Dogliani. Se ne va a 91 anni Quinto Chionetti, il padre nobile del Dolcetto.
Il vino è stata la sua vita, il suo lavoro, la sua grandezza. E in quelli che per un vignaiolo sono giorni di festa, i giorni della vendemmia, ha deciso di andarsene “in un’altra vigna per la vendemmia piĂą bella” , ha scritto il nipote Nicola su Facebook per salutare il nonno, Quinto Chionetti, morto ieri, mercoledì 21 settembre, a 91 anni, al termine di una vita fruttuosa. Riconosciuto da tutti come il patriarca del Dolcetto di Dogliani, è stato colui che ha reso grande questo vino, trasformando una tradizione di famiglia in un’azienda all’avanguardia ferma nelle sue radici di Langa, ma proiettata nel futuro e nel mondo globale.
Contadino e colto, frequentò il ginnasio dai Padri Somaschi a Cherasco, insieme a quello che sarebbe diventato un altro grande vecchio della Langa produttiva, Michele Ferrero. Deluse le speranze della mamma che lo avrebbe voluto prete, non si tirò indietro dalla vita politica e dopo la Liberazione entrò in Consiglio comunale a Dogliani, eletto con il supporto dei Coltivatori Diretti per la Democrazia Cristiana. In Consiglio sedette sugli scranni insieme a Luigi Einaudi, futuro Presidente della Repubblica.
Negli anni cinquanta intuì le potenzialitĂ commerciali del suo territorio e si svincolò dagli intermediari albesi. L’innovazione non gli era estranea e fu la sua carta vincente: il diradamento cominciò in famiglia giĂ da suo padre. E poi l’automazione, l’esportazione negli Stati Uniti, il tappo a vite, la scelta di poche etichette per esaltare quello che oggi si chiama “brand”.
Non gli sono stati risparmiati dolorosi momenti come la scomparsa del figlio Andrea e della nipote Elena in un incidente d’auto. Ha avuto al suo fianco la moglie Gemma che lo ha aiutato nella transizione dell’azienda alla nuora Maria e al nipote Nicola al quale sarĂ affidato d’ora in poi il futuro di una storia che viene da lontano. Amava dire: “Alla fine saremo ricordati per il seminato, non per il raccolto”. I frutti si raccolgono solo se si è ben lavorato il terreno.
In quel giorno la vigna sarĂ deliziosa: cantatela! Io, il Signore, ne sono il guardiano, a ogni istante la irrigo; per timore che la si danneggi, ne ho cura notte e giorno” Isaia 27,2-3
E’ il commiato con il quale Nicola Chionetti ha scelto di comunicare la dipartita del nonno.
Carmela Pagnotta