Chieri, un bilancio 2016 a tariffe (quasi) invariate
Un bilancio già ‘assestato’, quello per il 2016 approvato lo scorso lunedì dal consiglio comunale. “Con il nuovo ordinamento previsto dalla legge statale – spiega l’assessore alle risorse finanziarie Anna Paschero – il bilancio è ormai quello triennale, e si apportano modifiche ad un documento che già è impostato con spese e entrate. Viene confermata la scelta politica di non toccare le aliquote e le tariffe e si fanno i conti con la il nuovo ISE delle famiglie, che cambia i parametri di valutazione e che ci ha obbligato ad una serie di aggiustamenti per non penalizzare nessuno. Con le nuove regole, per la refezione scolastica che è il tema più ‘caldo’, ci sono maggiori agevolazioni per chi ha più figli in mensa, oltre che per i redditi più bassi. Ma le nuove regole, visto che il totale da incassare è sempre lo stesso, ci sono anche famiglie che non hanno più diritto ad agevolazioni: sono 300 famiglie su circa 2000 che usufruiscono del servizio.”
Un altro tema al centro dell’attenzione: la Ta.Ri, cioè la tassa per la raccolta rifiuti, sale leggermente. “Deve corrispondere al costo del servizio – spiega Paschero – e il costo è aumentato per due ragioni: la prima, paghiamo i crediti insoluti, cioè la parte del costo dei cittadini che non hanno pagato la tassa, anche per colpa nostra e delle nostre banche dati non aggiornate. In pratica, chi paga sopporta anche il costo di chi non paga, un 5 euro in media a famiglia. In futuro non dovrebbe accadere più, visto il gran lavoro fatto insieme al Consorzio per ripulire le banche dati. E poi, costa un po’ di più lo spazzamento delle strade, perché sono aumentati negli ultimi anni i chilometri da spazzare.”
In generale, comunque, i servizi sono stati mantenuti senza tagli, nonostante ci sia un consistente taglio, alla voce entrate, del contributo statale. “Che è sceso – precisa l’assessore – da 1,5 milioni dell’anno scorso ad appena 449 mila euro quest’anno. Abbiamo recuperato con una maggiore attenzione alle spese e con un significativo recupero dell’evasione di ICI e IMU per circa 700 mila euro.”