ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

TORINO- SANQUIRICO SCENOGRAFO ALLA SCALA

Scena di NormaPresso la sede dell’Armeria Reale, ora dotata di una nuova illuminazione di faretti a led ecosotenibili che rivoluziona colori e volumi della sontuosa galleria Beaumont, è allestita la mostra “La collezione Sanquirico” che Alessandro Sanquirico (1777-1849), il piĂą celebre scenografo dell’Ottocento, vendette nel 1833 al re di Sardegna assieme alla propria collezione di armi e armature inserita nell’allestimento permanente della galleria. Nella Rotonda sono esposti alcuni disegni di Sanquirico tra cui una raccolta delle scene disegnate per le opere di Bellini, Donizetti e Rossini rappresentate alla Scala tra il 1811 e il 1832.La mostra mette in dialogo il gusto collezionista di Carlo Alberto con il mondo teatrale di Sanquirico e propone, per la prima volta al pubblico, “La raccolta di varie decorazioni sceniche”, prezioso album dedicato al sovrano sabaudo  e proveniente dalla Biblioteca Reale. La mostra è curata dal direttore dell’Armeria Mario Epifani, mentre l’allestimento è dell’architetto Diego Giachello.

L’elenco degli spettacoli firmati da Sanquirico è impressionante (circa 400) tra opere e balli di cui parecchie prime esecuzioni, e così pure le incisisioni, le guazze e i disegni per gli affreschi e gli album, senza dimenticare gli allestimenti celebrativi i cui disegni figurano nella Raccolta Bertelli di Milano. Il famoso scenografo sfruttò il valore commerciale della sua opera che donò a illustri personaggi con il duplice risultato di svolgere attivitĂ  promozionale e di lasciare un’amplissima documentazione per i posteri. Tra i suoi stimatori figurava Stendhal il quale scrisse di non aver mai visto gli eterni problemi della finzione teatrale risolti con teniche così ardite. Sanquiricio fu attivo alla Scala per ventuno anni: alla sua partenza gli allestimenti denunciarono un crollo estetivco e adirittura incidenti in palcoscenico. Si ritirò a Tremezzo, sul lago di Como, non lontano da Blevio dove il grande soprano Giuditta Pasta possedeva una villa. La sua morte si tinse di giallo, pare che avesse assunto una sostanza tossica, scambiandola per una bevanda: L’avvelenamento fece (s)parlare a lungo. Il Sanquiricio trattava lo spazio scenico  in modo architettonico dominato da costruzioni monumentali che conferivano alla scena maestositĂ  e profonditĂ . Nel suo lavoro per la Scala impianti rigoosamente neoclassici si alternavano a quelli di sapore romantico, soprattutto neogotico. Tra gli allestimenti, ormai entrati nella storia della scenografia, concepiti per il grande teatro milanese si ricordano: “La Vestalle” di Spontini, “Semiramide” di Rossini, “Norma ” di Bellini (foto), “Il Crociato in Egitto” di Meyerbeer, “La straniera” di Bellini, “Anna Bolena” di Donizetti, ma anche titoli ormai scomparsi come” Gengis Khan” di Louis Henry o “Gli ultimi giorni di Pompei” di Pacini.

 

Armeria Reale, p. Castello, fino al 17 gennaio 2016

 

biglietto: intero  euro 12 ( circuito Polo Reale), ridotto 10 euro over 65, gratis titolari abbonamento Musei Torino e Piemonte Card

 

 

TORINO -PIANISTA INGLESE ANTIDIVO

Omer Meir WellberL’israeliano Omer Meir Wellber (foto), ospite dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI, è direttore  permanente della Isareli Opera dove dirige soprattutto o Puccini e Verdi. Inizia la sua formazione all’etĂ  di cinque anni, mentre dall’etĂ  di nove anni s’interessa anche alla composizione: A diciotto anni si laurea al Conservatorio di Be’er Sheva, dirige la Raamana Symphonietta Orchestra. fondata per aiutare l’integrazione degli Ebrei emigrati in Israele e dal 2011 è direttore artistico del Palau des Artes Reina Sofia di Valencia. Appare regolarmente a Berlino, Dresda, Vienna, MIlano, Monaco B. Il pianista Christian Blackshaw è un concertista anomalo: vive in una casetta di legno, sobiramente arredata nella regione del Suffolk. Riservato, schivo ha una sua storia tutta particolare dove Mozart sta al vertice dei suoi interessi. Studio, disciplina, quasi mai soddisfatto degli esiti raggiunti, oppone netti rifiuti allae case discografiche. Nel 1990 scompare l’amata moglie e sceglie un periodo di lunga inattivitĂ  per dedicarsi alle tre figlie in etĂ  ancora infantile e rinchiudersi in un matto studio. Si presenta al pubblico torinese con il Concerto in si bemolle maggiore KV 595 di Mozart, ultimo concerto del Salisburghese, semplice nel suo linguaggio e basato su un discorso interiore volto al sogno nostalgico della contemplazione, costruito sul richiamo alla musica popolare, trasformata quasi in una dimensione metafisica.

La serata si apre con la Kammersymphonie op. 9a di Schoenberg (scritta nel 1906 e rimaneggiata nel ’35) che si raggruppa formalmente in un unico movimento, , distinta, tuttavia, in cinque diverse sezioni senza soluzione di continuitĂ . E’ questo il primo lavoro del compositore viennese che prescinde da una trama letteraria e abbandona la grande orchestra per un organico cameristico. Viene abbandonato ogni legame con il passato, avviando così il suo personale percorso della ricerca della sospensione tonale che piĂą tardi approderĂ  alla dodecafonia, destinata a fare scola per decenni. La Sinfonia n. 3 in re maggiore D. 200, che chiude la serata, come tutte le sinfonie di Schubert  si apre con un Adagio, un coinciso Maestoso che sfocia nell’Allegro con brio dove il clarinetto apre il discorso con un arguto tema cui ne segue un altro espresso dall’oboe per nulla intenzionato a contrapporsi dialetticamente con il primo. Assente il movimento lento, seguono un Allegretto nella piĂą semplice forma ternaria, un Minuetto che manda un pò in frantumi l’antica cerimoniositĂ  della vecchia danza e un Finale alla Tarantella (Presto vivace).

 

Auditorium “Toscanini” (RAI), p. Rossaro

 

giovedì 19 e venerdì 20 novembre, ore 20.30

 

ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE RAI diretta da OMER MEIR WELLBER, solista CHRISTIAN BLACKSHAW (pianoforte)

 

Musiche di Schoenberg, Mozart, Schubert

 

 

TORINO- AL REGIO “DIDONE ED ENEA” DI PURCELL, CAPOLAVORO DEL BAROCCO INGLESE

didone ed eneaSi ha notizia di un’unica rappresentazione di “Dido and Aeneas”, vivente Purcell, forse nel1678 presso il collegio femminile di Chelsea, sobborgo di Londra. Fonte letteraria del libretto è il quarto libro dell’Eneide di Virgilio dove si consuma il dolore di Didone, innamorata di Enea, vittima di un inganno che le porterĂ  via il suo amato. TroverĂ  pace solo con il suicidio. La coincisa vicenda traccia un percorso psicologico ricco di sfumature e di grande forza drammatica, mentre le caratteristiche formali e lo spessore narrativo offrono coesione non comune attraversata da un coerente gesto teatrale. L’espressivitĂ  lirica, che risente dell’influenza italiana, è modellata sulle esigenze drammaturgiche con grande duttilitĂ . Qui Purcell sfrutta in pieno la flessibilitĂ  dellal inea melodica e la libertĂ  dei versi del librettista Tate. La bellezza delle linee vocali, la plasticitĂ  delle frasi hanno reso l l’opera molto amata nel Novecento. Questo capolavoro del barocco inglese approda per la prima volta al Teatro Regio (foto). Dirige Federico Maria Sardelli alla guida di un cast vocale che riunisce alcuni tra li specialisti piĂą apprezzati nel repertorio barocco.

 

Teatro Regio, p. Castello

 

19-22-24-26-28 novembre

 

ORCHESTRA TEATRO REGIO DI TORINO diretta da FEDERICO MARIA SARDELLI

Interpreti principali: ROBERTA INVERNIZZI (Didone), BENEDICT NELSON (Enea), ROBERTA MAMELI (Belinda), CARLO ALLEMANO (la strega); regia CECILE ROUSSET/JULIEN LIBECK

Allestimento Opéra Rouen Haute Normandie

 

 

TORINO- UN CAPOLAVORO POCO NOTO DI SCHUMANN

coro maghiniUna rosa vuole vivere l’esistenza umana:il desiderio viene esaudito dalla regina delle fate.Il fiore trasformato in fanciulla prende il nome di Rosa. Si tratta di un talismano che dona eterna felicitĂ  e da cui la giovane non dovrĂ  mai separarsi. Dopo una serie di triste esperienze, si rifugia in un cimitero dove si sta seppellendo una giovane donna morta per amore: Il becchino, mossa da pietĂ  per Rosa, la conduce presso i genitori di colei che ha appena sotterrato i quali credono di riconoscere nelae nuova arrivata la figlia scomparsa. Rosa trova, poi, marito, dĂ  alla luce un bimbo e sacrifica la propria vita regalando a lui il fiore dell’eterna felicitĂ . Congedandosi dal mondo ella non riprenderĂ  l’aspetto originario, ma diventerĂ  un angelo accolto in cielo dei serafini. Questa è la ttrma dell’oratorio “Der Rose Pilgerfahrt” (“Il pellegrinaggio della rosa”) di Schumann affidato al coro “Ruggero Maghini” (foto) diretto da Elena Camoletto per la stagione dell’Unione Musicale. Un’ oratorio da camera, una fiaba secondo la definizione delo stesso autore: venne composto in origine per voci soliste,coro e pianoforte ed eseguito nel 1851 a Dusseldorf. Schumann, lasciandosi convincere dall’entusiamo degli amici, approntò, con una certa riluttanza, una versione per orchestra. Tuttavia, è la versione originale che rivela appieno la vera natura della composizione in cui si alternano lieder, ensembles vocali,cori di straordinaria bellezza. Una partitura di rara esecuzione, capolavoro misconosciuto del romanticismo tedesco.

 

Conservatorio, p. Bodoni

 

domenica 22 novembre, ore 16,30

 

CORO “RUGGERO MAGHINI” diretto da ELENA CAMOLETTO

Solisti: KARIN SELVA (soprano), ALESSIO TOSI (tenore), MAURO BARGIONI (baritono), SASKIA GIORGINI (pianoforte)

 

Musica di Schumann

 

 

TORINO- GRANDIOSO ORATORIO DI HAYDN

Antonello ManacordaAntonello Manacorda (foto) , affermato violinista, tra i fondatori della Mahler Chamber Orchestra al fianco di Claudio Abbado, e oggi direttore della Kammerakademie di Potsdam e della Het Geldens Orkest, dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio nel capolavoro di Haynd “La Creazione” oratorio in tre parti, completato nel 1798 su libretto di Gottfried van Swieten che sfrutta come fonti la Genesi, i Salmi e “Il Paradiso perduto” di Milton. Il racconto è strutturato in tre parti, affidate ad altrettanti angeli nel quale Haydn focalizza tre elementi basilari:iIl recitativo secco o accompagnato come racconto della creazione, l’aria come descrizione degli eventi e commento, il coro come lode alla grandezza del Creatore a cui sono affidati monumentali interventi. L’oratorio è un esempio dell’illuminismo religioso di Haydn dove l’idea del peccato è assente e dove l’uomo non può che essere buono e motore della creazione divina.

 

Teatro Regio, p. Castello

 

Mercoled’ 25 giugno, ore 20,30

 

ORCHESTRA E CORO TEATRO REGIO DI TORINO direttida ANTONELLO MANACORDA

Solisti: ROBIN JOHANSSEN (soprano), FRANCISCO GATELL (tenore), GIANLUCA BURATTO (basso), m° coro CLAUDIO FENOGLIO

 

Musica di F.J. Haydn