ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
TORINO- PROGRAMMA INCONSUETO PER QUINTETTO DI FIATI– Esordisce a Torino il Quinetto di fiati “Papageno” (foto), che prende il nome dal protagonista del mozartiano “Flauto magico”: fondato nel 2005, anno in cui ha dato inizio a una fortunata stagione internazionale di successi. L’organico che nasce in formazione di quintetto, può variare a modalità più ampie a seconda dei progetti, spaziando in una letteratura musicale assai ampia, arricchita dalla presenza di un repertorio nuovo o poco noto. Tra i suoi obiettivi c’è quello del dialogo tra culture lontane e diverse con la consapevolezza del potenzuiale immenso che la musica detiene oltre le note scritte sul pentagramma. Di qui la collaborazione con l’associazione “Al Kamandjati” per la diffusione della musica nei campi profughi palestinesi e la partecipazione a un progetto d’integrazione sull’isola di Lampedusa.
Per la stagione dell’Unione Musicale il Quintetto “Papageno” propone una locandina che si allontana dai sentieri ormai risaputi. S’inizia con il Quintetto in fa maggiore op. 56 n.3 di Franz Danzi, nato a Mannheim, visse un periodo fondamentale per la musica europea, ossia la transizione tra classicismo e primo romanticismo. Scrisse molta musica per fiati, da giovane conobbe Mozart, contemporaneo di Beethoven, nonchè mentore di Weber. Segue la Piccola Offerta Musicale di Nino Rota che nel titolo riprende il celebre capolavoro bachiano: scritta nel 1943, è dedicata ad Alfredo Casella, uno dei protagonisti del rinnovamento della musica italiana novecentesca. Al centro della serata due brani contemporanei quali IOpus Number Zoo di Luciano Berio che prevede parti recitate dagli interpreti e la Suite di Gunther Schuller, scomparso a 89 anni nel giugno dello scorso anno, artefice del cosiddetto movimento “Third Strean”, una fusione tra jazz e musica classica, che ne ha fatto una delle figure chiave della musica americana contemporanea. Infine, un frizzante Pout-Pourri su temi del rossiniano “Barbiere di Siviglia” del ternano Giulio Briccialdi.
Torino, Teatro Vittoria, v. Gramsci, 4 (vicino stazioni Porta Nuova)
Unione Musicale
sabato 20 febbraio, ore 20.00
QUINTETTO “PAPAGENO”: Mattia Petri (flauto), Nicolas Cock Vassiliou (oboe), Dario Maria Varela (clarinetto), Giuseppe Russo (corno), Luca Franceschelli (fagotto)
Musiche di: DANZI, ROTA, BERIO, SCHULLER, BRICCIALDI
TORINO- IL FASCINO “NOIR” DEL VIOLINO– L’Orchestra Camerata Ducale di Vercelli (foto), già nota al pubblico torinese, si produce per l’Unione Musicale, nel concerto recante il titolo “Le violon Noir” che prende il nome da un progetto discografico realizzato per la Decca nel 2013. Una “musica del mistero” che presenta brani famosi usati come il frutto di una sorta di patto faustiano con il diavolo. Il violinista Guido Rimonda, che agisce anche nel ruolo di direttore d’orchestra, suona uno Stradivari del 1721 appartenuto al violinista francese Jean Marie Leclair ,assassinato a pugnalate alla schiena, ancora abbracciato morente al suo strumento: da qui il sopranome “Le Noir” per la macchia lasciata come impronta della sua mano. A questa misteriosa allusione s’ispira il presente concerto.
In locandina non poteva che campeggiare il nome di Paganini il quale alimentò la propria leggenda con macabre allusioni, facendo di tutto per accreditarle, contribuendo così alla fama di “artista maledetto”. Del compositore-virtuoso genovese viene eseguito il brano “Le streghe”, una serie di variazioni sul balletto “Il noce di Benevento” di Suyssmayr, lavoro all’epoca che riscosse ampia fortuna in Germania, che tratta , appunto, di streghe riunite presso un albero. Il brano venne eseguito da Paganini in occasione del suo esordio alla Scala nel 1813, dove venne consacrato definitivamente come virtuoso di violino. Lo strumento soklista è protagonista assoluto: fraseggi con l’arco, note in pizzicato, audaci incursioni nella zona melodica sovracuta. L’altro brano, sempre di Paganini, è la Sonata in mi maggiore “Maria Luigia” scritta per celebrare l’investitura dell’ex imperatrice d’Austria (moglie di Napoleone) a granduchessa di Parma, Piacenza e Guastalla. Completano la locandina i seguenti brani: estratti dalla Sinfonia in fa minore che Locatelli scrisse per le esequie della sua donna a Roma, la celebre Sonata in sol minore (“Il trillo del diavolo”) di Tartini nella versione con orchestra di Zandonai; il tema di Williams dalla sonora del film “Schindler’s List”; Légende op. 17 del polacco Wieniawski.
Torino, Conervatorio, p. Bodoni
Unione Musicale
Domenica 21 febbraio, ore 16,30
ORCHESTRA CAMERATA DUCALE diretta da GUIDO RIMONDA (violino)
Musiche di: LOCATELLI, TARTINI, PAGANINI, WILLIAMS, WIENIAWSKI
TORINO- “ATELIER PARIGI” TRA ‘800 E ‘900– Il concerto intitolato “Le grandi guerre” è il primo appuntamento della stagione dell’Unione Musicale con “Atelier Parigi, progetto a cura del Trio “Debussy” (foto) e di Alberto Bosco per la serie “Atelier Giovani”, pensato per esplorare differenti aspetti della vita musicale parigina nel passaggio epocale tra fine ‘800 e inizio ‘900. Gli interpreti appartengono all’entourage del Trio “Debussy” e fanno parte del gruppo di giovani musicisti selezionato dall’Unione Musicale per dare vita a produzioni che siano risultati di incontro e ricerca per la musica classica al Teatro Vittoria.
In programma due lavori significativi dei drammatici conflitti mondiali del secolo scorso firmati da Casella e Messiaen. Le “Pagine di Guerra”, cinque film musicali per pianoforte a quattro mani (di cui è nota anche una versione con orchestra) vennero scritte nel 1915 e l’autore le definiì “film” perchè ebbe l’idea da visioni cinematografiche della guerra. Cinque i titoli: “Sfilata di artiglieria pesante tedesca, “Davanti alle rovine della cattedrale di Reims”, “Carica di cavalleria cosacca”, Croci di legno”, “Corrazzate italiane in crociera”. Le “Pagine” evocano il lato brutale della guerra moderna, ma anche quello della pietà universale in presenza della morte sia di opere d’arte e sia di uomini. Le” Quatuor pour la fin du temps” di Olivier Messiaen vide la luce nel 1940/41 durante la prigionia nel campo di concentramento di Stalag Vill a Gorlitz ai confinin sud-ovest della Polonia. E’ considerato uno dei più alti esempi di musica cameristica del ‘900. Articolato in otto movimenti, ognuno dotato di titolo e introdotto da una breve spiegazione/ambientazione scritta di pugno dalo stesso autore nella prefazione al lavoro. Messiaen affermò che la sua prima percezione “consisteva nell’abolizione del tempo stesso, qualcosa di definitivamente misterioso e incomprensibile alla maggior parte dei filosofi a Palatone a Bergson” L’effetto creato è di natura contemplativo-musicale e viene realizzato tramite l’uso di metri ritmici non tradizionali quali modi di trasposizione limitata, armonie non tonali e statiche come quelle della musica orientale.
Torino, Teatro Vittoria, v. Gramsci, 4 (vicino stazione Porta Nuova)
Martedì 23 febbraio, ore 20.00
TRIO “DEBUSSY”: Pier Giorgio Rosso (violino, Francesca Gosio (violoncello), Antonio Valentino (pianoforte)
ANGIOLA ROCCA (pianoforte), DIEGO LOSERO (clarinetto), OLIVIA MANESCALCHI (voce recitante)
TORINO- UNA SINFONIA SCRITTA IN STATO D’ASSEDIO– Quattordicesimo concerto della Stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI affidato a Oleg Caetani (foto). Nato a Losanna, figlio del celebre direttore d’orchestra Igor Markevitch e di Topazia Caetani, proveniente da una nobile famiglia romana che tra i suoi avi vanta papa Bonifacio VIII. Ha optato per il cognome della madre al fine di continuarne la stirpe. Sul podio delle più prestigiose orchestre internazionali, esordisce a diciassette anni, poi direttore del Nationaltheater di Weimar, dell’Opera di Francoforte, dello Stadttheater di Wiesbaden , dell’Opera di Chemnitz e della Melbourne Symnphony Orchestra.
Al fagottista Andrea Corti, prima parte dell’orchestra, è affidato l’Andante e Rondò all’ungherese op. 35 di Weber, un esempio del suo magistero di strumentatore, dove dopo una pensosa introduzione segue uno scherzoso “Allegro vivace”. Ancora Weber con il Concerto in fa maggiore op. 75, considerato una prova di grande impegno per il solista in ragione delle raffinatezze timbriche e coloristiche sparse nella partitura che hanno alcune affinità con l’op. 35. La celebre e imponente Sinfonia n. 7 in do minore op. 65 di Sostakovic si prende tutta la seconda parte della serata. La vita dell’autore è intrisa di politica: la sua condizione artistica lo portò ad avere rapporti, spesso contrastanti, con il governo sovietico. Alcune sue opere vennero criticate dalle gerarchie comuniste e caddero sotto la mannaia del famigerato programma di revisione e censura politico-culturale ideato da Andrej Zdanov con lo scopo di mondare l’arte sovietica da eccessive influenze dell’Occidente “capitalista”, Sostakovic venne riabilitato solo dopo la scomparsa di Stalin. La Settima (1941) venne scritta durante l’Operazione Barbarossa, organizzata da Hitler e alleati, per distruggere il colosso russo. La prima mossa fu quella di assediare Leningrdo, seconda città sovietica, la cui popolazione oppose resistenza per 900 giorni, costringendo così il nemico alla ritirata. La “Leningrado” diventò così agli occhi del mondo l’emblema musicale della resistenza sovietica dinnanzi ai nazisti. Cuore della Sinfonia è l’ “Adagio” che si apre su un accordo struggente e profondo, mentre la sezione centrale è più animata dove gli archi si librano eroici e rabbiosi sostenuti dagli ottoni e dalla percussione.
Torino, Auditorium RAI “Toscanini” p. Rossaro
Giovedì 25 e venerdì 26 febbraio, ore 20,30
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE R.A.I. diretta da OLEG CAETANI, solista ANDREA CORTI (fagotto)
Musiche di WEBER , SOSTAKOVIC
TORINO- “CATS” UN MUSICAL DI SUCCESSO PLANETARIO– “Cats”, uno dei grandi successi mondiali per numero di spettatori e d’incassi, giunge al Teatro Regio, seconda tappa del suo tour italianio. Dall’esordio a Londra( 8maggio 1981) è stato tradotto in 15 lingue, lo hanno visto 78 milioni di persone .A Londra è stato ininterrottamente fino al 2012 e a Broadway dal ’92 al 2000. Ora, è in tour nella versione originale in inglese con orchestra dal vivo. L’allestimento che si vede risale al 2013 ed ha visto la riformazione del tem creativo originale: il regista Trevor Nunn, la coreografa Gillian Lynne, lo scenografo John Napier e il compositore Andrew Lloyd Webber che ha rivisto alcuni brani. La trama è tratta dal “Il libro del gatto tuttofare” (1938) di Thomas Stearns Beckett (l’autore di “Assassinio nella cattedrale”) che aveva raccolto poesie e filastrocche inviate ai nipotini. Dieci anni dopo il compositore Lloyd Webber rimase colpito da questi versi tanto che nel ’78 decise di realizzare uno show, sfidando così ogni pregiudizio e dando vita a un capolavoro dove fantasia, dramma e romanticismo si mescolano con il genere classico, pop, musica elettronica, stile degli inni classici. La scena unica consiste in un cortile pieno di riufiti dove attori truccati da gatti agiscono. metre quasi tutti i numeri sono danzati.
Torino, Teatro Regio, p. Castello
dal 25 al 28 febbraio
Musica di LLOYD WEBBER