CHIERI IN VERSI di Adelino Mattarello: la Vijà, una storia lontana, lontana…
La Vijà ha una storia lontana, lontana. Si racconta che già secoli fa, in occasione della festa delle Grazie, la gente saltava sul carro e declamava “stranot” su questa o quella situazione cittadina oppure su questo o quel personaggio. Da anni la tradizione continua e ……….
L A V I J A’
Anni e anni fa
prendendo spunto dal passato
di cosa era successo
e perché c’era stato,
si è deciso di proporre,
con versi comici e irriverenti,
un saluto particolare ai potenti.
Allora si parlava di potentati,
fossero contee o ducati,
ora i potentati sono le Amministrazioni Comunali
e tutto quello che ha a che fare con la città:
i parcheggi, il traffico, i viali.
Si saliva su un carro contadino
con pantaloni, camicia e fazzoletto di lino
e si declamava in libertà
versi scritti qua e là.
Obbligatoriamente in dialetto chierese
e quindi per forza
dovevi essere nato in quel paese.
Stranotti sono poi stati chiamati
e come dicevo venivano declamati
con voce tonante
perché non c’era allora l’altoparlante.
Ora continua la tradizione
e si aspetta con trepidazione
l’arrivo della serata,
in cui baldi giovanotti
e altri più avanti con gli anni,
declameranno di Chieri i malanni
e chiederanno a chi governa la città
di impegnarsi a fondo per la comunità.
Salta sul carro.