‘A Chieri facciamo di tutto per essere inospitali…’
Commercio in centro che langue, Chieri città dormitorio, soldi in cassa che il comune non spende per promuovere la città, area industriale poco incoraggiata. Ne ha per tutti Guido Vergnano, presidente di una associazione (quella dei ristoratori chieresi) che lui stesso definisce ‘in liquidazione’.“Vorrei ragionare circa l’intervento di Ferdinando Scimone che hai pubblicato lunedì 11 gennaio. E non solo sul suo. E’ vero, il commercio nel centro di Chieri langue. Ma forse perché lo vuole. Esco da una esperienza associativa deludente (l’Associazione Ristoratori Chieresi è in liquidazione, non siamo riusciti a coinvolgere i nostri colleghi e siamo stati strozzati dagli eventi, a proposito dei quali sono già intervenuto a suo tempo), dove la mentalità tutta chierese di guardare esclusivamente al proprio orticello non permette di fare nulla per far rinascere una cittadina che è semplicemente meravigliosa, stupenda. Se si sale per via San Giorgio, per esempio, si scopre un centro storico forse unico, dove gli edifici seguono la curvatura della strada con le facciate arrotondate. Però gli unici che fanno la voce un po’ più grossa (ma parlano solo e fanno poco) sono i commercianti di Via Vittorio, o meglio il loro presidente, che a Chieri ha la sua attività ma la sua vita è altrove, in un paese dove la pro-loco si dà da fare molto più di quanto si faccia tutti insieme a Chieri. Questi col tempo hanno fagocitato tutte le manifestazioni della città (ricordate la Fiera di Primavera, la Rocca di Landolfo, il Festival di Strada e buon ultimo il mercatino) che alla fine forse proprio per l’inospitalità proprio di chi avrebbe più interesse che vivessero, sono morte. Ora anche San Martino da due anni si svolge in parte nel centro storico. Ma non ha senso, perché una fiera deve essere un tutt’uno, non mezza di qua e mezza di là, deve essere allegra e rumorosa, invitante e non solo commerciale. Durante i mercatini domenicali i commercianti di Via Vittorio aprono, sì, qualcuno con una lunga pausa, chiudendo alle 12,30 e riprendo alle 16, e qualcuno esclusivamente con l’apertura pomeridiana dalle 16, quando ormai le bancarelle stanno smontando e la gente scema. Eppure il centro storico è così bello, che non sarebbe difficile animarlo 365 giorni l’anno…. si tratta di guardare un po’ al di fuori del nostro orticello, e di riorganizzare la vita del centro storico, non solo le vetrine. Non serve a nulla l’apertura di nuove griffe sul corso, se poi la gente non ha stimoli per frequentare il corso stesso. Se per far divertire i bambini si deve andare per forza esclusivamente al Gialdo. Se per bere qualcosa di sera esiste solo il polo Piazza Caselle, Se per vedere un film si deve andare al 45° Nord. Se per bere un caffè esistono solo le macchinette di via Palazzo di Città 3. Se il centro si anima solo 3 sere l’anno in occasione di Bancarelle di luna, si continua a guardare la luna…. Ci sono 1.800.000 (unmilioneottocentomila!!!!!!) euro da spendere, più quelli dell’ex mulino e forse altri di cui non sono a conoscenza che sono vincolati alla promozione del commercio del centro, danneggiato (o forse non proprio così tanto?) dall’apertura dell’Ipercoop e a breve dal supermercato ex-mulino. Ma i nostri amministratori li tengono a muffire in cassaforte, ed hanno già deciso di sotterrarne un quarto in piazza Mazzini, e qualcosa nel parcheggio dell’Oasi. Così tutti insieme diamo ragione a Sergio Manolino che dice, a ragion veduta, che Chieri diventerà sempre più una città dormitorio. Concordo con lui, purtroppo. Nel tempo ci siamo fatti scappare delle eccellenze che avrebbero voluto rimanere a Chieri, come la Kite Gen. Ricordo benissimo questa storia, si sono rivolti al Comune per ottenere un interessamento per poter usufruire di un capannone nella zona industriale, rimediando un laconico, burocratico “non è nelle nostre competenze”…. così si sono accasati a Pescarito. Si sarebbero dovute fare carte false per tenerli! Però abbiamo il centro cottura. E i capannoni vuoti. WOW! Intanto si parla di riportare il mercato del venerdì in piazza Dante. Sarebbe bello, ma se si considera l’afflusso di gente tra le bancarelle che potrebbe portare il supermercato dell’ex-mulino, è da suicidio. Allontaniamo le due realtà, così invece di integrarle in modo che si incentivino reciprocamente le allontaniamo perché ciò non possa accadere, per poter piangere miseria un altro po’. A Chieri si sono susseguite diverse amministrazioni anche di colore (a volte ibridamente) opposto, formate da persone che stimo molto e di cui in alcuni casi sono amico, ma che mancano purtroppo di pragmatismo. Che hanno paura di impegnarsi in progetti innovativi. La cosa migliore che è stata fatta consiste nella rinuncia al parcheggio di Via della Pace. Un anno fa si era costituito un gruppo di studio che voleva recuperare il fabbricato ex-combattenti di via san Giorgio per realizzare un centro innovativo, dedicato a nano-artigianato, nano-commercio, startup e co-working. Ci siamo confrontati con l’Amministrazione Comunale, ma abbiamo sbattuto contro un muro di gomma. Non scendo nei particolari di quell’incontro che ci ha lasciati allibiti. Così il fabbricato cade a pezzi, così come il Palazzo Diverio. Perché si sono fatte perizie in un momento di vacche grasse, e si vogliono mantenere come riferimento quei valori oggi pressoché dimezzati. E il Texano pure è scappato. Chieri è una città a spiccato declino industriale, percentualmente forse molto più che la stessa Torino, ma continua a dormire sugli allori, e sembra voler continuare ad essere tacciata di inospitalità. Sai con 1.800.000 euro quante manifestazioni promozionali si possono fare? Si possono spendere 180.000 euro l’anno per 10 anni, incrementandoli anno dopo anno con il ritorno economico che possono dare. Magari incentivando l’apertura di attività “non convenzionali” che siano di attrattiva giorno e notte, esentando da imposte tipo suolo o insegne chi tenga aperto la sera fino alle 23… ma già, siamo a Chieri, alle 20 c’è il coprifuoco. Tre anni fa, un’amica che lavora al Comune di Torino nel settore comunicazione, durante un giro nei ristoranti insieme a Rai3 in compagnia di Vissani, avrebbe voluto passare anche da me, per portarmi in TV. Ma quando ha accennato al gruppo di fare una scappata a Chieri, quelli in coro hanno detto: “A Chieri? Noooo!!!”