CRONACA – Caselle, non dichiara 19 mila euro in contanti: fermato un keniano
I Finanzieri della Tenenza Aeroportuale di Caselle Torinese, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane, hanno fermato, nei giorni scorsi, un cittadino di origini keniane, S.U.S.S. queste le sue iniziali, in entrata nel territorio nazionale, proveniente da Nairobi (Kenia) via Amsterdam, nel tentativo di importare valuta non dichiarata.  Giunto presso la sala arrivi, il distinto cinquantenne è stato notato dai militari in servizio per i suoi movimenti. Più volte, con fare elegante, il passeggero, con al seguito il solo bagaglio a mano, si è avvicinato alle unità cinofile interessandosi sul loro addestramento. Successivamente, sbarcati tutti i passeggeri provenienti da Amsterdam e confondendosi tra i viaggiatori arrivati da altre città , è ritornato ai nastri di riconsegna bagagli per recuperare la propria valigia da stiva.  Fondamentale ancora una volta si è rivelato l’infallibile fiuto del cash dog “Zeby”, che ha subito individuato il contenuto del bagaglio appena ritirato. Tutto d’un tratto è svanita la sicurezza precedentemente mostrata dal passeggero, il quale, convinto che le unità cinofile fossero utilizzate per i controlli antidroga, mai si sarebbe aspettato una segnalazione per le banconote occultate. Dopo l’ispezione del bagaglio a mano contenente esclusivamente un personal computer e documenti di lavoro, i Finanzieri hanno individuato, tra gli effetti personali posti all’interno della valigia da stiva, ben 19.000 euro in contanti. Le Fiamme Gialle dello scalo torinese hanno proceduto, quindi, alla contestazione della violazione valutaria, sanata con immediata oblazione tramite il pagamento di una sanzione ed hanno, inoltre, avviato accertamenti sulla posizione fiscale del soggetto verbalizzato.  La contestazione degli illeciti amministrativi valutari si colloca in un più ampio dispositivo di prevenzione e repressione delle violazioni in materia di movimentazione transfrontaliera di valuta e titoli di credito che, da inizio anno, ha consentito di individuare flussi monetari superiori ai due milioni e mezzo di euro, nonché di intercettare somme non dichiarate, oltre le soglie consentite dalla normativa vigente, pari a 950.000 euro, e la contestazione degli addebiti a carico di 70 soggetti, le cui destinazioni finali, per la maggior parte dei casi, sono state individuate tra i cosiddetti “Paesi a rischio”.