Asti. I negozi Esselunga rimarranno chiusi lunedì mattina per la scomparsa del fondatore Bernardo Caprotti.
La scomparsa di Bernardo Caprotti, fondatore dei supermercati Esselunga, avvenuta venerdì 29 settembre, sarà omaggiata dai 150 punti vendita del gruppo con la chiusura per lutto lunedì mattina 3 ottobre, in coincidenza con i funerali.
Due i supermercati Esselunga presenti ad Asti, quello di corso Torino e quello di corso Casale, che osserveranno quindi la chiusura, come comunicato alla clientela dalle locandine affisse nei negozi. Sul sito del gruppo è stato pubblicato un breve e conciso annuncio:
Commossi e costernati dobbiamo comunicare che il nostro socio fondatore dottor Bernardo Caprotti ci ha lasciato.
Bernardo Caprotti era nato il 7 ottobre 1925. Appartenente ad una famiglia di industriali tessili brianzoli, si era laureato in legge e aveva iniziato la sua formazione “imprenditoriale” negli Stati Uniti, dove aveva seguito l’innovazione meccanica del settore tessile e lavorato alla Borsa Cotone di Wall Street. Rientrato in Italia a seguito della morte prematura del padre, assunse la guida dell’azienda di famiglia che seguì fino agli anni ’60. Nel 1957 però partecipò all’operazione che portò il miliardario americano Nelson Rockfeller a fondare la prima società di supermercati italiani, rilevata definitivamente da Caprotti nel 1965 . Il resto è storia: l’Esselunga detiene attualmente l’11% del mercato della grande distribuzione con una capitalizzazione valutata tra i 7 e gli 8 miliardi di euro. Sempre all’avanguardia nelle innovazioni, è stata la prima catena, nel 1994, ad introdurre il programma di fidelizzazione del cliente (Fidaty Card); la prima a vendere i prodotti biologici e a permettere la spesa via internet (2004). Caprotti aveva recentemente dato mandato alla banca d’affari Citigroup per valutare la vendita di Esselunga dopo le offerte ricevute dai gruppi Blackstone e Cvc.
Personaggio spigoloso e scomodo, ingaggiò uno scontro mediatico pubblicando un libro-pamphlet dal titolo “Falce e carrello” contro la presunta concorrenza sleale delle Coop, lamentando l’impossibilità di penetrare il mercato nelle “regioni rosse” a causa di pratiche scorrette. Condannato per diffamazione ai danni della Coop, ottenne però il pronunciamento favorevole dell’Antitrust. Lasciò il controllo della sua società solo nel 2013, dopo aver estromesso il figlio Giuseppe contro il quale sostenne una lunga battaglia legale iniziata nel 2004. Aveva recentemente dato mandato alla banca d’affari Citigroup per valutare la vendita di Esselunga dopo le offerte ricevute dai gruppi Blackstone e Cvc.
La morte, avvenuta per una malattia incurabile, è stata annunciata dalla moglie Giuliana, sposata in seconde nozze. Per volontà dello stesso Caprotti i funerali si svolgeranno in forma privata e non ci saranno necrologi.
Carmela Pagnotta