‘Chieri soffre,  ha bisogno di ossigeno…’

 

Piazza MazziniLo sfogo di un chierese innamorato della sua città e che si sente tradito:  non è questione di personalismi. E di proposte ne fa tante, non solo polemiche. Così Guido Vergnano, presidente della disciolta associazione dei ristoratori chieresi, replica all’intervento di Marina Zopegni, assessore alle attività produttive della città, che a sua volta era intervenuta sul primo ‘sfogo’ di Vergnano.

“La mia lettera-esternazione che 100torri.it ha pubblicato – scrive Vergnano – non ha nulla di personale, ma è lo sfogo di un chierese innamorato della sua città che si sente tradito. Intanto per fugare ogni dubbio sui paventati personalismi, preciso (e si legge chiaramente) che nell’ultima riga della mia precedente, è scritto “A Chieri? Noooo!!!!” e non già “Alla Chiocciola? Noooo!!!!” Proprio questa risposta mi ha fatto riflettere. Chieri non gode della considerazione che potrebbe meritare. Questo è stato il motivo conduttore cui ci siamo ispirati nella fondazione dell’Associazione Ristoratori Chieresi. Rendere Chieri Città Ospitale, in virtù dell’appellativo di “Città di Charme” di cui si vanta e di cui vorrei si vantasse ancora in futuro, con maggiori titoli per fregiarsene però. Ma non siamo riusciti ad essere lievito. Abbiamo dovuto gettare la spugna, e ci dispiace terribilmente. Ci abbiamo messo del nostro, non abbiamo usufruito di alcun contributo pubblico e non l’abbiamo voluto neppure quando avremmo potuto averlo, pur cercando di rendere un servizio alla collettività.

I soldi dell’Ipercoop? Si è dato incarico a dei professionisti di redigere un progetto? Gradiremmo tutti sapere quali sono gli input trasmessi. Concordato coi commercianti? Chi li rappresenta? Se non erro anche i ristoratori sono annoverati tra i commercianti. Io non ne son nulla! Progetto di riqualificazione del centro storico? Ma serve una rivitalizzazione, assolutamente prima o addirittura in alternativa ad una riqualificazione. Meglio vivi con le pezze al culo che morti con indosso il vestito della festa!

Per quanto riguarda Piazza Mazzini, è vero che la si può rendere più bella ed accogliente, ma ritengo che sia un intervento configurabile tra i lavori pubblici da finanziare con i soldi previsti per le opere pubbliche, alla stregua di quelli realizzati in Via Vittorio tra Via della Gualderia e Via Roma, o di quello discutibilissimo di Piazza Duomo (che manca di un accesso per disabili, il progettista ne ha previsti solo 2 su 3, insomma come se avesse progettato un appartamento senza prevedere la porta di accesso al balcone).

I soldi dell’Ipercoop devono essere spesi per incentivare il commercio di TUTTA Chieri, e non solo di Via Vittorio, con una (bontà loro) extension fino a Piazza Mazzini. Anche se in piazza Mazzini si è fatto il mercatino di Natale… con lo spettacolino…. Plaudo alla buona volontà degli interpreti, ma desidero invitare chi ha pensato che bastasse, o che fosse attraente veramente tutto ciò, a fare un giro a Rivoli, o a Govone… sarebbe stato meglio fare nulla, e comunque sarebbe stato opportuno rimuovere subito i cartelli sotto l’Arco rimasti in loco fin dopo Natale, che invitavano alla manifestazione in una piazza desolatamente vuota.

E con questo mi rivolgo anche all’Associazione “Contrada della Chiocciola” cui mi sono associato con tante speranze. Ho suggerito al caro amico che mi ha accolto e tesserato di organizzare come associazione il mercatino di Natale e il Villaggio di Babbo Natale proprio su per la Chiocciola…. Mi ha risposto che si sarebbe dovuto partire subito, e mi sono messo a disposizione. Era il 7 ottobre. Ma non si è fatto nulla. Forse perché già avevano ottenuto le luminarie fin su in Piazza Mazzini, dove gli anni passati non arrivavano.

San Martino? A parte il rosario di cui non sono il solo che si è lamentato, sì, la manifestazione nel centro di Chieri è stata bella. Da rifare, da incentivare, da prendere come spunto per tante altre in futuro.

Ma NON era la fiera di San Martino. San Martino è una fiera agricola, locale, la festa della fine dei lavori della campagna, la festa del vino nuovo, la festa dei bambini, l’allegria, la musica, e l’esposizione dei prodotti tipici locali. Abbiamo eccellenze che non si sono viste. Abbiamo artigiani che avrebbero dovuto essere presenti ma non c’erano. E non li si possono mettere tutti a San Filippo, né si possono mettere in Via Vittorio alle intemperie, visto che di solito in quei giorni piove. Ci vuole un padiglione. Bene, abbiamo i soldi della Coop. Facciamo il padiglione, e facciamo esporre gli operatori locali GRATIS, ma con una selezione rigorosa. Chi si occupa di telerie, ma le lavora, non le commercializza soltanto. Chi insegna l’arte del ricamo e del cucito, chi insegna l’arte della cucina, chi insegna ai ragazzi a lavorare. I pittori, gli artisti. Al coperto, non in Piazzetta della Meridiana. Non solo i siti istituzionali, li conosciamo già da 30 anni. Organizzazioni benemerite, anche se non so quanto frutti loro essere presenti in fiera. Mettiamo i ragazzi del TechLab, mettiamo quelli del’Ex Mattatoio e facciamo sì che siano loro a gestire la ristorazione sotto quel padiglione, con le persone svantaggiate, mettiamo in bella mostra quelle cose che ci qualificano, facendo tacere quelli che vogliono tenere lontana la gente perché disturba, non ci lascia DORMIRE!

Allora i padiglione perché non allestirli in Piazza Europa? Il costo? Credo che si sia speso molto di più affidandoci a chi ha organizzato e realizzato il tutto che non per un padiglione. E sarebbe vicino a tutto il resto della fiera… e non disturba il sonno a così tanta gente, che peraltro è già assordata dai baracconi…. Invece no, le giostre sono una cosa a sé, e la manifestazione in centro chiude prima che apra la fiera contadina. Appunto NON è la fiera di San Martino. Anche se, ripeto, è bella.

Valorizzare i nostri monumenti, le cose belle che abbiamo a Chieri…. Solo nei giorni della Fiera? Diversamente non si riesce neppure ad entrare in chiesa a dire un PaterAve perché le chiese sono chiuse! Non apriamole solo quando ci fa comodo per arricchire una manifestazione! Le guide turistiche di Chieri sono disperate: San Bernardino non si riesce più a farla visitare. Il Duomo ancorché durante i ristretti orari di apertura è completamente al buio. Ma come si può ammirare una volta, un altare, un dipinto alla luce di una torcia elettrica? E il tesoro del Duomo, dove è stato nascosto? Forse la Cappella dei Gallieri, con mura spesse due metri ed un’unica apertura di modeste dimensioni quindi facilmente controllabile non presenta sufficienti garanzie? È stato lì dentro per secoli…. Ora non più! Mi era giunta notizia che il Duomo avesse chiesto contributi per restaurare forse il Coro sopra il portone centrale, oppure qualcos’altro comunque importante, non ricordo bene. Me ne aveva accennato l’ex Assessore Bocca durante un colloquio in cui si concordava la partecipazione dell’Associazione Ristoratori al Festival dei Beni Comuni. Perché, se l’Amministrazione intendesse elargire questo contributo, non si chiede in cambio una maggiore visitabilità? Si possono spendere i soldi della Coop anche per rifare l’illuminazione con lampade LED a bassissimo consumo, potrebbero rimanere accese più a lungo con costi decisamente inferiori, ci si guadagnerebbe tutti.

E si potrebbe attrezzare la Cappella dei Gallieri con una porta superblindata e sistemi di controllo adeguati. Manca la sorveglianza? Si può imparare dalle banche: non più una guardia per ciascuna filiale, ma un sistema di telecamere e una sala controllo in cui sono installati i monitor di ciascuna postazione, con un’unica guardia giurata che sorveglia tutti i siti della città….

Ci sarebbe da scrivere un romanzo, questa è una puntata. Non solo critiche, ma considerazioni e proposte.

Resto comunque dell’idea che le iniziative da intraprendere per incentivare l’afflusso di visitatori a Chieri debba riguardare tutto, dall’arte alla cultura, dall’artigianato alla gastronomia, insomma bisogna far venire gente per tutto, non solo per fare shopping. Perché questi vengono comprano e se ne vanno, e non hanno altri stimoli per tornare. Invece se la gente viene per tutto il resto compra anche, e forse molto di più alla resa dei conti. Non una città morta che si risveglia a comando, ma una città viva sempre. E si crea un volano che non riguarda solo il commercio del centro, ma tutta la vita dei Chieresi, che porta benessere e lavoro.

Abbiamo perso, completamente perso l’opportunità dell’anno di Don Bosco. Ho seguito le riunioni del Cammino di Don Bosco, così come quelle di Strade di Colori e Sapori: due scatole vuote. Belle fuori forse, ma desolatamente vuote. Vuote come le riunioni, ne ricordo una a cui siamo intervenuti in due, entrambi della nostra Associazione, davanti a 10 tra oratori e organizzatori. Che hanno parlato per rispetto verso i due intervenuti. Abbiamo visto tanti bus in città, ma nessuno si è fermato se non a San Luigi o a Santa Teresa. Sono stato alcune volte al Parco Magnone a Castelnuovo, ed ho visto tanti, tanti ragazzi con lo zainetto di Turin for Young. Là, non qua.

Chieri purtroppo soffre. Ha bisogno di ossigeno, di flebo. Non ci sono soldi? Si devono trovare, a qualsiasi costo. Si devono distogliere da altri capitoli di spesa. Con coraggio”.