PIEMONTE ARTE:  GIANBAR, GRIBAUDO, LOVEFEVER, CIRCOLO ARTISTI  

 

TORINO: INTENSITA’ VISIONARIA DI GIANBAR

gianbarIl percorso espressivo di Gianbar attraversa il tempo, le stagioni, le attese di una umanità in continua e inarrestabile evoluzione sociale e tecnologica. Un percorso che s’inaugura venerdì 12 febbraio, alle 17, alla Galleria La Conchiglia di Torino, diretta da Diana Casavecchia. La dimensione culturale e visionaria unisce l’artista alla realtà quotidiana, la fantasia al cosmo, alle costellazioni, ai simboli di un’avventura affascinante e misteriosa. E dalla fantascienza all’esoterismo, dall’ufologia all’emozione di un incontro, si delineano i momenti di una vitale e suggestiva sperimentazione tra segno grafico e accensione del colore, tra figure e un emblematico e straordinario alfabeto, che è «una scrittura geroglifica – ha suggerito Albino Galvano – che colma fittamente le superfici» delle tavole. Osservando la tessitura cromatica delle superfici dipinte, la nitida linearità dei disegni e l’essenzialità delle sculture, si coglie il senso del pensiero di Gianbar, la magia dei silenzi che precedono il gesto creativo e la strenua energia di una rappresentazione immersa in metafisiche atmosfere. La pittura diviene, perciò, un tramite per trasmettere sensazioni, gianbar 2riflessioni, meditazioni. Per viaggiare al di là della realtà. Per entrare in diretto contatto con la propria e interiore dimensione umana ed esistenziale. In questa angolazione, Gianbar racconta da sempre e con impagabile perseveranza gli aspetti, le delusioni, le concettuali proiezioni verso una incontaminata spiritualità, che è segnale e indicazione di auspicabili e decisivi approdi conoscitivi. La sua controllata gestualità, si trasforma in un delicato e sensibilissimo nudo femminile, in una serie di messaggi altamente evocativi, in volti immersi nello spazio atmosferico con tutta la loro raccolta e misurata espressività. E la sequenza delle opere, dai paesaggi urbani a quelli luminescenti, scorre come un ricordo che riemerge dal passato e dal sogno. E così uno scorcio di Superga, una grande «Allegoria», un «Uovo cosmico», concorrono a formare il «corpus» delle opere realizzate nello studio torinese. In quello stesso studio che prima era occupato da Spazzapan, in uno spazio ricco di tele, di tubetti di colori, di pennelli e di materiali per le sculture: dall’«Albero della vita» in plexiglass ai tondi graffiti in cemento e pigmenti. Ne scaturisce un percorso che lega la «Fratellanza cosmica» al «Pensatore», il «Tramonto in piazza Vittorio» alla testa di un monaco buddhista, in una sorta di confluenza di elementi, di paesaggi memoriali, di grandi mani pronte ad accogliere ed accoglierci.

                                            Angelo Mistrangelo

 

Torino, Galleria La Conchiglia, via Zumaglia 13 bis, orario:

martedì-venerdì 15-19, sabato 10-12/ 15-19, tel.011/6991415,

sino al 26 febbraio.

 

EZIO GRIBAUDO AL CASTELLO DI MIRADOLO

Gribaudo EzioLunedì 22 febbraio ore 18

In collaborazione con Piemonte Movie e nell’ambito del Festival Movie Tellers, la Fondazione Cosso ospita il pittore e scultore Ezio Gribaudo in occasione della proiezione del documentario biografico “La magia bianca di Ezio Gribaudo”, che ne racconta la vita straordinaria: dall’incontro giovanile con Pablo Picasso, all’amicizia con Giorgio De Chirico, dal viaggio a New York con Lucio Fontana alla “spaghettata” insieme a Fidel Castro, fino alle edizioni d’arte da lui curate e alle mostre in tutto il mondo.

L’ingresso alla proiezione e all’incontro con l’artista è gratuito.

Posti limitati. Prenotazione obbligatoria telefonando allo 0121 502761.

 

TORINO: “LOVEFEVER” a INTERCORTILE

lovefeverInternocortile ospita per “LOVEfEVER” – sex@love – sei artisti che, con differenti tecniche espressive, ma accomunati da originalità e forza immaginifica, rappresentano momenti reali o fantastici legati al sentimento amore e alla sessualità.

La mostra, visitabile dal martedì al sabato sino all’11 marzo, porta a Torino i lavori del giovane artista Francesco De Molfetta – giovane solo da un punto di vista biografico poiché vanta un cospicuo curriculum- che colpiscono di primo acchito per l’immediata leggibilità che li contraddistingue e per l’ironia che li caratterizza. Un’ironia a volte estrema, irriverente, che fa piazza pulita di luoghi comuni e facili moralismi; con personaggi che arrivano dritti dal mondo dei fumetti e spesso dagli anni ’80, e che sembrano impassibili nel compiere le proprie azioni, ignari delle conseguenze dei loro atteggiamenti. De Molfetta gioca con le parole, sul loro significato e rappresentazione, destabilizza, ironizza sulle nostre paure e sul quel senso di precarietà, vacuità e pericolo che ora più che mai ci accompagna. Sempre le opere di Francesco, dal 4 al 20 febbraio, sono protagoniste dell’evento collaterale presso il concept store Lovever di via San Massimo 9, in un alternarsi di ironia, sottile provocazione e riflessioni dolce-amare (inaugurazione giovedì 4 dalle ore 19). L’ironia è elemento caratterizzante anche del lavoro di Bixio Braghieri, (Milano, 1967) che ha dato inizio alla sua attività espositiva nel 1992 e da allora ha partecipato a importanti personali e collettive sia in Italia che all’estero ( fra cui la recente Dadaumpop in India, a cura del Ministero degli Esteri e itinerante a Mumbai, New Delhi, Calcutta) e il cui lavoro originale e a volte provocatorio ha catturato l’attenzione di esperti come Martina Corgnati, Alessandro Trabucco, Alan Jones e Igor Zanti. A “LOVEfEVER”  Bixio partecipa con una serie di acquarelli che presenta così:

“Il dolce e vertiginoso abbandono

ai colori, che non hanno limiti cromatici e alle linee senza confini…

Un salto nel vuoto dal definito al suo

contrario…

Senza freni al gesto… che inconsciamente, ne svela le sue macchie

senza peccato e retromarce!

Il corpo si scioglie trasformandone

il calore in colore e viceversa…Dalla dolce morte di un ossessione

di scatti rubati, al ritrovo dei sensi più lievi…”

 

La fotografa e videoartist Chiara Paderi, la cui ricerca verte essenzialmente sul tema dell’identità e delle sue trasformazioni, presenta il progetto Breadcrum: una serie di stampe fotografiche su ceramica su piatti d’epoca che rappresentano tracce di momenti di vita amorosa: una metafora del processo amoroso attraverso portate delicatissime e raffinate, di cui, a fine pasto, resta nei singoli piatti un’impronta di ciò che lo ha nutrito; abbiamo così il sonno – il momento dell’innamoramento, del sogno;
le briciole – tracce di una vita amorosa fatta di avanzi di pasti frugali, consumati tra le lenzuola, velocemente, con lo stomaco chiuso; il movimento – inteso come danza del corteggiamento, la rivelazione di sè all’altro, ma anche la scoperta di un nuovo sè, la vertigine amorosa;
il dono – un cuore di cioccolato rotto, dove l’amato dona il cuore (di cioccolato) all’altro che, per mangiarlo, lo spacca. Breadcrumb potremmo definirla essere mangiati, essere nutrimento, rompersi per entrare nella pancia e vivere nell’altro e, viceversa, saziarsi dell’altro e sentirlo dentro la nostra pancia. Non a torto M.F.K. Fischer sosteneva che “condividere il cibo con un altro essere umano è un atto intimo che non dovrebbe essere concesso con leggerezza”.

 

Alfredo Cabrini, ideatore del progetto TERRARIUMART di Milano, presenta una serie di realizzazioni create appositamente in occasione di “LOVEfEVER”: per i suoi classici minimali contenitori in vetro trasparente, generalmente chiusi, dove possono essere coltivate diverse specie di piccole piante e muschi, ha creato piccoli mondi animati, scene di vita amorosa o ironici incontri sessuali. L’invenzione vera e propria del terrarium è attribuita a un fisico inglese del XIX secolo, il dottor Ward, grande appassionato di piante. Questi, quasi per caso, conducendo alcuni esperimenti, si accorse della facilità per le piccole felci di crescere e propagarsi in una bottiglia di vetro chiusa e della pochissima manutenzione e idratazione richiesta da queste piante per sopravvivere: la fantasia di Alfredo l’ha portato a inserirvi piccole miniature che diventano vere e proprie scenografie.

 

Anna Turina (1973) espone opere che per buona parte nascono dalla riflessione sul concetto di casa: “Ho sempre pensato alla casa come a un emblema dalla doppia valenza: garanzie e certezze da una parte, compromessi e limiti, dall’altra”. Casa è il corpo, sono gli altri, sono gli spazi e i momenti di condivisione. Casa è lo spazio della relazione, in cui adagiarsi comodamente o starne in parte dentro e in parte fuori, in bilico fra condivisione, ricerca di privacy e voglia di fuga. È anche uno spazio intimo d’attesa e riflessione nella quale crescere e far crescere il proprio rapporto con il mondo e con gli altri in un misto di paura e coraggio. Abbandonarsi all’intimità di una solitudine sacra all’ascolto e alla memoria del proprio vissuto per poi riemergere e rinnovare il desiderio di condividersi. O, al contrario, condividersi per poi inabissarsi con un nuovo bagaglio di esperienze. Anna, che ha esordito nel 1995 e dal 1998 espone in Italia e all’estero, espone per LoveFever alcune delle sue “case abitate” in ferro, suo materiale d’elezione, in bilico fra mondo onirico, suggestioni infantile e visioni.

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Affascinata dallo spazio come luogo da vivere sperimentando, lavora prevalentemente con il ferro sfruttandone i diversi aspetti, senza tralasciare altri mezzi in rapporto ai luoghi con cui è chiamata a interagire.

 

Giorgio Maggiorelli (1972) inizia a dipingere da bambino, circondato dalla musica che ascoltavano i suoi genitori e immerso in un personale mondo di sogni, e il mondo dell’infanzia continua a essere tanto la sua fonte d’ispirazione quanto il suo modo di leggere la realtà.

 

IL MUSEO EGIZIO DI TORINO DEDICA A GIULIO REGENI LA SALA STORICA DI DEIR EL MEDINA

Il Museo Egizio di Torino, esprimendo alla famiglia di Giulio Regeni le più sincere condoglianze, unitamente all’affetto di tutti i suoi curatori, che da anni intessono rapporti di studio, collaborazione e scambio culturale coi colleghi egiziani, vuole ricordare il giovane ricercatore italiano, barbaramente ucciso per difendere i propri ideali e la sua coraggiosa attività di ricerca nel campo del lavoro e delle relazioni sociali, dedicandogli la sala storica di Deir El Medina, all’interno della propria sede. Tale sala, che raccoglie 245 reperti, testimonianza delle professioni artigianali e operaie nell’ Egitto dal XVI al XI a.C., conserva nella sua interezza gli albori delle ricerche attuali sui rapporti professionali e proto sindacali della civiltà dell’epoca, compreso il papiro relativo al primo sciopero avvenuto nel 29° anno di regno di Ramesse III, da parte delle maestranze non pagate del villaggio omonimo. La memoria di Giulio dovrà essere mantenuta viva attraverso lo studio, la tolleranza, e la convinzione che solo attraverso la reciproca comprensione tra fedi, culture e ideali diversi si possa produrre un mondo migliore.

 

TORINO, BRANGERO E ZACCARIA AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI

zaccaria brangeroAppuntamento della tradizione per i Soci del Circolo degli Artisti, le mostre personali presso le sale espositive della sede sociale sono ormai un appuntamento fisso. Dal 13 al 23 febbraio saranno Anna Zaccaria e Gianpaolo Brangero ad allestire con le loro opere quella che è una vera è propria presentazione della loro produzione. Due artisti dalle caratteristiche molto diverse, ma che allo stesso tempo esprimono la vera natura di un club che ospita non solo artisti con una produzione più classica e accademica ma anche maestri dalle tecniche informali e astratte.

STABILISCO L’INCONTRO – MUOVO L’ASTRATTO NEL FUTURO

Opere di Anna ZACCARIA – a cura di Angelo MISTRANGELO

L’attuale fase dell’esperienza di Anna Zaccaria si configura con una ricerca di linee, di colori, di materiali che confluiscono nelle sue tele con la sottesa energia di una versione della realtà che diviene incontro tra arte e società, tra armonia delle forme e la sospensione della composizione nello spazio…

(tratto dal testo scritto per l’opuscolo della mostra da Angelo Mistrangelo)

LE LANGHE IN MOSTRA

Opere di Gianpaolo BRANGERO – a cura di Gian Giorgio MASSARA

Oltre alla tecnica a olio, Gianpaolo utilizza talvolta l’uso della spatola oppure affronta una tecnica post-divisionista; nascono così opere quali Borgata Giove (Giaveno) sito ormai abbandonato, con le crepe che segnano i muri di pietra oppure La Valle, opere entrambe caratterizzate da smaltati prati dai mille colori…

(tratto dal testo scritto per l’opuscolo della mostra da Gian Giorgio Massara)

La mostra sarà inaugurata sabato 13 febbraio 2016 alle ore 18.00-Circolo degli Artisti di Torino, Palazzo Graneri della Roccia, via Bogino 9, sale espositive, scala B, digitare 4444 + icona campanella, piano ammezzato – Orario: dal lunedì al venerdì 15.30 – 19.30

Ingresso gratuito

Per informazioni:

Circolo degli Artisti di Torino tel. 011 8128718;

segreteriacircoloartisti@yahoo.it

www.circolodegliartistitorino.it

 

TORINO, AMICO LIBRO: “I LINGUAGGI DELLA MISERICORDIA”

linguaggi misericordiaL’associazione AMICO LIBRO onlus in collaborazione con la FONDAZIONE PAOLO FERRARIS ricordano l’invito per mercoledì 17 febbraio 2016, ore 17,30. L’argomento “I LINGUAGGI DELLA MISERICORDIA ” è un fuori programma trattato da MARIA RITA MARENCO, presso la sala incontri della Fondazione PAOLO FERRARIS – Corso Galileo Ferraris 99 – Torino. tel: 333 16 09 156 – 011 812 73 43 – email: amicolibro06@libero.it –