ALLEGRO MOLTO di Edoardo Ferrati
TORINO- IL MEDIOEVO DI ORFF IN VERSIONE MODERNA
I “Carmina Burana” costituiscono un corpus di testi medievali dell’XI-XII secolo, in prevalenza in latino, tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del XII secolo il Codex Latinus Monacensis o “Codex Buranus” proveniente dal convento di Benedikthern, fondato nel 740 da San Bonifacio, nei pressi di Bald Tolz (Baviera). Oggi il codice è custodito presso la Biblioteca di Stato Bavarese di Monaco. I “Carmina Burana” includono 228 componimenti poetici su 112 fogli di pergamena decorati con otto miniature e sono suddivisi nelle seguenti sezioni: Carmina moralia (argomento satirico-morale), Carmina veris et amoris (argomento amoroso), Carmina lussorum et potatorum (canti bacchici e conviviali), Carmina divina (argomento moralistico-sacrale).I testi tutti in latino medievale, eccetto 47 scritti in tedesco antico, hanno argomenti palesemente diversi fra loro e dimostrano la poliedricità della produzione goliardica. Se da un lato troviamo i canti bacchici, le composizioni d’amore ad alto contenuto erotico e le parodie blasfeme della liturgia, dall’altro emerge un moralistico rifiuto delle ricchezze e la sferzante condanna verso la curia romana di cui molti erano dediti alla ricerca del piacere. Gli autori dei versi erano i cosiddetti “clerici vagantes” che s’inserivano nella corrente contraria alla mondanizzazione degli uomini di Chiesa. Non sono contro la Chiesa come istituzione, ma solo contro i suoi rappresentanti corrotti. La varietà dei contenuti del manoscritto è anche ascrivibile al fatto che i vari “Carmina” hanno autori differenti, ciascuno con proprio carattere, proprie inclinazioni e propria ideologia, non trattandosi di un movimento letterario compiuto e omogeneo nel suo senso moderno del termine. Molti dei “Carmina Burana” sono scritti in “campo aperto”, ovvero con neumi senza pentagramma, per cui la melodia è riconducibile al canto gregoriano, il problema è quello armonico-ritmico in quanto manca qualunque indicazione. Oggi è difficile realizzare un’interpretazione certa e oggettiva e varie soluzioni possono rivelarsi valide.Nel 1937 il compositore Carl Orff (1895-1982) musicò alcuni brani del “Carmina Burana”, realizzando un’opera omonima. Scelse di comporre una musica nuova, sebbene nel manoscritto originale fosse contenuta una traccia musicale per alcuni dei brani. L aprima rappresentazione fu l’8 giugno 1937 a Francoforte sul Meno, mentre la prima italiana ebbe luogo il 10 ottobre 1942 al Teatro alla Scala di Milano. Per le sue caratteristiche il lavoro può essere definito “cantata scenica” e reca il sottotitolo “Cantione profanae cantoribus et choris cantandae, comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis”. Non presenta una trama precisa e richiede tre solisti (soprano, tenore, baritono), due cori (uno dei quali di voci bianche), mimi ballerini e una grande orchestra: E’ strutturata in un prologo e tre parti. Nel prologo c’è “O Fortuna”, l’invocazione alla dea Fortuna e poi “Veris laeta facies” ovvero il lieto aspetto della primavera; “In taberna” ovvero all’osteria con canti in prevalenza goliardici e “Cour d’amours”, ossia canti d’amore e, infine “replica del coro iniziale alla Fortuna..
Ora, il Teatro Regio manda in scena, come terzo spettacolo della propria stagione, il lavoro di Orff, una delle partiture più eseguite del ‘900, in una produzione proveniente dal Circulo Portuense de Opera di Porto (Portogallo) firmata dalla regista Mietta Corli che è partita dai testi dei “Carmina” per tramutarli in visioni arcaiche, evocando gli orologi cosmici di Athanasius Kircher, filosofo, geologo, alchimsta le cui immagini sembrano rimandare al testo emblematico e allusivo dei “Carmina” stessi. Un evento teatrale più evocativo che realistico perchè legato all’incorporeità di un testo che diventa visione. Sul podio Jonathan Webb, esordiente al Regio e già direttore della Israeli Opera di Tel Aviv.
Teatro Regio, p. Castello
17-18-19-20-22 dicembre
ORCHESTRA, CORO TEATRO REGIO E CORO VOCI BIANCHE TEATRO REGIO E DEL CONSERVATORIO “VERDI” diretti da JONATHAN WEBB. Solisti: MARINA REBEKA (soprano), JOHN BELLEMER (tenore), THOMAS JOHANNES MAYER (basso); m° coro CLAUDIO FENOGLIO; regia MIETTA CORLI
TORINO -IMMENSO CAPOLAVORO DI JOHANN SEBASTIAN BACH
La Messa in si minore di J.S. Bach nacque in diversi anni tra il 1724 (Kyrie-Gloria.Sanctus), mentre il resto vide la luce tra il 1746 e il 1749. La prima esecuzione venne realizzata solo un secolo dopo nel febbraio 1834 a Berlino. Essa rsulta il coronamento di un uomo dagli interessi musicali enciclopedici di cui (manca solo il teatro musicale nel suo catalogo) che ha contribuito in modo fondamentale alla tradizione della musica sacra europea. Coloro che si apprestano ad ascoltare la Messa si devono confrontarsi con il genere della “parodia” che consiste nel rivestire un nuovo testo di brani vocali scritti in precedenza. I versi originari vengono sosituiti da altri di significato diverso, mentre la musica suona sostanzialmente identica. D’altronde la “parodia” al tempo di Bach costituiva prassi comune. La convivenza di stile antico e moderno realizza la celebrazione di quella vocazione cosmopolita dell’arte di chi, senza mai lasciare la Sassonia, aveva perseguito l’armonizzazione dei vari stili dell’antico come del moderno. Bach approda a una sintesi suprema di un’epoca che riiassume in sè la civiltà del barocco musicale europeo, consegnandola ai posteri in tutto il suo splendore. Ritorna sul podio della Nazionale RAI Ottavio Dantone (nella foto), specialista del baorcco musicale e grande clavicembalista dopo il successo, ottenuto due anni or sono, nel “Messia” di Haendel.
Auditorium RAI “Toscanini”, p. Rossaro
giovedì 17 e venerdì 18 dicembre, ore 20,30
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE R.A.I. E CORO “RUGGERO MAGHINI” diretti da OTTAVIO DANTONE. Solisti: BERIT SOLSET (soprano), DELPHINE GALOU (contralto), MARTIN VANBERG (tenore),
MATTHEW BROOK (basso); m° coro CLAUDIO CHIAVAZZA
Musica di J.S. Bach
TORINO-LA SONATA PIANISTICA SI RINNOVA
Il pianista magiaro Andras Schiff (nella foto), uno dei più noti interpreti di J.S. Bach, inizia gli studi musicali a cinque anni, si perfeziona a Londra e da trent’anni è al vertice del pianismo internazionale. Ha fondato gli Ittinger Pfingskonzerte della certosa di Ittinger in Svizzera e la sua Orchestra da Camera “Andrea Barca” che dal 1999 si esibisce al Teatro Olimpico di Vicenza. Schiff propone al pubblico dell’Unione Musicale il primo di un ciclo di tre concerti (il secondo a gennaio e il terzo nella stagione 2016/17) dedicati alle ultime Sonate di Haydn, Mozart, Beethoven e Schubert che a cavallo tra Illuminismo ed età romantica rinnovarono questa forma musicale attribuendovi un’importanza ancora oggi indiscussa.
La Sonata n. 50 in do maggiore di Haydn rappresenta una delle sue ultime fatiche. Scritta a Londra nel 1794, città in cui nacque il pianoforte moderno. Non c’è da meravigliarsi se l’anziano compositore avesse ancora voglia di rinnovarsi con eccezionale vigore cretativo che ha fatto accostare la sua produzione londinese all’opera dello “Sturm und Drang” dei primi anni Settanta. La Sonata principia con un “Allegro moderato” dove Haydn alleggerisce il materiale che viene mutato in un meccanismo di precisione e fantasia. Segue, indi, uno sviluppo che si avventura nei territori dell’armonia con una serie di fascinose variazioni. L'”Adagio” è un esempio di ampia melodia trasportata in una semplice struttura bipartita (che renderà Beethoven non indifferente). Il finale “Allegro molto” è quasi beffardo nella sua semplicità. La Sonata in do maggiore KV 545 di Mozart è destinata ad uso didattico. Nonostante dinanzi a doveri didattici, il Salisburghese riesce pur sempre a rintracciare strutture semplici e limpide. Il recital si chiude con la Sonata in do minore n. 21 D. 958, scritta da Schubert due mesi prima della morte. Pagina drammatica che non manca di farsi luce e di fondere in una sintesi nuova tratti della tradizione beethoveniana.
Torino, Conservatorio, p. Bodoni
Stagione Unione Musicale
Venerdì 18 dicembre, ore 21.00
ANDRAS SCHIFF, pianoforte
Musiche di Haydn, Mozart, Schubert