato e Domenica: 10 – 12,30 : 15,30 – 18,30.

 

TORINO, IL DANTE DI GUTTUSO ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA

Dante di GuttusoL’esposizione IL DANTE DI GUTTUSO, presentata alla Tour de l’Archet di Morgex (Valle d’Aosta) nel corso dell’estate, è stata allestita dalla Fondazione Natalino Sapegno Onlus in collaborazione con gli Archivi Guttuso in occasione del 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri (1265-1321) insieme con diverse altre iniziative celebrative, alle quali il Capo dello Stato si è voluto associare concedendo la MEDAGLIA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Viene riproposta a Torino dal 2 al 31 ottobre nella Biblioteca Nazionale Universitaria di Piazza Carlo Alberto 3, dove si arricchisce di un’importante sezione libraria curata dalla Biblioteca stessa.

L’iniziativa è sostenuta dalla Compagnia di San Paolo, che vede in essa concentrarsi più obiettivi della sua politica culturale: il livello scientifico e artistico dell’esposizione, la qualità culturale della Fondazione Sapegno, la valorizzazione di beni librari della Biblioteca Nazionale Universitaria e dei suoi spazi, dove recentemente è stato inaugurato il rifunzionalizzato e innovativo Auditorium Vivaldi, la cui realizzazione è stata anch’essa sostenuta dalla Compagnia. Curata da Fabio Carapezza Guttuso (Presidente degli Archivi Guttuso) e da Giulia Radin (direttore della

Fondazione Sapegno), la mostra IL DANTE DI GUTTUSO ripercorre l’approfondito lavoro di Renato Guttuso sulla Divina Commedia, avviato alla fine degli anni Cinquanta e culminato nel 1970 nella pubblicazione di 56 illustrazioni presso Mondadori. Delle centinaia di tavole, bozzetti preparatori e disegni realizzati dal pittore siciliano in questo decennio, sono stati scelti 22 lavori, provenienti in gran parte dagli Archivi Guttuso, che consentono di entrare nel laboratorio del Maestro e seguire la lenta elaborazione del suo Dante attraverso lo studio della tradizione iconografica precedente (dalle miniature medievali sino agli esperimenti più recenti di Salvador Dalì), ma soprattutto attraverso un serrato confronto con il capolavoro dantesco. L’analisi del testo fu principalmente condotta da Guttuso sul commento alla Commedia di Natalino Sapegno

(edito fra il ’55 e il ’57 presso La Nuova Italia), arricchito dal confronto diretto con il critico valdostano, con il quale Guttuso aveva stretto una profonda amicizia sin dalla fine degli anni Trenta. Nell’esposizione le opere sono pertanto accompagnate non solo dai versi danteschi illustrati (i celebri passi dedicati a Paolo e Francesca, Farinata degli Uberti, Filippo Argenti, Taide, Giustiniano, …), ma anche dal commento di Sapegno, che guida il visitatore attraverso la Commedia come già aveva orientato la lettura di Guttuso. Il dialogo dantesco fra il pittore e il critico è idealmente rappresentato – e quasi reso tangibile – dalla presenza in mostra del celebre Autoritratto del 1975 e del Ritratto di Natalino Sapegno dipinto da Guttuso nel 1978.

La ricerca del pittore siciliano sulla Divina Commedia è inoltre documentata da preziosi filmati d’epoca. Due sezioni della mostra sono dedicate alle edizioni e agli studi danteschi: dalla biblioteca e dall’archivio di Natalino Sapegno sono stati estratti documenti e volumi che ripercorrono l’intenso rapporto del critico con Dante, dalle lettere giovanili indirizzate a Carlo Levi al commento integrale alla Commedia (un testo adottato per decenni nella maggior parte delle scuole italiane), alle conferenze – alcune delle quali ancora inedite – tenute in occasione del centenario dantesco del 1965. Grazie alla collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria, l’esposizione si arricchisce infine di un ulteriore, importante tassello: una ventina di manoscritti (prodotti tra il XIV e il XVI secolo) ed edizioni a stampa della Commedia: da un esemplare dell’edizione fiorentina del 1481 con il commento di Cristoforo Landino sino alla Commedia edita a Monaco da Bernardo Schuler nel 1893, recentemente ricevuta in dono e collocata nella Sezione Riserva del Deposito Manoscritti e Rari della Biblioteca torinese.

TORINO, I NUOVI QUADRI DI PIERLUIGI BOVONE ALLA PROMOTRICE AL VALENTINO

bovoneLa tensione della linea esprime la dimensione della ricerca di Pierluigi Bovone, l’energia di una «scrittura» che stabilisce un dialogo diretto tra l’immagine evocata e il colore, l’idea generante la forma e la forza di una narrazione mai sconfitta dal tempo e dagli eventi.

Il discorso appare, quindi, condotto con misura, con una controllata resa del soggetto, con il fluire dei neri, dei rossi, dei gialli, in una sorta di alfabeto capace di scandire le emozioni, le sensazioni, le meditate riflessioni intorno alle vicende del passato, i ricordi.

Vi è in questo nuovo ciclo di opere la volontà di trasmettere il senso di una pittura dalla forte impronta espressionista, dalla dinamica interpretazione di un treno descritto in «A mio nonno», di un’ampia e intensa pagina dedicata al tema dell’«Industria» ed alle sciabolate di colore che esaltano il ritmo compositivo di «Transito».

Ogni tela, ogni recupero di interiori impressioni, ogni rilettura di una «Natura incontaminata», costituisce il «corpus» di una stagione che, a dieci anni dalla prima personale, mette in evidenza una raffigurazione sempre e comunque legata a una «costruzione» complessa, sensibile ai valori cromatici, intessuta di quegli elementi che gli permettono di realizzare opere come «Finestre», «Codice» e «Infrastrutture».

E le linee geometriche, gli ingranaggi, i sottili riferimenti all’astrattismo lirico di Rothko, concorrono a formare il clima del lavoro di Bovone che, in certe occasioni, trae ispirazione dalle macchine, dai reperti dell’archeologia industriale, dagli oggetti quotidiani, che «finiscono per riflettersi sulle ideazioni pittoriche e plastiche dell’artista moderno», come sottolinea Gillo Dorfles in «Ultime tendenze nell’arte d’oggi», edito da Feltrinelli nel 1961.

Dipingere costituisce, anche nell’arte contemporanea, un momento di confronto, di analisi conoscitiva, di rapporto con la società e con gli avvenimenti. E’ sicuramente un mezzo per comunicare, per travalicare la realtà, per approdare all’area del sogno e della fantasia, perchè – ha scritto Franz Kline – «Se si è pittori non si è soli. Non è possibile essere soli. Si pensa, ci si preoccupa e si è uniti alle persone che hanno i medesimi sentimenti…».

In questa direzione, si colloca l’esperienza di Bovone e quel suo racconto per immagini reso mediante il pulsare della materia- colore, il lacerarsi e aprirsi delle strutture, la trama di un diario che, di volta in volta, rivela il fascino indiscusso di un dire che appartiene alla sua storia, alla definizione della pittura, all’avventura del segno che si fa testimonianza e poesia.

Angelo Mistrangelo

 

 

Promotrice delle Belle Arti, Palazzina Liberty al Valentino,

viale B. Crivelli 11, orario:11-13/16,30-20, festivi 10,30-12,30,

lunedì chiuso, tel.011/6692545, sino al 18 ottobre.

 

 

 

TORINO: ALLA PROMOTRICE AL VALENTINO OPERE DI FLAVIO FALCONI

FalconiSegni, simboli, colori, appartengono al ciclo «C’era una volta…»

di Flavio Falconi, al «corpus» di lavori eseguiti fra il 2013 e il 2014, a una ricerca che trova nelle sale della Promotrice delle Belle Arti al Valentino una determinante e decisiva collocazione. Sale in cui espone sin dal 2003, in occasione delle mostre sociali, con particolare riferimento alla «173° Esposizione Arti Figurative» di quest’anno, dove ha presentato «The mistery of life».

Un percorso, il suo, contraddistinto dalla volontà di tradurre le interiori sensazioni in una sequenza di immagini, di figure che si stagliano lievi e incorporee nello spazio del foglio di carta.

E sono dolcissime fanciulle, madri, atlete, bambini, che popolano questo suo mondo particolare, nato dalla frequentazione dei maestri Guido Gajetti, Gianni Sesia della Merla e Pippo Ciarlo, amico e maestro, che ha scritto:«Falconi si esprime con sicurezza nei paesaggi ad olio, ma è la figura umana che maggiormente lo «intriga» e lo porta ad affrontare in modi diversi: o con segni spezzati e drammatici, o modi accademici, o semplici linee che scivolano sulla superficie dei fogli di carta…».

E sono raffigurazioni che rimandano alla clessidra di un tempo di subitanee impressioni, di aquiloni, dei giochi dell’infanzia e dei colori di un personalissimo vorticismo, in una sorta di racconto legato alla propria visione della società contemporanea, a una ritrovata spiritualità, a una luce che travalica il vero per approdare a lievissime ed emergenti emozioni-simbolo.

E così un angelo azzurro, un emblematico uovo, una scultura in pietra porosa, concorrono a delineare i momenti espressivi di Falconi, che non perde mai di vista la proiezione verso il futuro e la sua singolare storia.

Una danzatrice e un arlecchino, una ballerina con la sfera e un bambino sul filo, sono altrettanti aspetti di una pittura che ha attraversato i luoghi dell’arte: dai corsi dell’Accademia Albertina a quelli dei CEDAS-Fiat, dal Gruppo Gil a opere tendenti all’astrattismo.

Le recenti «tavole», delicate, esoteriche, interiorizzate, concorrono a delineare l’attuale fase della ricerca di Falconi, l’urgenza di una rappresentazione mai sconfitta dal trascorrere delle stagioni, la capacità di recuperare il valore di quella senbilità che presiede alla formulazione del suo discorso.

Pittura e riflessioni, linee armoniose e narrazione, musicalità e gestualità, gli permettono di rileggere e riconsiderare gli aspetti della realtà circostante, che si trasforma in limpide figure immerse nella luminosità atmosferica.

 

                                              Angelo Mistrangelo  

 

 

Promotrice delle Belle Arti, Palazzina Liberty al Valentino

viale B. Crivelli 11, orario:11-13/16,30-20, festivi 10,30-12,30,

lunedì chiuso, tel.011/6692545, sino al 18 ottobre.   

 

 

TORINO: ALLA FONDAZIONE 107 “LET THE LEGS DO THE WORK – SOLO SHOW ANTOINE PUISAIS”

fondazione 107A cura di IDEA – Institute for the Development of Emerging Art – New York

ARCHEOLOGIA E ARCHITETTURA – GROUP SHOW

Aaron Bobrow . Toby Christian . Ethan Cook . Bas van den Hurk

Paul Kremer . Duncan Macaskill . Haley Mellin

Nika Neelova . Philipp Roessle . Les Rogers . Camilla Steinum

A cura di IDEA – Institute for the Development of Emerging Art – New York

26 settembre – 25 ottobre 2015

orario: giovedì-domenica 14-19

La Fondazione 107 è lieta di presentare la prima mostra personale dell’artista francese Antoine Puisais. Sarà esposta una serie di nuovi lavori su tela che sviluppa il gioco di segni e cancellature caratteristico della sua produzione pittorica. Puisais è da tempo interessato alla sovrapposizione o eliminazione di materiali, segni, gesti. Per questo prepara livelli stratificati di supporti in compensato, dipinge su strati di acrilico e carta plastificata, introduce elementi del collage e utilizza

applicazioni serigrafate. Per realizzare la nuova serie di dipinti su tela che saranno esposti per la prima volta in questa mostra, Puisais cosparge di colla un pannello di compensato e stende la tela sulla superficie in modo da staccare lo strato dell’immagine dal suo supporto, quasi come un archeologo rimuoverebbe un affresco antico dalle pareti di una villa dell’epoca romana o rinascimentale. Puisais apprezza sia gli imprevisti che la calcolata spontaneità di questo procedimento: c’è l’accurata composizione intenzionale dell’artista seguita da una rinuncia all’autorialità quasi alla John Cage attraverso l’atto imprevedibile di strappare la tela. È un’affascinante inversione del suo precedente modo di trattare i pannelli in compensato sia

costruendovi sopra superfici sia scavando a fondo nei loro strati in un’operazione quasi geologica.

Se i pezzi di compensato erano generati dal punto di vista dell’aggiunta di strati e forme disposte una sull’altra, i trasferimenti della tela sradicano l’immagine e la presentano al contrario come se guardassimo dal punto di vista della superficie vuota su cui l’artista sta intervenendo.

L’idea a Puisais è venuta osservando gli infiniti strati di carta sovrapposti sulle pubblicità della metropolitana di Parigi. Guardando l’alternanza dei manifesti variopinti e il patchwork di fogli di carta pigmentata incollati sopra, non ha potuto evitare di farsi catturare dalla conversazione tra segni, graffiti, strappi e interventi che si producevano quando i passanti venivano sedotti dalla prospettiva di una tabula rasa in cui potevano interagire sia con lo spazio stesso sia, per estensione,

con gli altri parigini. Puisais abbraccia questo processo democratico di produzione artistica riferendosi agli strappi, segni e incisioni che si verificano spontaneamente in queste sedi pubbliche. Ciò lo porta a dialogare con i pittori iconoclasti emersi negli anni Ottanta. Per esempio Christopher Wool che ha tratto più volte ispirazione dai graffiti e cartelloni di New York o Rudolf Stingel che spesso installa celotex nelle mostre e invita il pubblico a lasciarvi un segno. Come Wool e Stingel, il lavoro di Puisais conserva il flusso spontaneo e l’eccitazione dei gesti e segni trovati nell’ambiente urbano e al tempo stesso li cattura e li offre al nostro sguardo. Questo atteggiamento ci riporta ancora più indietro nella storia dell’arte, ai poster strappati e riutilizzati dagli sperimentatori del décollage come Raymond Hains, Jacques Villegle e Mimmo Rotella, attivi a Parigi e Roma negli anni Cinquanta e Sessanta, o ai collage ancora precedenti di Kurt Schwitters, meticolosamente composti a partire da materiali di uso comune. La mostra sarà accompagnata da una monografia illustrata sull’artista con un saggio di Alex Bacon.

FONDAZIONE 107 – via Sansovino 234, Torino

Ingresso: 8 euro; ridotto (dai 13 ai 18 anni) 5 euro

Ingresso gratuito sino ai 12 anni e per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte

Visite guidate su prenotazione e tutte le domeniche ore 17

Per informazioni: 011 4544474 www.fondazione107.it – info@fondazione107.it

 

TORINO: ARMANDO MARROCCO A “SPAZIOBIANCO”

MarroccoUna grande mostra di uno dei maestri dell’arte contemporanea italiana. Armando Marrocco presenta a Spaziobianco una collezione inedita di opere visionarie realizzate in resina, su tela emulsionata in acrilico, in anticorodal, in bronzo, in marmo. Le costellazioni fantastiche di “Uomouniverso” sono il frutto sorprendente di oltre mezzo secolo di ricerca e sperimentazione di uno dei più eclettici artisti italiani. La mostra è a cura di Toti Carpentieri. I testi a catalogo sono di Toti Carpentieri e di Elisa Ajelli. L’organizzazione è di Silvano Costanzo.

La mostra rimarrà aperta fino al 2 novembre 2015, dal martedì al venerdì, dalle 16,30 alle 19,30 o su appuntamento.

Spaziobianco, via Saluzzo 23/bis (interno cortile), Torino  – Tel.  333 6863429 –

Mail: informarte8@gmail.com

 

TORINO, MOSTRA “TRA RUMOROSI SILENZI” DI FRANCESCO PREVERINO

Preverino paesaggioCon la mostra TRA RUMOROSI SILENZI. FRANCESCO PREVERINO prosegue la rassegna d’arte contemporanea intitolata ARTE IN QUOTA curata da Riccardo Cordero e inaugurata con successo la scorsa estate dalla personale di Samuel di Blasi Lo scalatore di nuvole.

La serie espositiva presenta al pubblico opere selezionate di artisti esordienti o già affermati attinenti al tema della montagna e si inserisce in un nuovo percorso, dedicato all’arte contemporanea, intrapreso dal Museomontagna che in quest’ottica ha accolto per due anni consecutivi anche il progetto espositivo Passi Erratici nato nell’ambito del Festival Torino e le Alpi.

La mostra è diffusa all’interno di tutto lo spazio museale in cui le opere di Francesco Preverino interagiscono con l’esposizione permanente in un dialogo armonico senza creare forzature o strappi visivi e nulla sottraendo al progetto museale esistente. Anzi questo ne viene arricchito in un gioco di rimandi tra l’esistente e le opere contemporanee qui inserite. Preverino, pittore e scultore affermato, già titolare della Cattedra di Decorazione presso l’Accademia Albertina di Torino, espone opere pittoriche e plastiche che riproducono, con un linguaggio poetico espressionista, figure, paesaggi e bozzetti per sculture realizzati dal 1988 ad oggi. Punto focale dell’evento sono le 8 opere su carta, dal titolo Tra rumorosi silenzi, che danno il nome alla mostra stessa e sono poste all’interno dello spazio ipogeo in una collocazione leggermente staccata dall’impianto museale.

Una serie di grandi profili di montagne in cui una trattenuta gestualità pittorica si accompagna a un’approfondita ricerca cromatica e compositiva. Progettata appositamente per il luogo che la ospita l’installazione ha come scopo precipuo quello di obbligare lo spettatore a meditare su un momento particolare della giornata in montagna; quel momento misterioso, dove tutti i colori si spengono creando una situazione strana, indescrivibile, quasi impercettibile ma spesso intrisa di una triste e malinconica atmosfera. Di rimando, al primo piano del Museo, la deliziosa composizione, formata da una sequenza di 48 piccole tavole su legno, dal titolo Paesaggio, del 2006, propone al visitatore una sorta di fantastica visione cartografica, a tecnica mista, della splendida cornice delle Alpi.

L’iniziativa del Museo Nazionale della Montagna e della Compagnia di San Paolo, inserita nel progetto Torino e le Alpi si avvale della collaborazione della Città di Torino e del Club Alpino Italiano.

 

TRA RUMOROSI SILENZI. FRANCESCO PREVERINO

a cura di Riccardo Cordero – una mostra del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI-Torino.

Torino, Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, 09 ottobre – 29 novembre 2015

Inaugurazione: 8 ottobre 2015, ore 18.30.

 

TORINO, VOCI E IMMAGINI PER L’ARMENIA

armeniaL’ Associazione AS.SO. invita all’ evento “ VOCI E IMMAGINI PER L’ ARMENIA”, incontro con scrittorei, intellettuali e studiosi della cultura armena, che si svolgerà dall’ 8 al 17 ottobre 2015 a Palazzo dal Pozzo della Cisterna – sede della Città Metropolitana – via Maria Vittoria 12  Torino.

Nel programma, l’8 ottobre, sarà proposta la  mostra “Immagini per l’Armenia”: opere di Mavian, Mutafian, Caravella, Caprioglio, Cottino, Dessi, Falciatore, Fisanotti, Gabanino, Lobalzo, Parsani Motti, Porporato, Sepan, Viarengo Miniotti. Orario mostra: 10-18. Nell’occasione saranno eseguite musiche di autori armeni con l’intervento del maestro Maurizio Redegoso Kharitian.

 

TORINO, FONDAZIONE MERZ: CONVEGNO SUL RUOLO SOCIALE ED EDUCATIVO DEI MUSEI

ZonArte 2015 – lo spazio e il tempo dove il pubblico incontra l’arte contemporanea

Convegno sul ruolo sociale ed educativo dei Musei

8 – 9 ottobre 2015 ore 10 – 18

Fondazione Merz  –  Via Limone 24, Torino

Merz ZonarteL’ 8 e 9 ottobre 2015 si svolgerà negli spazi della Fondazione Merz un convegno sul ruolo sociale ed educativo dei Musei curato da ZonArte, il network che riunisce i Dipartimenti Educazione delle principali istituzioni piemontesi dedicate all’arte del nostro tempo: Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Fondazione Merz, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e PAV Parco Arte Vivente, in collaborazione con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e sostenuto dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT di Torino.

I temi del convegno riguarderanno la situazione attuale dei musei in relazione al coinvolgimento attivo di tutti i pubblici. Durante i due giorni di scambio d’esperienze si cercherà di formalizzare lo stato attuale della funzione educativa, fondamento democratico del museo contemporaneo, che viene messa in discussione soprattutto nel nostro Paese. Ci troviamo, infatti, di fronte a una regressione culturale che mette al primo posto valori verticistici, dettati da linee direttivo-curatoriali, dal mercato e dalla ricerca di un’audience strumentale esclusivamente soggetta a logiche numeriche. La crisi economica (e soprattutto finanziaria) ha spinto le istituzioni culturali a operare un forte ridimensionamento dei fondi disponibili, salvaguardando e garantendo, soprattutto, il valore economico rappresentato dalle opere delle Collezioni. Tale scelta di campo sembra riportare in secondo piano gli obiettivi, guadagnati in anni di ricerca innovativa e inclusiva, e le pratiche fondate sul valore educativo dell’arte del nostro tempo.

In Italia la figura del curatore educational fatica a radicarsi. Talvolta i curatori delle mostre tendono a ignorare tale funzione o a sovrapporsi a essa con pratiche che, benché nascano in ambiti relazionali, spesso si limitano alla strumentale movimentazione di persone.

Per definire consapevoli e nuove modalità programmatiche in risposta a queste problematiche, il convegno darà voce a diversi soggetti che compiono importanti ricerche che intersecano i confini dell’arte: pedagogia e didattica, curatela e progetti in ambito educational, pratiche partecipative e attivismo.

Oltre ai responsabili dei Dipartimenti Educazione che curano il progetto Zonarte e che modereranno gli interventi, saranno presenti anche Cesare Pietroiusti, artista che è stato tra i primi a lavorare in ambito relazione e partecipativo; Valeria Graziano, ricercatrice universitaria presso la Middlesex University di Londra, dove studia lo sviluppo di modelli di incontro nel contesto delle pratiche artistiche; Giorgio de Finis, antropologo, giornalista e film-maker, ideatore e promotore del MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia di Roma.

Portare l’attenzione sulla funzione educativa dei musei, alla luce delle accresciute istanze di partecipazione alla vita culturale e dei rischi di una sua progressiva riduzione a fenomeno di banale intrattenimento e dare concretezza a processi formativi che propongano l’esperienza dell’arte come esperienza di conoscenza, di crescita personale e collettiva, sono le azioni che definiscono il disegno generale del progetto ZonArte e il programma di attività dell’edizione 2015.

Il progetto propone quest’anno tre importanti momenti: un workshop che si è svolto a luglio, condotto da Cesare Pietroiusti e rivolto ai giovani studenti delle Università e delle Accademie di Belle Arti, il convegno che si svolgerà l’8 e il 9 ottobre sul ruolo socioculturale ed educativo dei musei e infine un ampio programma di attività per il pubblico di Artissima, la Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino tra il 6 e l’8 novembre.

L’edizione di quest’anno è coordinata dal Dipartimento Educazione della Fondazione Merz.

 

TORINO, MAO: GIOIELLO MASCHILE E DIVINITÀ LONTANE

MAOIl 6 ottobre si è  inaugura la mostra Gioiello maschile e divinità lontane che presenterà i lavori dell’Istituto Europeo di Design di Torino realizzati dal 2° e 3° anno del Corso di Design del Gioiello e Accessori a.a. 2014/15 in collaborazione con il MAO Museo d’Arte Orientale.

Gli studenti sono stati impegnati lo scorso Anno Accademico in un percorso didattico che li ha portati a studiare, reinterpretare e lasciarsi ispirare da alcune opere esposte nelle sezioni del Museo dedicate all’Asia Meridionale, alla Cina, al Giappone e alla Regione Himalayana. Queste terre lontane, le cui divinità antiche ispirano ancora oggi lo stile dell’uomo contemporaneo, hanno stimolato il concept progettuale dei gioielli realizzati. L’obiettivo è stato quello di creare dei gioielli maschili innovativi da un punto di vista iconografico, materico e formale, in controtendenza al trend attuale che tratta la produzione di gioielli più a livello commerciale e meno di ricerca. In stretta relazione con il lavoro condotto in Museo, i gioielli realizzati nel loro insieme sono una reinterpretazione delle opere in esposizione. Gli ornamenti maschili non si limitano ad esaltare aspetti storici ed estetici, ma mettono in evidenza un forte potenziale creativo. Tra i concetti che più hanno ispirato la produzione troviamo il rapporto corpo/volumi, materiali/esibizione, divino/umano.

Fra i gioielli realizzati, la collana maschile della diplomata Carlotta Dasso è l’immagine guida della mostra, gioiello che nasce dall’analisi della rappresentazione iconografica dell’aureola buddhista e induista. Come fosse un amuleto sacro il gioiello conferisce audacia e conoscenza all’uomo che lo indossa, unitamente alla capacità di sapersi adeguare ai cambiamenti della propria esistenza. Il gioiello è stato realizzato in ottone, ceramica e oro zecchino.

I gioielli esposti sono stati realizzati da: Othmane Benradi; Marianna Burdet; Carlotta Dasso; Barbara Deffereria; Marta Faletti; Maria Paola Giai Merlera; Anna Gianinetti; Serena Gippa; Federica Lazero; Ilaria Minischetti; Cecilia Mosso; Marco Pistamiglio; Marco Scarpa; Giulia Marta Siccardi; Giulia Stella e Jessica Venturello, studenti del Corso di Design del Gioiello e Accessori IED Torino.

Il progetto si è sviluppato sotto la supervisione di: Daniela Bulgarelli, Coordinatrice del Corso di Design del Gioiello e Dante Di Lilla, Lia Lenti ed Emanuela Genesio, docenti IED Torino; Claudia Ramasso e Marco Guglielminotti Trivel, conservatori del MAO Museo d’Arte Orientale di Torino.

 

TORINO: ALLIANCE FRANÇAISE DI TORINO FESTEGGIA 5 ANNI

Alliance LazooL’Alliance française di Torino festeggia, sabato 10 ottobre 2015, un lustro di presenza francofona sul territorio offrendo ai cittadini un’intera giornata dedicata all’arte urbana, per portare in piazza ciò che ci nutre e, in tal modo, contribuire al miglioramento del nostro “vivere insieme” la città. Per celebrare cinque anni di vita, grazie alla grande sinergia con numerosi partner culturali, l’Alliance offre un momento di festa, di partecipazione e di condivisione tra arte, cinema, teatro, musica e sport. Un importante appuntamento per il quale si è scelto di far interagire artisti francesi e comunità locali, in un non stop di eventi culturali da mattino a sera, 45 attività e 60 partner.

A partire dalle ore 9.00 i Bagni Municipali augurano un buon compleanno spadellando con impegno mentre l’ultimo rendez-vous della giornata è previsto alle 21.30 con la proiezione di Vandal, un film di Hélier Cisterne, al CineTeatro Baretti.

In ambito arte, Lazoo, “Graffeur” del collettivo Hip hop citoyens, propone non solo un’opera permanente realizzata in collaborazione con MrFijodor, ma anche un laboratorio creativo con giovani artisti dell’Accademia Albertina.

La giornata è animata inoltre dal video della sezione Per4m di Artissima, da opere fotografiche e di pittura, per concludersi a sera con Vraiment?, opera di Michele Liuzzi ispirata all’Ultima Cena, proiettata sulla facciata della Chiesa del Sacro Cuore di Maria.

Il programma musicale vede invece la presenza eccezionale di Alpha Blondy, grazie al festival creativAfrica (Ottobre Africano – Africoeur).

Per i bambini alle ore 9.30 inizia la caccia al tesoro bilingue e si prosegue con un puzzle gigante della Francofonia (più di 70 chili !) e altre attività teatrali e sportive nel pomeriggio.

Per il ciclo di conferenze, Henri Lopes, Ambasciatore del Congo in Francia e scrittore, dialoga con i ragazzi sulla tematica della Francofonia.

Un 10 ottobre di festa ricco di performance, spettacoli, film, conferenze, incontri, laboratori, dimostrazioni sportive e momenti gastronomici per una celebrazione in cui si fondono cultura francese e torinese.