Chieri, Sacco e la Sagra del grissino: “Troppo street food e poco rubatà’

Il taglio del nastro con Miss Rubatà 2015

Il taglio del nastro con Miss Rubatà 2015

“Nessuna valorizzazione del prodotto tipico”. E’ il commento di Rachele Sacco, capogruppo FI a Chieri e rappresentante Anci Piemonte e Nazionale alla chiusura della tre giorni organizzata dalla Pro Chieri, che Sacco definisce “espressione del Comune di Chieri”: «Si parla di promozione dei prodotti tipici e valorizzazione del centro storico e in un’unica occasione, Pro Loco e Comune sono riusciti a svalutare sia l’una che l’altra cosa. La Fiera del Rubatà, programmata lo scorso fine settimana, è riuscita ad “ammazzare” il senso stesso della manifestazione. Lo stand dei grissini e della focaccia chierese che sarebbe dovuto essere il fulcro dell’evento, era nascosto tra banchetti di arrosticini, patatine fritte, hamburger, birre e i gazebo delle associazioni che hanno organizzato un bellissimo Bike Pride con l’esposizione di bici e i laboratori cicloriparazioni. Nulla da obiettare alla scelta di lavorare con Street Food: ma chi arrivava dall’esterno tutto poteva pensare fuorché di essere alla Sagra del grissino Rubatà, vanificando gli sforzi dei panificatori del Ciofs e dei pasticceri che si fanno costantemente in quattro per portare il prodotto a conoscenza del grande pubblico, con ingredienti di qualità e tanta formazione. Mancavano tra gli stand gastronomici prodotti che valorizzassero il grissino e la focaccia: ad esempio degustazioni di marmellate, vini, miele, prosciutto o formaggi doc, ma solo cibo di strada che si sarebbe potuto trovare in qualsiasi altra fiera di paese, ma mancava anche una coordinazione con i negozi del centro storico che sono rimasti chiusi domenica durante la fiera. Perché la verità è una: i commercianti sono delusi da questo tipo di manifestazioni che non promuovono il territorio, ma lo mistificano. E’ pazzesco che in Comuni molto più piccoli ci siano sagre meravigliose e a Chieri sia un flop dopo l’altro. A giugno il Freisa ora il Rubatà».