Al “Salone del Libro”, in cerca di vicinanza (più che di separazione)
Dopo la sua interpretazione al Festival di Sanremo, si parla di grado di separazione; la distanza che ci sarebbe, seguendo una teoria, tra una persona e l ‘altra. A detta di alcuni sociologi, sarebbe finito il tempo dell’ individualismo e sarebbe iniziata l’epoca della necessità di appartenenza e dello schieramento. Mentre lei, la Michelin, ci rappresentava al Festival della canzone europea, noi siamo andate a constatare il grado di separazione che si respirava al Salone del Libro di Torino. La conoscenza è l’arma per abbattere tutte le barriere e così , come due cani da tartufo, siamo andate a sentire l’aria che tirava là, in città. Su e giù per la fiera, dalla sala Gialla alla sala Rossa e via di corsa in quella azzurra o all’auditorium, per assistere all’arrivo di mille persone di corsa: tutte accanite ammiratrici di Ligabue . Assistendo a quell‘incontro ci siamo rese conto che a volte alcune persone comuni diventano famose ma rimangono vere e cosi facendo accorciano la separazione. Il grande ( in tutti i sensi) Liga ha firmato tutte le mille e più copie del suo ultimo libro” Scusate il disordine” . Lo avevamo tutti . Solo marketing ? Può darsi. Come ha sostenuto il Direttore Editoriale del salone Ernesto Ferrero, “ Quest’anno lo abbiamo intitolato Visioni. Dobbiamo imparare a vedere oltre, lontano e in positivo”. Torino ha dimostrato che non vuole separazione: al posto di un solo paese ospite , l’evento è stato dedicato alla cultura araba. Abbiamo visto tra i volontari della manifestazione delle giovani donne con il fazzoletto in testa. Abbiamo camminato fianco a fianco a grandi scrittori italiani e stranieri ; Lilli Gruber ha sorriso a tutti quelli che si sono avvicinati per far autografare il suo libro. Solo marketing? Può darsi. Se ci facciamo sopraffare da questi pensieri, vorrà dire che presto non crederemo più in nessuno e in nulla; le persone non usciranno più di casa, non leggeranno più, non si incontreranno, non mangeranno nemmeno. Può darsi; noi vogliamo essere positive e provare a guardare il mondo a colori , anche perche non abbiamo percepito un forte grado di separazione. La gente comune era serena e quella famosa non se la tirava o se la tirava poco. Vogliamo pensare in positivo per dare una speranza a Rebecca , che ieri , fiduciosa nel futuro suo e quello dei suoi compagni ( Liceo Classico e Musicale Cavour di Torino) ha spiegato , instancabilmente, il progetto fotografico esposto e realizzato da giovanissimi come lei. La sua grande e sincera fiducia nella vita , la fiducia che ha dimostrato di avere in noi ha fatto in modo che il livello di separazione quasi scomparisse. Eppure , non la conoscevamo: è successo lì. Anche lei, come Francesca Michelin, ci ha portato a conoscenza di una teoria dimenticata: I giovani, se aiutati a realizzarsi, sono sempre portatori sani di bellezza e vicinanza.
Antonella Rutigliano