Museo Arte Sacra di Costigliole. Un tesoro del barocco sulle colline Unesco del Monferrato.

costigliole coro ligneoLe colline del Monferrato: vigneti a perdita d’occhio dall’aspetto ben “pettinato” e castelli che ne dominano le cime, testimoni del tempo che è passato. Ma non solo. Addentrandosi attraverso quelle rocche con le stradine strette ancora acciottolate come nel Medioevo, si corre il rischio di imbattersi in qualche sorprendente tesoro, non ancora visibile ai più.

costigliole fonte battesCosì può succedere a Costigliole d’Asti, dove è più facile recarsi per le eccellenti barbere e i buoni moscati piuttosto che per una visita ai tesori d’arte. Eppure, proprio all’ombra del castello degli Asinari, una piccola Chiesa in stile barocco è stata trasformata in un vero museo dell’arte sacra da un gruppo di volontari appassionati che hanno fatto di tutto per restaurarne il patrimonio artistico, inventando campagne di raccolte fondi accattivanti come “Adotta un’opera d’Arte” e “Riquadri in quadro… Insieme per restaurare San Rocco”.

E’ la Chiesa della Confraternita di San Gerolamo, affacciata sull’Aia dei Galli, nel centro storico. La Confraternita non esiste più da qualche decennio, ma gli oggetti sacri, le statue, i quadri, l’altare, il coro, il pulpito in legno di noce sono rimasti e sono entrati a far parte del museo “Arte Sacra”, voluto da don Paolo Prunotto e dalla diocesi. Sono circa settanta le opere d’arte restaurate, oltre alla struttura che è stata quasi completamente riportata agli antichi splendori. Manca solo l’organo monumentale perché il restauro sia completo, ma l’altare di stile juvarriano, il coro ligneo e gli altri arredi sono come intatti.

Centro dell’esposizione la statua lignea del Cristo deposto, un tempo portato in processione per il venerdì santo, grazie anche alla particolarità delle braccia snodabili che permettevano di esporlo nella crocifissione. Il quadro di San Gerolamo in meditazione, patrono di Costigliole, fa parte dei gioielli di questo museo. E nel coro ligneo, dove gli esponenti delle famiglie nobiliari, assistevano alla messa dall’alto della Chiesa, campeggiano le teche con i preziosi calici, utilizzati anche da Papa Giovanni Paolo II, durante la sua visita in Piemonte, per le celebrazioni eucaristiche. Il museo viene aperto per ora due volte al mese o in caso di eventi e manifestazioni. “Ma vogliamo fare di più – ci dice Mariuccia Borio, imprenditrice del vino (proprietaria di Cascina Castlet) e grande sostenitrice del Museo – ci piacerebbe riuscire ad aprire almeno per le ventiquattro ore settimanali richieste dal circuito della Tessera Musei. Pensiamo che questo patrimonio meriti di essere condiviso”.

Sì, questo patrimonio artistico merita di essere condiviso e conosciuto perché non resti una di quelle perle nascoste di cui l’Italia è ricca.

Tutte le informazioni per visitare il Museo sono reperibili sul sito www.museoartesacracostiglioleat.it o sulla pagina Facebook: www.facebook.com/museoartesacracostigliole/

 

Carmela Pagnotta