Alba. I Nutella bar non piacciono agli accademici della lingua di Teheran.
Gioie e dolori della globalizzazione. Un marchio riconoscibile in tutto il mondo può inciampare sulle diversitĂ culturali di altri paesi. E’ quello che sta accadendo alla Nutella in Iran. La diffusione a Teheran dei Nutella bar, sebbene apprezzato dai consumatori iraniani, sembra non essere gradito agli accademici della Lingua e della Letteratura Persiana.  La legge persiana parla chiaro in proposito: è vietato l’uso di parole straniere, anche se ormai i marchi esteri come Apple, Ikea, Levi’s campeggiano ovunque nella capitale. Ad attirare l’attenzione degli studiosi della lingua persiana probabilmente non è stata la crema di nocciole della Ferrero, ma l’accostamento con il termine “bar”: troppo vicina all’idea di un locale dove si servono alcolici.
E’ da dire che i Nutella bar non sono attivitĂ in franchising, ma locali commerciali nati dall’iniziativa degli stessi ristoratori iraniani, quindi la Ferrero non dovrĂ sviluppare nessuna campagna di marketing riparatoria. Probabilmente gli iraniani dovranno semplicemente aggiustare il tiro sulle insegne, come il “Nubella Art” di un locale che ha scelto l’anagramma o adattarsi ad utilizzare la formula suggerita dalla stessa Accademia della Lingua :”Nane dagh chocolate dagh”, cioè “pane speciale con cioccolato”.
Il rettore dell’Accademia Golamali Hadad Adel cerca di evitare contaminazioni della lingua Farsi che ha giĂ subìto le molte pressioni dall’arabo. SarĂ una lotta difficile nel mondo globale ma almeno non sarĂ la Nutella a pagarne lo scotto. Anche gli Iraniani potranno continuare a gustare il “pane con cioccolato” proveniente da Alba.
Carmela Pagnotta