Costruire in deroga, dopo l’ex Mulino adesso Chieri si muove: altre tre richieste
Costruire in deroga al piano regolatore, per dare nuova vita a fabbricati industriali non più utilizzati: una faccenda apparentemente semplice, ma che, anche a causa di scenari legislativi non del tutto definiti, mette in difficoltà i comuni. Chieri su tutti: la vicenda dell’ex mulino Berruto, nonostante Chieri si sia data delle regole in carenza di leggi precise, ha lasciato il segno. E ha anche fatto da apripista per altre iniziative analoghe. Sono in arrivo tre progetti, almeno due dei quali, per dimensioni delle aree, paragonabili all’ex Mulino.
“Per ora – dice l’assessore all’urbanistica Massimo Ceppi – si tratta più che altro di manifestazioni di interesse da parte di privati. Con questa incertezza normativa, nessuno si avventura a far progetti definiti prima di essersi confrontati con gli uffici tecnici e con l’amministrazione. Il rischio di buttare via molti soldi è alto. E non conviene a nessuno.”
La strada che il comune di Chieri ha deciso di percorrere è stretta, ma è anche l’unica praticabile. “Diciamo ai privati: dateci un progetto di massima, una relazione con un disegno esemplificativo di quello che vorreste realizzare. Noi cercheremo di capire se la proposta progettuale, politicamente e tecnicamente, è praticabile e di interesse pubblico. Magari la proposta stessa è modificabile, di comune accordo. Poi si imbastisce una fase progettuale vera e propria che avrà il suo momento finale nell’approvazione o meno da parte del consiglio comunale. Si va in deroga al piano regolatore, dunque è il consiglio a deliberare. Irrigidirsi è rischioso per il privato, ma anche per l’amministrazione, che rischia pur sempre il ricorso in sede amministrativa.”
Dopo il Gialdo, dove si sposta la scena del confronto politico? “Una richiesta riguarda Strada Riva – dice Ceppi – e altre due Corso Torino.”