Carmagnola, ‘cautele nell’usare acqua prelevata da pozzi’
Divieto di usare acqua prelevata dai pozzi per bere, fare da mangiare e lavarsi. E attenzione per le aziende agricole nell’irrigare: ecco in sintesi quel che il Comune di Carmagnola comunica con un avviso.
“Con ordinanza sindacale n. 05/2016 in data 21.03.2016 sono state confermate le misure cautelative adottate nell’ordinanza del 07.09.2015 n. 36 per l’utilizzo delle acque sotterranee prelevate da pozzo. Gli esiti dei prelievi eseguiti da Arpa ed ASL TO 5 nei mesi di dicembre 2015 – febbraio 2016 hanno rilevato la permanenza dell’inquinamento per la presenza di tetracloroetilene, sebbene con una distribuzione non uniforme ed in certi casi con valori in riduzione. Sono pertanto rinnovate le misure cautelative per mesi 12 in attesa di verificare l’andamento del fenomeno sulla base delle attività di bonifica e dei monitoraggi in previsione e di delimitare quindi con maggiore cognizione l’area interessata. Per quanto riguarda i pozzi di approvvigionamento dell’acqua potabile è stato ribadito dall’Arpa e dall’ASL TO 5 il controllo routinario sugli stessi ed è stato confermato che il fenomeno d’inquinamento non riguarda tali pozzi. L’ordinanza è rivolta a tutta la popolazione ma, certamente, interessa con priorità l’area evidenziata in colore giallo nella planimetria. Pertanto, mentre per il resto del territorio, e fin quando non saranno appurate le reali dimensioni del fenomeno, si raccomanda di osservare le disposizioni impartite per prudenza ancor prima che per necessità, nel caso dei pozzi ricadenti nell’area evidenziata in giallo è indispensabile attenersi ad esse con massimo scrupolo. L’Ufficio Ambiente, presso cui è possibile ritirare copia dell’ordinanza completa, scaricabile anche dal sito internet del Comune, sezione Avvisi, rimane a disposizione per fornire eventuali ulteriori chiarimenti – tel 011 9724258/260/384.
Si ricordano le misure cautelative indicate nell’ordinanza 36/2015:
Ai cittadini
E’ fatto divieto di utilizzare l’acqua prelevata dai pozzi per fini idropotabili (per bere o preparare bevande, per la cura del corpo a causa delle possibilità di ingestione e/o inalazione, per la preparazione o la cottura di alimenti) a meno che il proprietario non richieda e ottenga, a suo carico, la potabilità dell’acqua.
L’assenza o la presenza di livelli al di sotto della soglia prevista dalle norme sulla potabilità delle acque di tetracloroetilene, non è sufficiente ad assicurare la potabilità dell’acqua del pozzo che potrebbe contenere altri contaminanti (es. batteri od altre sostanze chimiche).
Per le concentrazioni inferiori a 40 microgrammi/litro, valore previsto dal D.M. 185/2003 e dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle acque, alla luce delle attuali conoscenze, l’ASL TO 5 Dipartimento di Prevenzione, ha ritenuto che non vi siano rischi per la salute umana per un utilizzo irriguo negli orti privati domestici.
Tutti i cittadini hanno accesso all’acqua potabile, che risulta sicura e priva di contaminazioni da tetracloroetilene.
Alle aziende di produzione di ortaggi e zootecniche
Di utilizzare, sulla base di quanto indicato dall’ASL TO 5 Dipartimento di Prevenzione con la nota sopra richiamata, esclusivamente per uso irriguo, acqua con valori della “sommatoria di composti organo alogenati” < 40 microgrammi/litro, valore previsto dal D.M. 185/2003, già adottato in casi simili sul territorio della Regione Piemonte.
Nell’uso irriguo, essendo il tetracloroetilene una sostanza volatile soggetta ad evaporazione, si richiamano le misure preventive previste nell’ambito della normativa sulla sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, in caso di utilizzo di acqua contaminata per irrigazione in serre o di sistemi (ad esempio nebulizzazione) che possano causare una eccessiva esposizione per via inalatoria da parte di addetti.
Per quanto riguarda l’abbeverata degli animali, l’utilizzo di “acqua pulita”, intendosi in tal senso acqua nella quale la presenza di tetracloroetilene non superi i 40 microgrammi/litro. Tale valore infatti è individuato dalle linee guida sulle acque da bere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2011, quale livello di sicurezza in grado di assicurare l’assenza di tossicità sia a breve che a lungo termine per il consumo umano”.