ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
TORINO- IL PIANOFORTE TRA ETA’ DEI LUMI E ROMANTICISMO
Il pianista ungherese Andras Schiff (foto) continua il suo viaggio nell’universo della Sonata tra Illuminismo e Romanticismo, epoca in cui raggiunse la sua forma definitiva. La Sonata in si bemolle maggiore K. 570 di Mozart è un lavoro facile solo in apparenza, mentre una lettura più approfondita rivela squisitezza di fattura e rilievo del contrappunto usato umoristicamente nel Finale. Beethoven è presente con la Sonata in la bemolle maggiore op. 110, tra le sue creazioni più personali e soggettive dove dominano i moti dell’anima che determinano e condizionano la stessa struttura formale. Dopo un Beethoven che domina ormai dall’alto la costruzione musicale, senza lasciarscene condizionare, troviamo la Sonata n. 50 di F. J. Haydn che appare come il frutto di un compositore che domina in modo sovrano la forma. La seconda tappa del “viaggio” si conclude con la Sonata in la maggiore D. 952, composta da Schubert a poche settimane dalla morte. Sotto la superficie apparentemente serena del’Allegro si cela l’abisso dell’Andantino spoglio e dolente su un ritmo di barcarola che poco a poco si scatena in una spaventosa tempesta, immagine di un diperata follia. Con lo Scherzo si ritorna a un spensierato clima viennese, tutto echi di valzer e scatti rapinosi. L’ultimo temo è un Allegretto dove la dilatazione melodica e l”ampliamento delle tonalità coinvolte si risolvono in un caleidoscopico gioco di sfumature, luci, colori.
TORINO, Conservatorio, p. Bodoni
Giovedì 7 gennaio, ore 21.00
Stagione Unione Musicale
ANDRAS SCHIFF, pianoforte
Musiche di Mozart, Beethoven, F.J. Haydn, Schubert
TORINO- NOVECENTO DA CONOSCERE
Dopo la pausa delle feste natalizie riprende la stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI con un programma affidato allo statunitense James Conlon che dal prossimo ottobre ne sarà il direttore musicale, succedendo allo slovacco Jurai Valcuha che ha portato il complesso torinese in fortunate tournées. Conlon (foto), che vanta una carriera dalla caratura internazionale, si presenta, nella prima parte della serata con due lavori del Novecento, repertorio in cui ha raggiunto ragguardevoli livelli interpretativi. S’inizia con Integrales di Edgard Varese (1883-1965), una delle figure musicali chiave del secolo scorso. Brano scritto nel 1923/25 dove agiscono quattro percussioni assieme a due ottavini, due clarinetti (in si bemolle e in mi bemolle), due trombe (in re e in do), tre tromboni (tenore, basso contrabbasso). Lavoro di forte impatto sonoro, dai crudi contrasti timbrici, intervallari e di registro. Integrales è un eloquente esempio dell’assoluta ricerca originale e prassi esecutiva del compositore statunitense: il suono “organizzato”, termine con cui amava definire la sua musica. Nessuna affinità con la Scuola di Vienna, tanto meno con il Neoclassicismo, che si richiamava al passato, e neppure con la cosiddetta “terza via”, quella bartokiana, bensì un percorso costruito su coordinate indipendenti. Subito dopo un altro interessante autore novecentesco: l’austriaco Franz Schreker (1878-1934), uno dei musicisti più influenti del mondo di lingua tedesca.Ebbe la carriera stroncata dalla furia nazista, morì prematuramente di ictus Dopo un lungo silenzio la sua musica, nell’ultimo ventennio, ha iniziato a reinserirsi nel repertorio.La Kammersymphonie (1926) è scritta per piccola orchestra (arpa, celesta, harmonium, pianoforte, flauto, archi) e si regge su una classica struttura sinfonica, soprattutto nel primo movimento seguito da un lussureggiante Adagio, da un Allegro che ricapitola i temi precedenti, da uno Scherzo e, infine, dalla sintesi di tutto il materiale tematico espresso. Si ritorna, poi, sul terreno più noto con la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 dove la parabola di Beethoven, incominciata sul baratro delle cieche forze del destino, si conclude alla luce radiosa della coscienza razionale. Un capolavoro di perfezione etico-formale destinato a rimanere insuperato
TORINO, Auditorium RAI “Toscanini”
Giovedì 7 e Venerdì 8 gennaio, ore 20,30
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE RAI diretta da JAMES CONLON
Musiche di Varese, Schreker, Beethoven
TORINO- RARI QUARTETTI PER ARCHI DI CAJKOVSKIJ
Il Quartetto “Accardo” è nato nel ’92 nel’ambito dei corsi di perfezionamento per strumenti ad arco della fondazione Stauffer di Cremona dove il celebre violinista tuttora insegna. L’ensemble è protagonista di un concerto monografico dedicato a Cajkovskij (foto) di cui vengono proposti due Quartettti raramente eseguiti. Il Quartetto in re maggiore op. 11 (1871) si apre con un Moderato e semplice che si sviluppa in una ben articolata forma
sonata e subito s’impone per la dolce catabilità del primo tema. In seconda posizione è collocato un Andante, pagina destinata a diventare celebre che più tardi l’autore trascriverà per violoncello e archi. Gli altri due movimenti sono un brillante Scherzo e un Allegro giusto di forte natura virtuosistica.Il Quartetto n. 2 in fa maggiore op. 22, dedicato al granduca Konstantin Nikolaevic Romanov vide la la luce nel 1873/74, Rispetto al Quartetto precedente l’op. 22 risulata più ampia, complessa e meditata.Esso inizia con un cupo e inquieto Adagio, mentre lo Scherzo è irregolare nel suo andamento ritmico e al cui interno sta un Trio. Il terzo movimento Andante non tanto è uno dei vertici della produzione di Cajkovskij nel quale si è incerti se ammirarne di più la poesia del dolore o il controllo formale. Il conclusivo Allegro con moto risulta, forse, un pò serrato nella sua sapienza accademica.
TORINO, Conservatorio, p .Bodoni
Domenica 10 gennaio,ore 16.30
QUARTETTO “ACCARDO”: Salvatore Accardo, Laura Gorna (violini), Francesco Fiore (violoncello), Cecilia Radic (violoncello)
Musica di Cajkovskij