Chieri, al ‘Monti’ Fantasy, favole e fiabe secondo Silvana De Mari
Il 22 gennaio la mia classe, del liceo Monti, ha partecipato a una conferenza con Silvana De Mari, nota scrittrice del genere fantasy, già affermata chirurgo e psicoterapeuta. Pensando di norma al genere fantasy, ci vengono in mente scontri surreali tra draghi, elfi o cavalieri che aspirano a conquistare una dama. Grazie a questa conferenza ho scoperto che il fantasy è molto di più. Nasce da una fusione tra il poema epico, che contiene valori maschili quali la forza e il coraggio, e la fiaba, a cui appartengono valori femminili, quali desiderio e felicità. I testi fantasy sono spesso delle autobiografie degli stessi autori: tramite questi racconti denunciano i traumi della loro vita, mascherandoli negli avvenimenti dei protagonisti. Cenerentola “cela” il problema di una ragazza cinese con i piedi piccoli, Hansel e Gretel il genocidio, Pinocchio l’abbandono da parte dei genitori, Peter Pan la morte dei bambini negli ospedali. Molta importanza nel “monologo” della De Mari (la relatrice è in realtà un fiume in piena, che travolge il pubblico, quasi in un rito catartico) è stata data all’ego debole dei personaggi malvagi. Per fare un esempio, la strega cattiva di Biancaneve ha sempre bisogno dello specchio per piacersi e apprezzarsi. Questi tipi di personalità sono presenti anche nella vita quotidiana. Strumenti di cui attualmente si può abusare, per trovare il consenso altrui, possono essere Facebook o Instagram, sui quali, postando dei selfie, si possono ricevere molti “mi piace” o “like”. La continua ricerca del consenso altrui è propria della società moderna in cui molti si accettano solo se sono accettati dagli altri: questa considerazione nasce dalla sua esperienza di chirurgo, in quanto la scelta di molti interventi di chirurgia estetica è il risultato di una ricerca ossessiva di piacere agli altri. Non sempre atteggiamenti scorbutici o scontrosi nascondono per forza caratteri burberi o forti: sono a volte maschere dietro cui nascondere le proprie insicurezze e più in generale il “mal di vivere”. Il racconto fantasy ha avuto una sua evoluzione e trasformazione nel tempo; secondo la scrittrice è stato condizionato dalla nascita di Gesù, dal Cristianesimo. Da allora, nel racconto fantasy, le figure della donna e del bambino sono diventate intoccabili. Un altro argomento su cui la scrittrice si è soffermata è la differenza tra fiaba e favola, termini talvolta erroneamente assimilati. Le favole, come quella del corvo e della volpe, sono testi brevi, creati da un autore; non trasmettono nessuna emozione. Le fiabe, alcune citate prima, sono nate fra la gente e racchiudono un sentimento condiviso, quali ad esempio le paure o le fobie dei bambini o degli esseri umani in generale. L’ora e mezza di conferenza è passata velocemente, grazie al piglio coinvolgente del “medico che scrive” (detesta essere chiamata scrittrice) e alla sua abilità di analizzare temi letterari con metodi scientifici e analisi psicologiche.
Alessandra Audisio