CRONACA – Asti, delitto Fassi. Riconosciute le aggravanti della crudeltà: Folletto condannato a 30 anni di carcere.
La sentenza del giudice Alberto Giannone è arrivata al termine del rito abbreviato. Trent’anni di carcere per Pasqualino Folletto, il killer di Maria Luisa Fassi, la tabaccaia uccisa con oltre quaranta coltellate nel suo esercizio di corso Volta.
Riconosciute le aggravanti della crudeltà e quella di aver compiuto il reato di omicidio a seguito della rapina. Accertata anche la piena capacità di intendere e di volere dell’imputato durante il delitto. Le aggravanti hanno fatto sì che la pena comminata fosse la massima possibile per il rito abbreviato, concedendo il solo sconto di evitare l’ergastolo al Folletto, pena che era stata richiesta dal pm Luciano Tarditi.
Il giudice ha anche disposto i risarcimenti per i familiari della Fassi (anche se non saranno incassabili, data la situazione economica del Folletto): 250 mila euro al marito Valter Vignale, ai figli e ai genitori e 75 mila euro per la sorella.
Al termine dell’udienza l’avvocato difensore, Silvia Merlino, ha dichiarato che si batterà in appello per la decadenza dell’aggravante della crudeltà, già esclusa dalla Cassazione nei casi di Garlasco a carico di Alberto Stasi e nell’omicidio di Melania Rea per Salvatore Parolisi.
L’avvocato Berardi, difensore delle parti civili, ritiene la pena congrua data l’efferatezza del delitto: “Nulla potrà restituire Maria Luisa alla sua famiglia – ha dichiarato all’uscita dall’aula – ma questa condanna certamente potrà dare un senso di giustizia a chi si trascinerà il dolore per tutta la vita”.
Carmela Pagnotta