ALLEGRO MOLTO  a cura di Edoardo Ferrati

 

TORINO- MOZART: INTEGRALE DEI QUARTETTI D’ARCHI-
Quartetto di Cremona (2)Per la serie “Giovani Talenti”, inserita nell’ambito della stagione dell’Unione Musicale, il Quartetto di Cremona (foto) prosegue nell’interpretazione dei Quartetti per archi di Mozart. Una delle realtà cameristiche più interessanti della scena internazionale, nasce durante il corso di studio all’Accademia Stauffer di Cremona diretta da Salvatore Accardo e si perfeziona alla Scuola di Musica di Fiesole con Piero Farulli. Ha suonato in tours in Europa, Sudamerica, Stati Uniti e Australia. I quattro ragazzi del Cremona suonano preziosi strumenti realizzati dai liutai Testore,Torazzi e Amati nel periodo 1640-1712 dati in prestito dalla Fondazione Culturale “Peter Eckes”. Il concerto del 17 febbraio propone i Quartetti in fa maggiore K. 168 e in la maggiore K. 169 che segnano uno spiccato progresso stilistico al quale contribuisce un’accurata scrittura contrappuntistica: si ha quasi l’impressione che Mozart sia impacciato al cospetto del grande modello haydniano. Chiude questa prima tornata il Quartetto in re maggiore K. 575, appartenente alla serie dei cosiddetti “Quartetti Prussiani, è forse il l quartetto più inafferrabile di Mozart che qui canta con leggera e geometrica bellezza.

Il filo di ricerca prosegue (serata del 5 marzo) con i Quartetti in do maggiore K. 170 e in mi bemolle maggiore K. 171 che mostrano ancora i segni della coraggiosa sperimentazione nella loro formale scrittura tutt’altro che assestata e messa in crisi dai modelli di Haynd. Infine, il Quartetto in mi bemolle maggiore K. 428, una sorta di pagina metafisica. Un chiaroscuro inquieto che pone l’accento tra mistero e trasparenza, sooprattutto nel clima notturno dell’Andante e nei febbrili episodi conclusivi che trascendono in un’incredibile leggerezza di scrittura

 

Torino, Teatro , v. Gramsci, 4 (vicino stazione Porta Nuova)

Stagione Unione Musicale

sabato 27 febbraio e sabato 5 marzo, ore 20.00

QUARTETTO DI CREMONA.: Cristiano Gualco, Paolo Andreoli (violini), Simone Gramaglia (viola). Gianni Scaglione (violoncello)

Musica di Mozart

 

 

TORINO- BLASONATA ORCHESTRA DA PRAGAJiri Belohlavek (2)

I Concerti del Lingotto propongono l’Orchestra Filarmonica Ceca la cui nascita risale al 1894 quando era l’ Orchestra del Teatro Nazionale di Praga: prese l’attuale denominazione nel 1896 con un concerto diretto da Antonin Dvorak, diventando indipendente dal 1901. Una delle più blasonate compagini delle scena europea che, grazie alla guida di Vaclav Talich (1919-33)  raggiunse fama internazionale. Alla guida del complesso si sono avvicendati, nel ruolo di direttore principale, prestigiosi maestri come Kubelik, Ancerl, Neumann, G. Albrecht, Ashkenazy, Macal e Inbal e, dal 2012, Jiri Belohvalek (foto) che ne resse le sorti nel triennio 1990/92 Residenza dell’orchestra e il Rudolfium di Praga. La serata prende le mosse con l’ouverture “Othello” op. 93 di Dvorak, ispirati alla tragedia shakesperiana doove vengono tratteggiati i caratteri di Romeo e Giulietta per, poi, concentrare  nello sviluppo i temi del loro amore che verrà incrinato dalla gelosia. Il pianista russo Kirill Gerstein (37 anni di età e venti di carriera!) si prende la scena con il Concerto n. 1 in si bemolle maggiore op. 23 di Cajkowskij, uno dei suoi lavori più noti, entrato nell’immaginario collettivo come emblema del “concerto romantico”, caratterizzato da forte espressività legata a melodie di non comune impatto emotivo, a un virtuosismo strumentale a volte brillante, drammatico o malinconico, erede delle composizioni del pianismo lisztiano. La Sinfonia n. 6 in re maggiore op. 60 di Dvorak suggella la serata: diretta dall’autore a Londra (1884)fu un trionfo e da allora è entrata in repertorio. Ammirata subito per la  spontanea pienezza melodica e per il fascino sonoro sensuale dell’orchestra in cui si avvertono reminescenze di matrica brahmsiana.

 

Torino, Auditorium “Agnelli” (Lingotto), v,. Nizza

I Concerti del Lingotto

lunedì 29 febbraio, ore 20,30

ORCHESTRA FILARMONICA CECA diretta da JIRI BELOHVALEK, solista KYRILL GERNSTEIN (pianoforte)

Musiche di Dvorak, Cajkovskij

 

 

TORINO-DUE CONCERTI PER SOLA ORCHESTRA

Nikolai Demidenko (2)Ennesino gradito ritorno di Juraj Valcuha sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI di cui è direttore musicale ormai prossimo alla scadenza. Al pianista russo Nikolaj Demidenko (foto)  è affidato il Concerto n. 4 in sol maggiore op. 58 di Beethoven in cui, nonostante la maturità della scrittura pianistica, realizza il prodigio di una sonorità di tipo intimo dove la dialettica solista-orchestra viene inserita in un clima di tono colloquiale, anzihè di contrapposizione, Variegata veste armonica, abbondanza delle modulazioni, impiego della zona espressiva nei fanno uno dei suoi lavori più singolari.

Il Concerto Romanesc del magiaro Gyorgy Ligeti, scritto nel 1951, eseguito una sola volta a Budapest e poi vietato per via di alcuni passaggi ritenuti troppo modernisti quali il fitto intrigo di melodie, armonia molto densa e cromatica: tutto il contrario di quello che si rihiedeva a un compositore, ossia la chiarezza daitonica. Stufo dei condizionamenti del regime, nel 1956 il compositore fuggì su un treno postalwe diretto in Austria. Il Concerto è tutt’altro che statico con i suoi temi popolari e i suoi quattro movimenti si alternano senza soluzione di continuità tra di loro che meglio esprimono la prima fase di Ligeti, legata alla lezione di Bartok e Kodaly, in cui prendono corpo nuove idee e avvisaglie di utopie sonore per ora indelebili, una volta di là da divenire. Congedo con il Concerto per orchestra (1944) scritte da Bartok nei difficli anni dell’esilio americano. Qui il termine Concerto indica il ruolo viertuosistico e cioncertante svolto dalle diverse sezioni strumentali. Il successo di pubblico fu immediato, tanto da garantire al lavoro centinaia di repliche in tutto il mondo, mentre venne stroncato dalla critica che accusò l’autore di aver ceduto alle lusinghe del gusto del pubblico americano. Bartok non rinuncia agli elementi più caratteritsici del suo modo di comporre quali le assimetrie ritmiche della melodia, le reiterazioni ostinate, gli accelerando, i fugati, i motivi ispirati alla tradizione popolare ungherese. Il tutto serrato in un rigoroso impianto architettonico dalla disposizione geometrica piramidale dei cinque movimenti.

 

Torino, Auditorium RAI “Toscanini”, p. Rossaro

giovedì 3 e venerdì 4 marzo, ore 20,30

ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE R.A.I. diretta da JURAJ VALCUHA, solista NIKOLAJ DEMIDENKO (pianoforte)

Musiche di Beethoven, Ligeti, Dvorak