Ospedale unico, Martano: si vende parte dell’attuale per fare cassa
“Si passa dalle parole agli atti ufficiali. Non sono ancora fatti concreti, ma la situazione è favorevole.” Così il sindaco di Chieri, Claudio Martano, commenta l’incontro avvenuto lunedì scorso in Regione tra l’assessore alla sanità Antonio Saitta, i vertici dell’asl 5 con in testa il direttore generale Uberti e i sindaci dei tre comuni che all’interno dell’Asl 5 dispongono attualmente di un ospedale: oltre Chieri, il sindaco di Moncalieri Paolo Montagna e quella di Carmagnola Silvia Testa. “Ci sarà entro fine novembre – dice Martano – la firma di un protocollo d’intesa predisposto dal dottor Uberti, che rispecchia in buona sostanza l’esito degli incontri con tutti i sindaci del territorio dell’asl. Questo protocollo sarà portato da Saitta al ministero della sanità, come parte integrante del piano sanitario regionale che lo stesso Saitta discuterà col Governo, e che prevede la costruzione di due nuovi ospedali: il nostro e quello del Verbano Cusio Ossola, già caldeggiato a suo tempo dalla Giunta Cota. Saitta ci ha detto che ben difficilmente il finanziamento dello Stato coprirà l’intera spesa per la costruzione dell’ospedale: si dovrà integrare, come previsto, facendo cassa con la vendita di pezzi del patrimonio della nostra asl.”
Il protocollo d’intesa contiene altri aspetti salienti: la scelta del ‘dove’ è vista dai comuni più periferici come fondamentale per aderire alla scelta dell’ospedale unico. “L’identificazione del luogo – prosegue Martano – così come scritto nel protocollo fatto da Uberti, avverrà seguendo quei criteri che i sindaci in assemblea hanno approvato a suo tempo: la ‘baricentricità’, la raggiungibilità e la cantierabilità, vale a dire la possibilità di avviare i lavori senza dover procedere ad espropri. La Regione si impegna a tener conto di questi criteri e a farci, entro tre mesi, delle proposte. Una o più. Come sindaci saremo sentiti e potremo quindi ancora dire la nostra.”
La strada è ancora lunga, ma un passo avanti si è fatto. “Il quadro – dice Martano – appare favorevole. Il protocollo va chiaramente declinato con dei contenuti più precisi, ma è un atto ufficiale, da cui partono i passi successivi. La proposta di localizzazione arriverà a noi entro tre mesi, poi sull’area prescelta si partirà con le procedure che andranno a toccare i piani regolatori dei comuni interessati. Bisognerà valutare bene quali destinazioni consentire alle parti del nostro ospedale che non serviranno più e potranno quindi essere vendute, e la Regione ci aiuterà in questo percorso.”
Certo, bisognerà avere lungimiranza in dosi industriali. “Non sarà facile prevedere tra tre mesi quali saranno le condizioni del mercato tra 5 o 6 anni – prosegue il sindaco – ma bisognerà farlo. In Piazza Duomo nessun privato certo potrà pensare di farci un supermercato…Ma, battute a parte, è talmente lungo il tempo che passerà con l’attuale ospedale ancora in funzione che pensare oggi a destinazioni d’uso future sarà arduo. Toccherà probabilmente alla Regione contattate investitori importanti le dimensioni dei quali possano permettere proposte e impegni a così lunga scadenza.”
In parole povere, non sarà facile trovare qualcuno che abbia voglia di comprarsi un pezzo di ospedale tra qualche mese, decidendo da subito quel che ci vorrà fare (nel rispetto di quel che il piano regolatore modificato gli permetterà) per poi non farci nulla per 5-6 anni. In passato, operazioni del genere, non a caso, poggiavano sulla solidità delle banche…
Gianni Giacone