Chieri, ex scuola Levi, sarà verde e non cemento: il Comune vuole demolirla

mossoviatana (1)A fine anno, forse prima, si scriverà il finale del filmone che ha visto, in questi anni, come protagonista la ex  scuola Oscar Levi di Via Tana. Vicenda nota: messa in vendita dalla amministrazione Lancione, aggiudicata per 2 milioni di euro ad un gruppo immobiliare, subito bloccata da un ricorso straordinario al Capo dello Stato presentato dall’allora opposizione Pd, infine ‘sbloccata’ da una pronuncia che non ha preso in considerazione il ricorso. Dunque, scuola venduta, con buona pace di tutti? Niente affatto. Nel frattempo, la situazione del mercato immobiliare muta in peggio, gli acquirenti sono titubanti e l’opposizione di allora diventa maggioranza che governa oggi il Comune. Passaggio obbligato, comunicare all’acquirente che la vendita è sbloccata e che entro 60 giorni si deve andare in atto. Ma la mossa dell’acquirente è altrettanto obbligata: chiede una proroga, ci vuole pensare su. La proroga scade a fine 2016.

“Noi ci siamo attenuti rigidamente alla norma – dice l’assessore all’urbanistica Massimo Ceppi – e, pur non condividendo la vecchia scelta di vendere, abbiamo rispettato il buon diritto dell’aggiudicatario. Compreso quello di aspettare qualche mese per darci una risposta…”

Ma intanto, si delineano scenari diversi. Molto diversi, anche se, al momento, solo una ipotesi.

“Se la vendita non andrà a buon fine – continua Ceppi – l’ex scuola tornerà alla città come non fosse mai stata messa in vendita. E la nostra intenzione è chiara: abbattere la parte più vecchia e malconcia (quella che corrisponde alla scuola media) e ristrutturare, se ne ricorrono le condizioni, quella su Via San Pietro, delle elementari, per farci qualcosa di utile per la città. I grandi spazi vuoti che si recupereranno serviranno ad ampliare l’area Caselli e a collegare, come più facilmente non si potrebbe, quell’area al nuovo giardino della ex De Tommasi. Andando subito alla ricerca di un finanziamento europeo o regionale sul tipo di quello che ci ha permesso di realizzare il nuovo giardino. Il vantaggio sarebbe duplice: un grande polmone verde per la città e lo scampato pericolo di una cementificazione rilevante, 11 mila metri cubi su quell’area, tanti ne sono stati previsti da una variante approvata dalla passata amministrazione.”

 

Gianni Giacone