PIEMONTE ARTE: ANTONELLO DA MESSINA, GOMBOLI, ACCORSI, BARZAGLI, BIANCHI, SALUZZO

TORINO, PALAZZO MADAMA: “DOPPIO CAPOLAVORO”, ANTONELLO DA MESSINA DALLA SICILIA A TORINO

antonello da messinaLa Madonna col Bambino benedicente (recto) e l’Ecce Homo (verso) dal Museo regionale

di Messina per la prima volta a confronto col Ritratto d’uomo di Palazzo Madama.

Palazzo Madama

Piazza Castello – Torino

22 aprile – 27 maggio 2016

Palazzo Madama presenta un appuntamento imperdibile dedicato ad Antonello da Messina. Dal 22 aprile al 27 maggio – in un nuovo scenografico allestimento appositamente creato per l’occasione in Camera delle Guardie – il celebre Ritratto d’uomo, capolavoro indiscusso e fiore all’occhiello del museo, potrà dialogare con un’opera del grande maestro siciliano eccezionalmente in prestito dal Museo regionale di Messina. Si tratta di una preziosa tavola bifronte che raffigura su un lato la Madonna con il Bambino benedicente e francescano in adorazione e sull’altro l’Ecce homo. Il dialogo tra i due capolavori consente di focalizzare le caratteristiche che hanno reso Antonello da Messina uno dei principali maestri del Rinascimento nonché il primo pittore italiano di statura veramente europea, capace di confrontarsi con i grandi artisti della nuova pittura fiamminga e insieme con la tradizione italiana. L’opera in prestito da Messina è annoverabile tra i primissimi lavori dell’artista e si è imposta all’attenzione della critica internazionale per la straordinaria qualità della pittura, provocando uno fra i più dibattuti casi attributivi per la storiografia su Antonello. La collocazione cronologica, tra il 1465 e il 1470, è attribuibile dai riferimenti alla pittura fiamminga e provenzale: quel patrimonio di cultura “internazionale” che il giovane Antonello aveva certamente conosciuto durante il suo soggiorno formativo a Napoli presso Colantonio intorno al 1450. Il Ritratto d’uomo, dipinto nel 1476, è una delle prove più alte della produzione di Antonello. Nella sua solennità statuaria, è tra i massimi esempi della capacità dell’artista siciliano di fissare con la pittura la personalità del soggetto ritratto, cogliendone la natura più intima e profonda. La potenza dello sguardo ha fatto di questo ignoto personaggio una celebrità, e spesso si è tentato di leggere in senso psicologico la sua espressione autorevole e, forse, autoritaria. Il progetto di collaborazione con il Museo regionale di Messina conferma l’impegno del Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama e della Fondazione Torino Musei a fare sistema con altre analoghe realtà istituzionali per ampliare le opportunità di fruizione dei grandi capolavori secondo una logica di art sharing. Dopo Torino, infatti, la mostra farà tappa dal 1 giugno al 10 luglio 2016 nel museo siciliano, luogo che ancora oggi è deputato a custodire la memoria della millenaria cultura messinese e che nell’autunno del 2016 inaugurerà una nuova e imponente sede museale, importante segnale di rinascita della città sotto l’egida dell’arte.

 

 

TORINO, RETROSPETTIVA DI MARIO GOMBOLI “IL SEGNO E LA POESIA”

A un anno dalla scomparsa è stata allestita una interessante mostra retrospettiva dell’artista Mario Gomboli(1946-2015), intitolata «La balena nascosta», nei locali della cartoleria antiquaria di via Saluzzo 48 a Torino. Un’occasione per ripercorrere gli aspetti di una ricerca raffinata, di un personalissimo dialogo con la materia, di una «scrittura» che unisce poetici teatrini della memoria ad eleganti collage, sciabolate di un nero profondo ai più lievi colori atmosferici. Accanto all’impegno pittorico, si delinea un determinante rapporto con la stagione dello scultore Sandro Cherchi, al quale ha dedicato il volumetto «Cherchi&Cherchi», poesie e disegni, La Pazza Edizione 1991, che mette a confronto i disegni di Sandro alle poesie del fratello Luciano. E, inoltre, il suo cammino era improntato dall’amicizia con lo scrittore, pittore e intellettuale Guido Seborga, dalla frequentazione dello scultore Franco Garelli e del pittore Aldo Conti, in una sorta di racconto che rappresenta alcuni dei momenti della sua esperienza, inserita nel contesto dell’arte del secondo Novecento italiano. Vi è, quindi, in Gomboli un gusto innato per la composizione, la capacità di fissare un’idea o una visione mediante l’impiego di una serie di materiali, assemblati con cura, con preziosità e una manualità che gli ha permesso di «costruire» tavole in cui la realtà si trasforma in sogno, in visione, in delicatissimi incantamenti. E, così, la mostra diviene misura del tempo, ricordo, documento di una ricerca che spazia da sottilissime carte al dato cromatico a un meditato astrattismo, a una figurazione equilibrata e, a tratti, fantastica.

                                          Angelo Mistrangelo   

 

MUSEO ACCORSI: “ROSE, CAMELIE, USIGNOLI E PASTORELLE”

accorsiIl “ritratto” della primavera negli oggetti montati del Museo Accorsi – Ometto.

Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto, Torino

30 aprile – 4 giugno 2016

In occasione del riallestimento della sala oggetti montati, il Museo Accorsi – Ometto propone sei appuntamenti che porteranno il pubblico a scoprirne il contenuto, raccontando l’utilizzo, le tecniche di realizzazione, le diverse tipologie degli straordinari oggetti ivi contenuti. Eredi della grande tradizione francese degli smalti policromi, gli oggetti montati devono il loro nome alla pratica tardo barocca di impreziosire manufatti di per sé già rari con guarnizioni assolutamente straordinarie per forma e materiale. Creati soprattutto nel Settecento, essi rappresentarono la libertà e il desiderio di lusso che dopo la morte del Re Sole caratterizzarono la Corte di Francia, paese che più di tutti in Europa si specializzò nella realizzazione di queste particolari opere. Un universo rococò fatto di fiori, uccelli e tenere figure in porcellana, inseriti all’interno di nobili giardini di bronzo, di cui il Museo Accorsi-Ometto conserva molti esempi. Per ogni appuntamento, dopo un’introduzione in sala conferenze, Luca Mana, conservatore del Museo, guiderà i partecipanti in un percorso tematico, partendo dal nuovo allestimento della sala oggetti montati.

QUANDO:

Sabato 30 aprile e sabato 21 maggio, dalle 11 alle 12.30

Le forme del lusso. Origine e sviluppo degli oggetti montati, dal Medio Evo all’Età Moderna

Sabato 7 maggio e sabato 28 maggio, dalle 11 alle 12.30

“Tutto vendevano, nulla creavano”: i mercanti del “bello” nella Parigi del Settecento

Sabato 14 maggio e sabato 4 giugno, dalle 11 alle 12.30

L’arte del tempo: dalla misurazione delle ore all’interpretazione dell’effimero

COSTI: intero € 14,00; ridotto € 12,00; possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card € 4,00. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA : 011 837 688 INT. 5 (dal lunedì al venerdì) INT. 3 (sabato e domenica

 

TORINO, SAVE OUR FLOWERS. MASSIMO BARZAGLI

barzaglia cura di Sergio Risaliti

Palazzo Madama – Sala Quattro Stagioni

Piazza Castello – Torino

21 aprile – 29 maggio 2016

In occasione dell’IFLA 2016 – Congresso Mondiale degli architetti di Paesaggio a Torino, Palazzo Madama fiorisce con Save our Flowers, la nuova installazione dell’artista toscano Massimo Barzagli, un unico grande lavoro, composto con dodici lastre in ceramica realizzate nella storica bottega Gatti di Faenza. L’opera, che ricopre la pavimentazione della Sala Quattro Stagioni, come un enorme tappeto rosa in ceramica, abitato da impronte di fiori – veri protagonisti dell’installazione – è un invito alla bellezza e leggerezza, una primavera floreale gettata su uno sfondo rosa. La superficie smaltata ricorda la grande tradizione rinascimentale della ceramica invetriata dei della Robbia – spiega Sergio Risaliti, curatore della mostra. I colori evocano il senso panico della natura come in Courbet e Monet. E tuttavia, il colore rosa che fa da sfondo alle impronte di fiori ha una nota acida e urbana che ricorda il mondo pop di Warhol. Si tratta di un’operazione complessa, linguisticamente parlando, che trova compimento e soddisfazione nella semplicità religiosa di un gesto di offerta e di pietà. Barzagli raccoglie i fiori e ne glorifica la bellezza poco prima del loro disfacimento, o subito dopo la loro estate. Una preghiera e una poesia, un atto di amore e uno spargamos, rituale panico, di smembramento dell’amata madre natura. Con le sue azioni floreali Barzagli sacrifica la figuratività per un eccesso di desiderio nei confronti della pittura. Merita citare un ricordo infantile dell’artista: “Quando alla scuola elementare Giovanni Pascoli di Marradi la mia maestra elementare mi insegnava a copiare un fiore ne attaccava con un pezzetto di nastro adesivo uno vero alla pagina del quaderno da disegno, era il fiore vero che prendeva il sopravvento all’interno della classe.”Save our Flowers è un work in progress iniziato nel 2007 alla stazione della metropolitana di New York di Fulton Street, proseguito nel 2010 con un gruppo di bambini siriani all’Art Factory di Dynamo Camp e poi ancora nel 2012 al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (in occasione della mostra monografica di Barzagli al Seul Performing Festival). Nel dicembre 2013 l’autore arriva a Torino, chiamato dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus. Dona la sua arte coinvolgendo in una performance i dipendenti dell’Ospedale Sant’Anna in occasione del rinnovo dello storico ingresso di Via Ventimiglia: da allora, una tela collettiva di impronte di fiori dà il benvenuto gioioso a tutti gli ospiti del più grande ospedale ginecologico e ostetrico d’Europa. Con Save our Flowers a Palazzo Madama continua la collaborazione tra la Fondazione Torino Musei e la Fondazione Medicina a Misura di Donna per l’Ospedale Sant’Anna.

 

 

ASTI, FONDAZIONE GUGLIELMINETTI: I CODICI CROMATICI DI ANNIBALE C. BIANCHI

asti guglielminetti 1Sabato scorso 16 aprile, presso la Fondazione Eugenio Guglielminetti (Palazzo Alfieri, corso Alfieri 375) è stata inaugurata la mostra ANNIBALE C. BIANCHI (1920-2013). Codici cromatici. Donazione Eredi Bianchi Malandrone, omaggio all’Artista astigiano a tre anni dalla scomparsa, in occasione della donazione di quaranta opere da parte degli Eredi alle collezioni della Fondazione E. Guglielminetti. Artista appartato, Annibale C. Bianchi si accostò alla pittura ed alla ricerca materica durante il Secondo Dopoguerra, approfondendo autonomamente le avanguardie artistiche e le raccolte museali internazionali in Europa e negli Stati Uniti. Predilesse la tecnica polimaterica ed il collage, collezionando frammenti cartacei e tessili, composti in assemblaggio su supporti casuali e nello spazio, mediante efficace creatività gestuale. Nel decennio Sessanta operò presso lo studio dell’Antica Certosa di Valmanera, sede dell’Arazzeria diretta da Corrado Cagli ed in seguito da Ugo Scassa, accanto all’atelier di Valerio Miroglio. Espose al Premio Nazionale “ V. Alfieri” nel 1959 ed alle rassegne del “Gruppo Tangenze” ad Asti ed a Casale Monferrato (1962). Intrecciò amicizia ed esperienze materiche con Pinot Gallizio, frequentando l’ambiente culturale torinese nei decenni Settanta- Ottanta e soggiornò in Francia, attratto dalle tendenze visive contemporanee. In maturità, si dedicò ad originali creazioni di mail art. Si spense ad Asti il 18 settembre 2013. Sollecitato dai commenti critici di Lucio Cabutti, Luigi Carluccio, Raffaele De Grada, Angelo Dragone, asti guglielminetti 2Paolo Fossati, Renzo Guasco, Aldo Passoni, Silvia Taricco, espose in mostre personali (1971 Torino, Galleria Triade; 1972  Milano, Galleria Il Giorno; 1973  Trento, Galleria 2 Effe; 1976  Torino, Spazio Campobase; 1976  Torino, Spazio Casa –diario) ed in rassegne  (1964 Asti, Mostra “ Pittori di Alba, Savona, Casale, Asti” con il conterraneo Pinot Gallizio; 1966 Premio Nazionale Città di Pordenone; 1970-1971-1972 Torino, Società Promotrice Belle Arti; 1970 Milano, S. Mercanti Arte Moderna; 1971-1972  Chieri, “Navetta d’Oro”; 1972  Zaragoza, Biennale di pittura; 1972  Mentone, IX  Biennale Internazionale d’Arte; 1975 Torino,  Torino 1 Torino Duemila; 1979  Parigi,  1° Festival International de la Carte Postale d’Avant-garde; 1981  Roma, Museo del Folclore; 1981  San Paolo del Brasile,  Nucleus 1- Mail Art  XVI  Bienal; 1983- 2002  Parigi Neudin, I° Annuaire mondial della carte postal; 1984  Osaka   International Mail Art Exhibition; 1986  Tolone  Mail art International; 1987  Rapid City South Dakota Usa, Dahl Fine Arts Center; 1987  Salon de Provence, Mail Art Show; 1988  Tolone,  Art-Terre, Hommage à Joseph Beuys; 1989 Isbergues, Maison des Associations, Mail Art; 1996  Ancona, Belvedere Ostrense, Museo Internazionale dell’Immagine Postale; 2005  Vieux Thann, Atelier Ergon). Nelle sale della Fondazione Eugenio Guglielminetti sono esposte le prime tecniche miste d’astrazione geometrica (“Geometrico”, 1961; “Composizione n.34”, 1962; “3/63”, 1963) ed i suggestivi polimaterici con carte macerate (“Pinot”, 1964; “Chan”, 1965), preludio alle grandi sequenze a collage degli anni Settanta, rielaborate in linguaggio cubista con libere sovrapposizioni di frammenti cromatici, ritagli di giornali ed interventi pittorici (“Collage”, 1967; “Amargura”, 1968;” Lulù”, 1968; “ Rivolta”, 1971) fino alle irrequiete “tavole” degli anni Ottanta- Novanta. La sezione dedicata alla Mail Art rivela la complessa sensibilità di Bianchi, la colta ricerca stilistica, documentata dallo scambio epistolare con Guido Ceronetti. La mostra, a cura di Marida Faussone con allestimento di Giuseppe Orlandi, sarà visitabile fino al 4 giugno nel seguente orario: venerdì, sabato e domenica 16,30- 18,30. Ingresso libero. Info: www.comune.asti.it

 

“SALUZZO ARTE” FINO AL 1°MAGGIO

saluzzo arteLE STANZE DEL VISIBILE – Libero Andreotti, Arman, Nag Arnoldi, Salvatore Astore,

Bernard Aubertin, Mirko Basaldella, Enzo Bersezio, Leonardo Bistolfi,

Nicola Bolla, Corrado Bonomi, Domenico Borrelli, Davide Calandra,

Felice Casorati, Gaetano Cellini, Pietro Consagra, Roberto Crippa,

Giorgio de Chirico, Carlo D’Oria, Giovanni Battista Gamba,

Quinto Ghermandi, Piero Gilardi, Paolo Grassino, Enrico Iuliano,

Luigi Mainolfi, Umberto Mastroianni, Francesco Messina, Mario Molinari,

Aldo Mondino, Louise Nevelson, Norberto, Gianni Piacentino,

Arnaldo Pomodoro, Edoardo Rubino, Francesco Sena, Daniel Spoerri,

Luigi Stoisa, Joe Tilson, Walter Valentini, Walter Vallini.

SPAZIO APERTO – L’URUGUAY INCONTRA SALUZZO

Coco Cano, Juan De Andrés, Uri Negvi

LE NUVOLE DI HIROAKI – OMAGGIO A VITO TANGA

Rossella Baccolini, Edoardo Bellini, Alessandro e Umbertomaria Ciauri, Carlo Dezzani,

Roberto Donnini, Lara Fasiolo, Claudio Franchino, Federica Frati, GAP Paint Abstract Group,

Giovanna Grimolizzi, Cristina Meduri, Franco Negro, Silvio Papale, Fabio Pertosa,

Enrico Prelato, Paola Rattazzi, Maurizio Rinaudo, Carlo Rivetti, Raffaele Russo, Letizia Sacchi,

Rita Scotellaro, Galleria Senesi arte, Pietro Trivelli e l’Associazione Art en ciel,

Caraglio: Lorenzo Caula, Claudio Cavallera, Franco Debernardi, Carol De Lucia,

Fiorenzo Isaia, Assunto Isoardi, Egidio Longo, Michelina Serale, Bruno Vallino.

Orari:

Da venerdì a domenica e festività dalle 15 alle 19

chiuso lunedì, martedì, mercoledì, giovedì

 

 

TORINO, FONDAZIONE FERRARIS: PRESENTAZIONE ROMANZO DI BONANATE

“ I BAMBINI DELLA NOTTE” di MARIAPIA BONANATE editore il Saggiatore

Ingresso libero e gratuito sino ad esaurimento posti. Gradita prenotazione

Mercoledì 20 aprile 2016 – ore 17,30

Presso il Centro Incontri della Fondazione Paolo Ferraris – C.so G. Ferraris 99 – Torino

“I bambini della notte” è un romanzo verità, che racconta la vicenda di due medici , Piero e Lucille Corti , lei canadese , lui brianzolo, uniti da una meravigliosa storia d’amore e da un sogno, quello di trasformare una piccola realtà ospedaliera nella savana equatoriale in un ospedale di eccellenza che prestasse le migliori cure al maggior numero di persone , in particolare ai più poveri , dimenticati e perseguitati.

Giunti agli inizi degli anni sessanta nel Nord Uganda, hanno dedicato tutta la loro vita a realizzare questo sogno, nonostante una guerra civile durata trent’anni con migliaia di morti, loro stessi hanno rischiato più volte di essere uccisi, campi profughi con cinquantamila, sessantamila persone, trentamila adolescenti, rapiti dai ribelli per essere arruolati come “bambini soldato”.

Nonostante questa drammatica epopea poco conosciuta e alla quale gli autori hanno voluto dare voce, Piero e Lucille sono riusciti nella loro impossibile impresa e il Lacor Hospital , nel distretto di Gulu, è diventato, ed è tuttora, il più importante polo sanitario non soltanto del Nord Uganda , ma di tutta l’Africa equatoriale con i suoi seicento e cinquanta letti, sale chirurgiche, pediatria e ambulatori frequentati da migliaia di persone, l’università di medicina.

Una cittadella di cinquemila abitanti, impegnati nell’ospedale che è passato nelle mani del personale africano. Medici, ,infermieri, operatori sanitari, che Piero e Lucille hanno formato e preparato in anni di condivisione totale, senza mai abbandonare la popolazione e ricominciando ogni qual volta il guerriglieri assalivano l’ospedale e lo svuotano, sequestrano medici e infermieri .

Nel romanzo s’incrociano le storie di diversi personaggi che hanno affiancato i due fondatori, come quella del coraggioso e bravissimo dott. Matthew che, dopo avere isolato la prima grande epidemia di Ebola nel 2000, ed essere diventato con il Lacor il punto di riferimento per l’OMS , l’organizzazione mondiale della sanità, è morto con dodici infermieri per essersi preso, lui stesso, questo terribile virus mentre cercava di assistere un suo infermiere ammalato .

 

TORINO, TALK-SHOW SULLA POESIA

Giovedì 21 aprile alle 20,30, invito dell’associazione culturale La Repubblica Estetica e dell’associazione Missione Autismo: “L’AURA NON C’È”, Talk-show sulla poesia italiana

INFO E PRENOTAZIONI: Davide (Repubblica Estetica) 328 4699918 – Olivia (A.M.A.) 346 5117497