Ospedale unico a Vadò, Sacco (FI): “Martano apatico e incoerente, si dimetta”. E attacca anche il sindaco di Moncalieri
“Lo avevamo detto a inizio d’anno e hanno provato a metterci a tacere, fingendo che tutto potesse essere messo in discussione, ma era solo una farsa». Rachele Sacco consigliere comunale e presidente del Comitato per l’Ospedale a Chieri non va per il sottile: «Era chiaro sin da subito che avrebbero scelto Vadò e il nostro sindaco Martano è complice di questo scempio».
L’attacco a Martano arriva attraverso una mozione per “mala gestio” protocollata, oggi, mercoledì mattina dal gruppo consigliare FI e presentata nel Consiglio comunale della prossima settimana: «Il tentativo goffo e raffazzonato di Martano delle ultime settimane –prosegue Sacco – di mostrarsi preoccupato per il territorio “sposando” la causa del Comitato di Cambiano è quanto mai inappropriato. Ora gli chiediamo di arginare i danni, impegnandosi a garantire il mantenimento e l’implementazione dei servizi forniti dall’ospedale Maggiore di Chieri fino ed oltre il completamento dell’eventuale nuovo nosocomio. A proporsi portavoce del malcontento dei cittadini e dei comitati del territorio, anche attraverso un ricorso al Tar o al Consiglio di Stato per rimettere in discussione la location scelta dalla Regione. Ma soprattutto di valutare le sue dimissioni di fronte al fatto di aver svenduto il proprio territorio, mettendo privilegiando una scelta politica senza portare a casa alcun risultato anzi. Ci troviamo davanti per il
suo atteggiamento a perdere molti servizi e a continui cambi di rotta, usando Cambiano come salvagente. Pare sempre più chiaro che il nostro sindaco non abbia alcuna intenzione di proseguire con il proprio mandato, già palesando un anno fa la mancata intenzione di ricandidarsi. Quindi perché proseguire se la sua priorità non è il territorio? Più volte Martano è stato invitato a mettersi in prima fila per tutelare il Chierese. Lo testimonia un nostro comunicato stampa di oltre 8 mesi fa. Abbiamo presentato due proposte di location su Chieri e lui neanche una volta si è fatto scrupolo di valutarle o confrontarsi con noi. Sottovalutando quanto la perdita dell’ospedale sarà deleterio per il Chierese, sia da un punto di vista dei servizi al cittadino che del valore economico, immobiliare e commerciale. Non dovrà sorgere né a Moncalieri né a Chieri e nè a Carmagnola, questo aveva garantito a novembre 2015 il nostro sindaco, affermando che avrebbe persino fatto ostruzionismo. Poi è entrato nella via della ritrattazione. Considerando migliore la location di Cambiano o Santena, ma affermando ad aprile di quest’anno che Moncalieri non sarebbe poi così lontana….Lui era nella stanza dei bottoni tra l’11 e il 12 Aprile 2016, in quel famoso incontro a porte chiuse con Saitta e i due sindaci di Carmagnola e Moncalieri. Lui sapeva già ad aprile, ma forse anche prima, che sarebbe stato Vadò – Moncalieri e da quel momento in avanti è stato solo un teatrino. Lui c’era e ha detto si. Non si è battuto. Non ha fatto nulla e per di più ha taciuto prendendo in giro i suoi stessi concittadini. Una scelta politica (a fronte di cosa?) ha avuto la priorità sul diritto alla Salute dei Cittadini del Chierese cioè di 25 Comuni e 103.000 abitanti».
Sacco parla poi anche dei post “sibillini” pubblicati negli scorsi giorni su Facebook dal sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna: «Il 13 ottobre sul profilo Facebook Paolo Montagna sindaco ha pubblicato un ringraziamento per i 500 giorni di mandato da primo cittadino moncalierese – spiega Sacco – Una frase indicativa: “Ed è così che mentre difendiamo con le unghie e con i denti il nostro ospedale Santa Croce, pensiamo anche a progettare un nuovo ospedale, comodo, all’avanguardia, da terzo millennio”. In un momento in cui tagliano ovunque e devono ottimizzare risorse Montagna progetta un nuovo ospedale? O forse era solo un modo per annunciare che il nuovo ospedale unico sarebbe stato proprio sul suo Comune. Non è strano che a pochi minuti dalla diffusione del comunicato stampa della Regione, fosse già pronta una locandina di esultanza?».