Asti. Aperta la casa di Alfieri: un gioiello museale da non perdere!

asti scenografieForse non succederĂ  a tutti, ma può capitare che un piccolo brivido percorra la schiena appoggiando la mano su un pomello della scalinata di ingresso di Palazzo Alfieri, al pensiero che su quell’accessorio insignificante una mano ben piĂą importante, quella del poeta bambino, abbia giocato, magari correndo su e giĂą su quell’ingresso così sontuoso.

La casa museo di Vittorio Alfieri è stata inaugurata ufficialmente ieri alle 17:30 dal sindaco Fabrizio Brignolo, alla presenza del consigliere regionale Angela Motta, dell’assessore alla cultura di Asti Massimo Cotto, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti Michele Maggiora e di Carla Forno, presidente della Fondazione Centro Studi Alfieriani e di molti, impazienti, curiosi, cittadini astigiani e non.

asti salone alfieriE’ un’inaugurazione che giunge espressamente per incontrare le migliaia di visitatori giunte in cittĂ  per l’Adunata degli Alpini ed infatti l’apertura del palazzo sarĂ  limitata ai tre giorni della manifestazione. Domenica sera si chiude di nuovo per completare i lavori di restauro. L’apertura a regime “ordinario” avverrĂ  a settembre. Dice la direttrice Carla Forno: “Durante tutti questi anni di lavori mi sono sempre chiesta come sarebbe stato il momento della riapertura, ma certo non mi sarei mai aspettata che sarebbe capitato in questa cornice di festa, con tutte queste persone. L’emozione è tanta. C’è stato tanto lavoro ed è stato un lavoro di squadra, con il Comune, la nostra Fondazione e soprattutto l’ossigeno dei fondi regionali del Pisu e della Fondazione Cassa di Risparmio oltre alla San Paolo”.

E il presidente della Fondazione bancaria astigiana, Michele Maggiora, aggiunge: “Il nostro territorio non poteva restare senza la casa di Alfieri. Quando abbiamo riaperto Palazzo Mazzetti dissi: Finalmente abbiamo Palazzo Mazzetti! OggiAggiungi un appuntamento per oggi dico: finalmente abbiamo Palazzo Alfieri!” L’ingresso nel Palazzo dĂ  subito l’idea del grande lavoro fatto: il restauro non ha coinvolto solo gli ambienti e gli arredi. C’è stata una grande cura sui documenti che sono stati messi in esposizione ma anche digitalizzati e resi fruibili attraverso postazioni multimediali. Tutto l’archivio sui testi, sulle messe in scena disponibili, anche con la collaborazione delle teche Rai, sono presenti e consultabili. Ci sono costumi originali restaurati, bozzetti e plastici delle scenografie. Un piccolo teatro dove passano le proiezioni teatrali. Un percorso articolato racconta tutta la vita del poeta, i suoi viaggi, la sua opera,  fino alla morte e alla sepoltura in Firenze, desiderata nella basilica di Santa Croce, nonostante la sua vita condotta in modo assolutamente laico. Una visita da non perdere e su cui soffermarsi, data la mole di materiali esposti. Per chi avesse l’occasione di trovarsi ad Asti in questi tre giorni di apertura straordinaria, la tappa è altamente raccomandabile.

 

Carmela Pagnotta