Chieri, per le sedi delle associazioni di volontariato il Comune chiede il rimborso delle spese

Anna Paschero

Anna Paschero

Le associazioni di volontariato pagheranno le spese di luce e riscaldamento, ma si terrà conto del lavoro che svolgono a favore della città, a scomputo della spesa. In sintesi, funzionerà così, dopo che sarà stato approvato il nuovo regolamento che disciplina il rapporto tra Comune padrone di casa e associazioni in veste di inquilini. Il palazzo di San Filippo e l’ex Macello la materia del contendere: qualche associazione, infatti, storce il naso e accusa il Comune di prendersela con chi non ha un soldo e fatica a tenere in piedi una attività. Voci isolate, ma neppure tanto. “Non capisco questo rumore, queste proteste – replica l’assessore al bilancio e patrimonio, Anna Paschero – visto che il Comune ha dovuto adeguarsi a quanto la Corte dei Conti ha sentenziato a più riprese negli ultimi tempi, a carico degli amministratori dei Comuni che non recuperavano le spese dalle associazioni. E con la Corte dei Conti non si scherza. Tanto più che Chieri aveva solo un bando fatto nel 2010 per le associazioni, a cui dava tutto gratis, comprese le utenze. Oggi, improponibile.”

Dunque, avanti col regolamento. “Siamo obbligati a contabilizzare i canoni – prosegue l’assessore – ma possiamo mettere a scomputo degli stessi il lavoro che le associazioni svolgono a favore del Comune e dei cittadini. Quanto alle spese per luce e riscaldamento, abbiamo trovato una quadra: visto che il Comune coutilizza sedi come San Filippo e l’ex macello, alle associazioni imputiamo solo una parte dei costi. In pratica, pagheranno 7 euro all’anno per ogni metro quadro di sede a loro assegnata. Se una associazione ha una sede di 20 metri quadri, pagherà 140 euro di spese all’anno. E se poi decide di condividere la propria sede con un’altra associazione, utilizzandola per esempio a giorni alterni, la spesa scende ancora.”

Paschero ne fa anche una questione di giustizia. “Certe associazioni pagavano tutte le spese e altre no – dice – e questo non è corretto. Oltretutto, ci siamo accorti che i consumi di energia elettrica in certi casi hanno dei picchi che, magari, a fronte di una spesa per rimborsi, sarebbero più contenuti…”

Mettere a bando le sedi con le nuove regole può infine aprire prospettive nuove. “Non avendo locali all’infinito – dice l’assessore – qualcuno era tagliato fuori, mentre adesso avrà la possibilità di rientrare.”

Chiaro che non tutte le associazioni sono uguali per la città. “Lasciando stare gli Alpini, la cui convenzione scadrà solo nel 2019, ci sono realtà come la Filarmonica Chierese o la Protezione Civile che sono ‘strumenti’ dell’attività istituzionale del Comune. Logico che abbiano un trattamento di riguardo. A tutte le associazioni che avranno assegnata una sede chiederemo di presentare a fine anno una relazione sulle attività svolte a favore del Comune e dei cittadini.”

Una novità: chi vorrà, potrà avere assegnata una sede non agibile da mettere a posto. “Abbiamo locali da ristrutturare – conclude Paschero – nella parte destra dell’ex macello. Se una associazione vorrà ristrutturare quei locali, glieli assegneremo con modalità tali da far recuperare loro la spesa per i lavori. Come abbiamo fatto per l’AVO nei locali degli ex bagni pubblici.”