Testo Unico del Vino: vera semplificazione o ulteriore complicazione? Giovedì 12 maggio Convegno di Confagricoltura Asti nella terra del “Principe Rosso”, il Ruchè di Montalbera

 

vino testo unicoChiarificazione e razionalizzazione sono le parole d’ordine che hanno accompagnato la presentazione, a Vinitaly, del Testo Unico Della Vite e del Vino. Il provvedimento tanto atteso dagli operatori del comparto vitivinicolo sarà al centro del convegno promosso da Confagricoltura Asti giovedì 12 maggio, dalle 10, nei locali dell’azienda agricola Montalbera della Famiglia Morando. A Castagnole Monferrato, terra del Ruchè, esperti del settore si confronteranno per approfondire ogni aspetto del nuovo documento pensato per introdurre semplificazioni burocratiche in materia di produzione e commercio del vino. Queste sono le premesse, ma sono aderenti alle reali aspettative o il documento è da inquadrare come un’ulteriore complicazione per il comparto vino?  Quali benefici può rappresentare per l’Astigiano? Sarà sufficiente a sostenere la competitività del settore vitivinicolo italiano nell’export? Confagricoltura Asti e l’Azienda Agricola Montalbera cercheranno di dare risposta a queste ed altre domande, avvalendosi del qualificato contributo di esperti: Andrea Faccio, presidente nazionale sezione vitivinicola Confagricoltura, Palma Esposito, responsabile nazionale settore vitivinicolo Confagricoltura, Massimo Fiorio, vicepresidente commissione agricoltura della Camera, Ezio Pelissetti, consigliere delegato di Valoritalia, Flavio Scagliola, presidente sezione vitivinicola Confagricoltura Asti, Angelo Di Giacomo, responsabile sede di Asti ex Dipartimento dell’Ispettorato centrale tutela qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari. I lavori avranno inizio con il saluto di Massimo Forno, presidente di Confagricoltura Asti e Franco Morando, titolare dell’azienda agricola Montalbera. Le conclusioni saranno affidate a Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura. L’evento sarà inoltre un’occasione per far emergere l’importanza e le caratteristiche uniche delle Doc piemontesi cosiddette “minori” come il Ruchè, espressione purissima di un territorio riconosciuto patrimonio UNESCO.