CRONACA – Guardia di Finanza di Torino: somministravano anabolizzanti a bovini destinati al mercato alimentare. Sette rinviati a giudizio, tra i quali un medico veterinario
Il Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Torino ha concluso un’indagine che ha consentito di disvelare una serie di gravi irregolarità nella gestione di 26 allevamenti di bestiame nelle provincie di Cuneo, Novara e Alessandria. I Finanzieri hanno riferito alla Procura della Repubblica di Torino di aver appurato che nei vari allevamenti, tutti riconducibili alla stessa azienda, venivano somministrate, a bovini destinati al mercato alimentare, sostanze farmacologicamente attive ad azione anabolizzante (cortisonici e steroidi sessuali). Inoltre, per ostacolare l’identificazione e movimentazione degli animali, i responsabili sostituivano le “marche auricolari” e i documenti necessari al tracciamento dei capi di bestiame. I militari del Nucleo hanno poi rilevato che, grazie alla compiacenza di un medico veterinario, presso le strutture era impiegato personale tecnico che svolgeva attività sanitarie senza avere il necessario titolo né la dovuta competenza. Sette sono le persone coinvolte: C.A. (di 36 anni), C.F. (di 62 anni) e C.M. (di 50 anni), proprietari degli allevamenti; M.F. (di 53 anni), medico veterinario che ha avallato e predisposto le procedure per la somministrazione dei farmaci; B.E. (di 57 anni) e B.L. (di 45 anni), tecnici dell’azienda che hanno eseguito materialmente le pratiche illegali, nonché F.M.G. (di 44 anni), impiegata che ha falsificato i documenti necessari per avviare gli animali al macello. Nel corso delle investigazioni sono state sequestrate 5.000 dosi di farmaci provenienti dalla Cina e destinate ai capi allevati, una notevole quantità di “marche auricolari” utilizzate per l’identificazione dei bovini, nonché alcune prescrizioni di farmaci già firmate “in bianco” dal medico veterinario. A fronte degli elementi raccolti dalle Fiamme Gialle, l’Autorità Giudiziaria torinese ha proceduto al rinvio a giudizio di tutti i soggetti coinvolti per concorso nel reato di adulterazione di sostanze alimentari, atteso che i farmaci utilizzati, per tipologia, modalità di approvvigionamento e somministrazione, costituivano un grave rischio per la salute pubblica.