Chieri, in Biblioteca “Storie e miti della Grande guerra”: primo appuntamento il 6 ottobre
La Grande guerra è l’evento che forgia il XX secolo: l’esplosione di una guerra totale e ad alto tasso tecnologico, che riguarda la mobilitazione di milioni di persone – soldati e civili – e che avrà negli anni successivi effetti epocali, mostra chiaramente e in ogni aspetto le molte facce della modernità.
Nel luglio 1914 in Europa si pensava che il conflitto sarebbe stato breve e “benefico”: l’idea di una di violenza che avrebbe risolto la crisi di un mondo ormai vecchio e fatiscente, dando definitivamente sfogo alle ostilità ereditate dall’imperialismo di fine Ottocento, accompagnava le politiche di potenza di tutti gli Stati, nel frattempo attraversati da movimenti nazionalisti sempre più animosi e aggressivi.
All’idea di una violenza “rigeneratrice”, capace di cancellare con un colpo di spugna tutti i problemi della società, si votarono anche tanti intellettuali, sia che avessero a cuore la vittoria del socialismo, sia che al contrario auspicassero a un evento in grado di spazzarlo via una volta per tutte.
La realtà dei fatti smentisce nella maniera più netta e cruda ogni speranza di rinnovamento. Quando, il 4 novembre 1918, l’Austria-Ungheria sconfitta firma l’armistizio con l’Italia, un’intera generazione è stata falcidiata: dei 6 milioni di italiani mobilitati al fronte 650 mila sono morti, in pratica 1 su 10.
Per chi è ritornato il mondo non è più lo stesso: l’orrore visto da vicino ha segnato inesorabilmente milioni di vite. La guerra di trincea e la morte di massa dominano un mondo anomalo e sfigurato, in cui i bisogni più elementari sono negati o contrastati. Il mito patriottico della guerra ne esce stravolto da sommosse e ammutinamenti. L’impatto della guerra sugli intellettuali, in maggioranza su posizioni interventiste prima dell’esperienza del “grande macello”, modifica radicalmente le riflessioni sulla vita e sulla morte.
Se il Novecento è stato il secolo della violenza che si erge a sistema, dei fascismi, dei genocidi, lo si deve al clima esacerbato e funereo scaturito da quella immane tragedia collettiva. Per decenni i fatti della Grande guerra sono stati risucchiati nel cono d’ombra delle successive miserie del Novecento, producendo nella coscienza pubblica una confusa miscela di vicende militari, celebrazioni patriottiche e rivendicazioni nazionaliste, accompagnate da memorie dolorose o cariche di vergogna e risentimento.
Il centenario della Grande guerra offre una straordinaria occasione per guardare quegli eventi sotto una luce nuova, collocandoli all’interno di una periodizzazione lunga, con la consapevolezza che può provenire da una storiografia ormai matura e ricchissima.
Il Comune di Chieri e l’Istoreto propongono un ciclo di 17 incontri pubblici nell’arco di quattro anni che, nel raccontare in modo critico “storie e miti” della Grande guerra, intende far emergere l’impatto che la guerra ha avuto su una società ancora in gran parte contadina e premoderna e l’accelerazione del mutamento sociale da essa generato.
Per la prima volta, in modo specifico per la storia italiana, un unico filo ha legato insieme le diverse vicende di milioni di uomini e donne di ogni età e di ogni ceto, nella condivisione di un dolore immenso ma anche nella consapevolezza della dimensione collettiva di una storia mondiale.
Ogni incontro sarà introdotto e moderato da Enrico Manera, docente-ricercatore presso l’Istoreto, che affiancherà di volta in volta relatori specialisti incaricati di curare l’approfondimento dei temi specifici: dalle piazze ai giornali, dalle fabbriche alle trincee, dal cinema ai monumenti, la rassegna entrerà nei molti luoghi della Grande guerra e nelle vite delle persone che la attraversarono.
Gli incontri si terranno nella sala conferenze della Biblioteca Francone di Chieri in orario serale (h. 21-23).
Storie e miti della Grande guerra
Programma degli incontri*
2015 1914-15, L’esplosione
Incontro inaugurale: Raccontare la Grande guerra G. De Luna, 6 ottobre
Cent’anni di Sarajevo E. Gobetti, 11 dicembre
2016 1916, Nel cuore della mobilitazione
Vogliamo la guerra!
Entusiasmi interventisti nell’Italia del ‘15 V. Colombi, 17 febbraio
Culture filosofiche: per la guerra aprile
I molteplici “fronti” delle donne giugno
Bambini in guerra ottobre
Lo sforzo tecnologico e le fabbriche dicembre
2017 1917, L’anno più difficile
Le arti visive al servizio della guerra febbraio
Prigionie e profuganze aprile
L’emergenza sanitaria e la medicina giugno
Tra disciplina militare e rivoluzione mondiale ottobre
Gestire la paura: dalla religione alla psichiatria dicembre
2018 1918, La vittoria, la memoria
La scrittura di guerra febbraio
Poesia e romanzi aprile
Culture filosofiche: dopo la guerra giugno
L’architettura del ricordo ottobre
Incontro conclusivo.
Verso dove? La Grande guerra tra miti e demitizzazioni novembre