PASSIONE FUMETTI di Giancarlo Vidotto: i fantasmi di Julia Kendall
JULIA, la criminologa ideata e scritta da Giancarlo Berardi, è uno dei personaggi più importanti del fumetto italiano. Sicuramente lo è come personaggio femminile, sia per il seguito di lettori, sia perché è in edicola da quasi 28 anni. Julia, esile figura dall’aspetto di Audrey Hepburn – da cui ha preso anche lo stile elegante e il fascino un po’ snob – deve il suo successo anche alla riuscitissima caratterizzazione che ne ha dato il creatore. Giancarlo Berardi è infatti riuscito a esprimere al meglio tutta la ricchezza e la complessità di una donna moderna, indipendente e realizzata professionalmente, colta e intelligente, dotata di buon gusto e di un animo sensibile, ma che si porta dietro contraddizioni proprie della sua condizione di donna forte e, allo stesso tempo, debolezze che la rendono umana e reale.
Le prime avventure del 1998 avevano un taglio thriller dai toni molto drammatici e violenti, vicini al mondo della letteratura e del cinema di autori come Thomas Harris e Jeffery Deaver, per non citare Patricia Cornwell e la sua Kay Scarpetta. Fin da subito però Julia si è caratterizzata per le sue capacità di indagatrice dell’animo umano che le consentono di analizzare, valutare, seguire e scoprire i criminali negli ambiti più disparati, allontanandosi spesso dagli scenari tipici del thriller violento. Le avventure di Julia spaziano in una grande varietà di contesti, spesso urbani, ma sempre più di frequente anche in luoghi geografici lontani dalla sua pur variegata Garden City. Tra questi anche l’Italia, Genova prima di tutto – città del fidanzato Ettore Cambiaso, oltre che del creatore Giancarlo Berardi – e poi Napoli, dove è ambientato il bellissimo albo “Vedi Napoli e poi muori” (nr. 209 del febbraio 2016).
Julia è un fumetto estremamente realistico, anche per i continui siparietti relativi alla sua vita privata e personale – cosa piuttosto insolita per un fumetto avventuroso – che ne sono parte integrante, e spesso centrale, nelle storie.
Un’altra costante nelle storie di Julia sono i suoi sogni, o meglio incubi. Compaiono in tantissimi albi – a partire dai primi numeri – e sono veramente inquietanti, soprattutto perché si inseriscono in modo improvviso e spiazzante nella storia. Andate a rileggere le pagine centrali del primo numero, disegnato da Luca Vannini, o quelle del secondo, disegnate da Corrado Roi. Da brivido. Con l’andare degli albi i sogni si sono alleggeriti nei toni – in linea con quello delle avventure – ma continuano ad essere importanti nelle storie, sia quando riguardano la vita di Julia, sia quando si rivelano risolutori nelle indagini su cui Julia lavora. Sogni mai banali, ma piuttosto elaborazioni del subconscio secondo una visione scientifica e psicoanalitica.
L’ultima avventura in edicola questo mese, “Il fantasma di Loch Moran”, è ancora più spiazzante, soprattutto per una serie realistica come Julia. La bellissima copertina di Cristiano Spadoni parrebbe essere dedicata proprio ad uno dei sogni/incubi di Julia. E in effetti l’avventura, di ambientazione scozzese, ci catapulta in un susseguirsi di frequenti incursioni nel mondo dei sogni. O forse no. Forse non si tratta di sogni, ma di qualcosa di veramente soprannaturale. E questo è veramente insolito per Julia. La storia, scritta da Giancarlo Berardi e Maurizio Mantero e disegnata da Luigi Copello, esce infatti dai canoni tradizionali della serie, pur in una fase di continue novità , relative soprattutto alle frequenti trasferte lontano da Garden City e ad una maggiore presenza del fidanzato Ettore.
Che sia un vero fantasma o un fantasma dei sogni, “il fantasma di Loch Morane” farà certamente discutere i lettori di Julia. Alasdair, questo è il suo nome, si rivela a modo suo simpatico e poetico, funzionale e determinante nello sviluppo di un’indagine all’apparenza banale ma in realtà piuttosto intricata. Un fantasma che si rivela addirittura più di una semplice apparizione e cha fa a Julia alcune rivelazioni che fanno sperare in una sua prossima ricomparsa, chissà , magari in sogno, magari in catene e sudario.
In perfetto “stile Julia” i disegni di Luigi Copello. Uno stile che si potrebbe definire “linea chiara italiano” e che si presenta molto preciso e pulito, di grande leggibilità ma senza mai allontanarsi dall’impostazione realistica. A chi a volte ha criticato una certa uniformità di impostazione e stile nei disegni delle storie di Julia, Giancarlo Berardi ha recentemente precisato che si tratta di una scelta stilistica ben precisa per privilegiare la leggibilità e quindi l’avventura che viene raccontata, pur senza mortificare il talento degli autori, che però sono al servizio della storia raccontata e non il contrario. Luigi Copello – a lungo disegnatore di Nick Raider (il poliziesco Bonelli creato da Claudio Nizzi e durato 200 numeri) – ben interpreta questo stile e su Julia ha già disegnato alcuni numeri a partire dal nr. 171 “Gli insospettabili”.
In questa storia compare anche la firma di un altro prezioso collaboratore di Giancarlo Berardi, vale a dire Maurizio Mantero, anch’egli genovese e presente su Julia già dai primi numeri in veste a volte di sceneggiatore, a volte di co-sceneggiatore. Mantero, che in realtà è anche un valido disegnatore (la vignetta è tratta da uno dei racconti che ha disegnato per la raccolta “Mondi infiniti” scritti dallo stesso Berardi), si occupa di sceneggiature fin da tempi di Ken Parker. E si può ben dire che il suo nome è una garanzia, in quanto dove compare la sua firma, le storie hanno sempre quel qualcosa in più che diverte, emoziona, appassiona, commuove.
Ne “Il fantasma di Loch Moran”, Giancarlo Berardi e Maurizio Mantero di sicuro si sono diverti, strizzando l’occhio ai lettori e mescolando realismo e fantasia in un accostamento certamente anomalo per il personaggio di Julia e che a me ha ricordato alcune splendide storie di Ken Parker come “Diritto e rovescio” e “Boston”. Il risultato è una storia piacevole e divertente, fino all’ultima pagina, che vi lascerà prima sbalorditi, poi sorridenti.
Potete trovare altre informazioni su Julia nel mio articolo apparso su questa rubrica il 25 aprile 2015 “Il mondo di Julia e Il male d’Africa” (http://www.100torri.it/newsite/?p=15046)