PIEMONTE ARTE: TERRA!, LIVIO, CIARLO, BADRIOTTO, PISTONE, LATTES, ZUCCARELLO, BORSE FIRMATE…
TORINO, A PALAZZO MADAMA “TERRA! – I SEGRETI DELLA PORCELLANA”
21 ottobre 2016 – 23 gennaio 2017
Palazzo Madama – Sala Ceramiche Piazza Castello – Torino
Palazzo Madama presenta dal 21 ottobre 2016 al 23 gennaio 2017 in Sala Ceramiche I segreti della porcellana. Materie prime, capolavori barocchi e forme contemporanee. L’esposizione – a cura di Cristina Maritano, conservatore di Palazzo Madama con Lorenzo Mariano Gallo e Annalaura Pistarino del Museo di Scienze Naturali di Torino – costituisce la quarta tappa del ciclo espositivo Terra!, che collega sotto un comune denominatore Palazzo Madama insieme ai musei legati alla storia della ceramica di Castellamonte, Savona, Mondovì, Albissola Marina e Albisola Superiore.
Attraverso un approccio pluridisciplinare, Palazzo Madama racconta gli aspetti storici e tecnologici della produzione della porcellana, tecnica ceramica ben rappresentata nelle raccolte del museo, dove è custodita una delle collezioni principali al mondo per consistenza e qualità dei pezzi. La mostra illustra con opere e materie prime il passaggio dalla porcellana tenera – esemplificata dalla porcellana medicea, da quella di Saint-Cloud e di Sèvres – alla porcellana dura, rappresentata da due importanti vasi di Palazzo Reale. Realizzati a Meissen per il Palazzo Giapponese di Augusto il Forte, furono inviati al Re di Sardegna Vittorio Amedeo II nel 1725. Essi documentano sia il primo periodo della direzione di J.F. Böttger, sia l’uso della porcellana come dono diplomatico.
Arricchiscono il percorso della mostra a Palazzo Madama anche alcuni trattati scientifici per raccontare le tappe della conoscenza delle porcellane orientali in Europa: dall’opera di Giulio Cesare Scaligero al Museo Metallico di Ulisse Aldrovandi al Museo Cospiano.
La mostra prosegue con uno sguardo sulla storia della manifattura di Sèvres, che dopo la scoperta di giacimenti di caolino sul suolo francese nel 1768, vicino a Limoges, avvierà un complesso e costoso processo di conversione industriale, abbandonando progressivamente la produzione di porcellana tenera a vantaggio di quella dura.
Infine, grazie alla collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, viene esposta una campionatura di terre e minerali utilizzati anticamente nelle manifatture europee per la produzione della porcellana dura e di quella tenera, evidenziando le differenze nei procedimenti. I campioni furono spediti nel 1833 dal direttore della fabbrica di Sèvres Alexandre Brongniart ad Angelo Sismonda, professore di mineralogia
TORINO: PIERO LIVIO. OGGETTI E IMMAGINI.
fino al 5 novembre 2016 – Galleria Biasutti & Biasutti, via Bonafous 7/L, 10123 Torino
ORARIO: 10-12.30 – 15.30-19.30 chiuso domenica e lunedì
La Galleria Biasutti & Biasutti presenta una mostra di Piero Vincenzo Livio. Dopo l’esposizione al Museo Ettore Fico di Torino (8 settembre – 2 ottobre 2016), la galleria accoglie nelle proprie sale, una selezione di oggetti, realizzati dagli anni Settanta ad oggi, parte di una produzione organizzata e catalogata. Racchiusi in ampolle e teche reali, gli oggetti sono costruiti con contributi occasionali, assemblati con fragili legature organiche di mollica, cera d’api e sottili fili di rame. Assemblaggi con una nuova identità, nati da scarti, rifiuti destinati all’oblio.
Livio dice: Molte volte mi sono chiesto, mi hanno chiesto perché? La risposta sicuramente nasce dalla mia infanzia, al centro del mediterraneo, in un accaldato pomeriggio d’estate, nell’ombra, la gibigiana del sole crea, in una fessura delle persiane, una lama di luce, milioni di intangibili oggetti emergono dal nulla, un polveroso universo, una ricchezza celata di differenti nature, colori, misure, tensioni, attrazioni, pulsioni; un pacato caotico vortice, un parabolico andare in cerca di pace dove pace non c’è. Un rumore inudito, il ribollir silenzioso del fiato terreno presente, impalpabile, assente, trasporta la vita, la fortuna, il destino, un granello piccino, l’intero universo che porta con sé.
Dustmuseum.org – raccolta, selezione, diffusione rifiuti – è il titolo sotto il quale dal 1970 ho raccolto gli oggetti che andavo realizzando con scarti e frammenti trovati per caso e destinati all’oblio. Gli oltre centotrenta oggetti riprodotti in questo volume sono la parte emergente di una ben più vasta collezione organizzata, curata, conservata e sistematicamente catalogata. Costruiti con contributi occasionali, assemblati con fragili legature di fili, resine, colle, cera d’api e mollica; protetti da campane, vasi, teche, ampolle sono fotografati, stabilizzati in immagini perlopiù proposte con un metaforico parallasse, di recto-verso, positivo-negativo, back-to-back.
Venere dea di perfezione e bellezza, nata dalle spume del mare fecondate dalla castrazione di un dio, con il suo sguardo seducente rammenta che nel procedere è un breve scarto di parallasse a dar misura e senso alla via (vita).
Doundoredo – Fare, disfare, rifare; primo istante, ultimo istante; accettazione e rifiuto, scrittura e ri-scrittura; cucitura, scucitura, ricucitura; costruzione, demolizione, ricostruzione; non moda ma continua ricapitolazione, nell’onnipresente idea dell’ ”aria libera del mare”
La fotografia intesa come un’istantanea quasi una radiografia, stabilizza, conserva, traghetta l’oggetto in una nuova dimensione in una ideale “campana trasparente”, le opere composte da una ripresa frontale ed una da dietro, da un positivo e da un negativo inducono ad una osservazione mobile in un gioco di metaforico parallasse.
La mostra proseguirà alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi dal 22 novembre 2017 al 22 gennaio 2018.
Catalogo in galleria.
TORINO, “SCANSIONI NEL SURREALE” – PIPPO CIARLO OPERE 1970 – 2008
Circolo degli Artisti – Palazzo Graneri della Roccia – Via Bogino, 9 – Torino, da venerdì 21 ottobre a sabato 5 novembre.
Luci accese sulla mostra del maestro Pippo Ciarlo, docente dei corsi di disegno Cedas Fiat, scomparso nel mese di novembre 2014.
Pippo Ciarlo, commenta Angelo Mistrangelo, ha attraversato i movimenti del secondo Novecento e del primo decennio del nuovo Millennio con una ricerca simbolico-surreale, con un discorso, segnato dal colore, proiettato verso nuovi approdi conoscitivi.
Le sue opere, conservate dalla sorella Fiorella Ciarlo, appaiono permeate da un senso di sottile inquietudine, dal fascino di figure risolte tra sogno e ricordo, da quelle sensazioni che presiedono alla formulazione della rappresentazione. Il suo studio era un punto d’incontro e riferimento per allievi, amici, ospiti stranieri, modelle. Libri, poster, cavalletti, tubetti di colore, pennelli erano presenze indistruttibili, documenti di una quotidianità interpretata secondo una propria e interiore idea di libertà. E lo si poteva vedere in bicicletta nei pressi di piazza Benefica con l’immancabile sigaretta, con il sorriso di chi amava incontrare i compagni del lungo viaggio della vita.
Insegnante di Disegno e Storia dell’Arte nelle scuole pubbliche e, dal 1984, presso i Centri di Attività Sociali Fiat (CEDAS), ora con Presidente del Centro Culturale Maria Teresa Fissore, si era anche dedicato alla scultura, fotografia, disegno umoristico, mentre ha collaborato come consulente con la Kinder Ferrero e illustrato una guida per ragazzi «La Biblioteca di Apopi» per il Museo Egizio di Torino. Nel 1979 ha fondato l’Associazione Gilgamesch e, in seguito, il Gruppo GIL, con il quale ha instancabilmente organizzato rassegne e collettive d’arte figurativa. Del 1994 è l’importante mostra antologica «Pippo Ciarlo, trent’anni di Ricerca nel Segno del Fantastico», allestita al Museo dell’Automobile di Torino, che ha contribuito a fissare gli aspetti e i momenti significativi del suo lavoro.
Un impegno che in mostra è caratterizzato da una cinquantina di opere scandite da un colore ed un segno, sottolinea Gian Giorgio Massara, evidente nel dipinto Desirée eseguito ad appena vent’anni compiuti; sono gli anni dei sogni, della frequentazione dell’atelier di Ponte Corvo, dei colori rosati distesi sulla tela. Anche dei personaggi con castelli da fiaba appoggiati sul capo; tale è uno dei fogli che – ancora ragazzo – Pippo ci aveva donato.
E sono i colori di un racconto per immagini che emerge dalle sue parole: «Chi come me, preferisce lavorare di notte, conosce la magica «ora del lupo»: il momento in cui la notte non è quasi più notte ed il giorno deve ancora svegliarsi del tutto. E’ uno spazio di tempo in cui tutto può accadere, si accende il cervello e le mani si muovono veloci, la mente viaggia attraverso mille mondi. Il posto si trasforma: diventa alambicco e crogiolo dove io, spirito e materia, faccio alchimia di me stesso»
L’omaggio alla memoria di Pippo Ciarlo, dice il Segretario Generale del Cedas Paola Cafferati, era quasi un atto dovuto, innanzitutto per le sue straordinarie qualità artistiche: lui che era pittore, disegnatore, illustratore, scultore, fotografo, critico d’arte, ha profuso la stessa passione di artista nei suoi 30 anni di docenza ai corsi organizzati dal Cedas.
La Mostra è supportata dai Patrocini della Regione Piemonte, della Torino Città Metropolitana e della Città di Torino.
Mostra a cura di Gian Giorgio Massara e Angelo Mistrangelo. Organizzatore: CEDAS Fiat Coordinamento. Giorgio Viotto Inaugurazione: venerdì 21, ore 17,30 Durata: 21 ottobre – 5 novembre – tel: 011 8128718 Orario: lunedì – sabato 15,30 – 19,30 – – scala B a dx suonare 4444 + campanella – 1° piano Ingresso libero.
TORINO, “FUORICLASSE” PRESENTA GIORGIO BADRIOTTO
Spazio Espositivo Conserveria Pastis
Venerdì 28 ottobre
Piazza Emanuele Filiberto 11 a
Dalle 19.30 esposizione | live set | degustazione
Si chiama Fuoriclasse il nuovo progetto con cui Daniele Galliano si svestirà temporaneamente dei suoi panni di artista e diventerà curatore d’eccezione per una serie di mostre e iniziative che si terranno nello Spazio Espositivo Conserveria Pastis al Quadrilatero Romano. In occasione di Contemporary Art questa formula innovativa, già diffusa a livello internazionale, diventa un modo nuovo per scandagliare la scena dell’arte contemporanea torinese e non solo.
Fuoriclasse, perché si tratterà di autentici talenti, ma fuori dai circuiti ufficiali. Non a caso il primo a essere stato selezionato è Giorgio Badriotto, artista esordiente negli anni ’80 con lavori, molto apprezzati dalla critica: “L’arma di Badriotto è, senza dubbio, l’ironia, non scevra da una certa propensione per l’alchimia verbale, un gusto spiccato per il calambour, conforme alla più pura tradizione ludica che, attraverso Pascali, ascende fino a Duchamp” … “l’ironia e il gioco linguistico contribuiscono a una ‘sottrazione di peso’ concettuale, da parte di un artista che coltiva, sulle orme dell’amato Italo Calvino, la leggerezza come un valore” … “il lavoro di Badriotto persegue una disomogeneità programmatica, ignara dell’horror vacui. Le sue tele portano, talora, caratteri zen, emerge il nitore della preparazione ogni qualvolta la campitura del colore si arresta, distrattamente, nei pressi delle tracce di grafite. La trappola si fa quindi segno della precarietà di ogni possibile sicurezza formale, di ogni punto e a capo.
Sono storie minime di mondi possibili, quelle che Badriotto racconta. Di-verte e si diverte, consapevole, peraltro, di come l’arte rimanga unico luogo dell’eterno presente” (Luisa Perlo).
Dopo anni di assenza ora ritorna sulle scene con la pittura per riproporre la sua opera.
Dopo questa prima puntata di Fuori Classe, gli artisti annunciati o meglio recommended by Daniele Galliano, saranno Donato Sansone e Lara Bellenghi.
ALBA, MOSTRA ANTOLOGICA DI MARIO LATTES
a cura di Vincenzo Gatti
14 ottobre – 2 novembre 2016
Palazzo Banca d’Alba
Via Cavour, 4 – Alba (CN)
Nel panorama culturale del secondo ‘900 italiano, Mario Lattes si presenta come figura di intellettuale dai connotati del tutto particolari: la profondità e la complessità della sua ricerca si manifestano, infatti, in vari aspetti di un’unica, lucida tensione creativa, praticata in scambievoli, diramate ispirazioni. Scrittore, pittore, incisore, illustratore, editore, collezionista, Lattes percorre tutte le strade che vengono offerte a una vita d’artista, trovando in ciascuna di esse motivazioni e stimoli. Appassionato sperimentatore e ben attento ai fenomeni artistici del secondo dopoguerra, nella pittura presto asseconda l’irrompere dell’immaginario e, frequentando versanti insoliti per il suo tempo, approda a un’esperienza visionaria di rara intensità dando vita a una personalissima interpretazione della figurazione. In mostra verrà esposta una selezione di opere pittoriche che ben rappresentano il suo percorso creativo dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Novanta del secolo scorso, ripercorrendo i temi cari all’autore: gli interni, i soggetti della cultura ebraica, la figura umana rappresentata al filtro di una lucida visionarietà. L’immaginario figurativo di Mario Lattes deriva dalla sua vasta cultura letteraria e pittorica, che spazia dal Simbolismo all’Espressionismo, coltivata attraverso gli anni con letture appassionate e una forte volontà collezionistica che gli ha permesso di raccogliere opere notevoli di Ensor, Füssli, Blake, Moreau e Redon, per citarne solo alcuni.
Mario Lattes (Torino 1923-2001)
Pittore, scrittore ed editore, è stato un personaggio di spicco nel mondo culturale del capoluogo piemontese del secondo dopoguerra. Ebreo laico, durante il periodo bellico sfugge alle leggi razziali e si unisce alle truppe alleate in qualità di interprete. Dopo la Seconda guerra mondiale si avvia alla pittura e si dedica alla casa editrice torinese Lattes, fondata nel 1893 dal nonno Simone.
Nel 1960 si laurea in Filosofia a Torino, con una tesi in storia contemporanea sul ghetto di Varsavia, pubblicata nel 2015 da Edizioni Cenobio a cura di Giacomo Jori. Collabora con scritti e disegni a numerosi periodici e nel 1953 fonda la rivista «Galleria» che, dall’anno seguente, con il titolo «Questioni», diventa voce influente del mondo culturale piemontese e non solo.
La sua pittura, dopo un iniziale periodo informale, è sempre stata figurativa, con valenze visionarie e fantastiche, tale da evocare illustri discendenze, da Gustave Moreau a Odilon Redon e James Ensor.
Del 1947 è la sua prima mostra alla galleria La Bussola di Torino, alla quale seguono personali a Roma, Firenze, Bologna. Partecipa alla Biennale di Venezia 1958 e a tre edizioni della Quadriennale di Roma. Tra il 1959 e il 1985 pubblica diversi romanzi, tra cui: La stanza dei giochi (1959), Il borghese di ventura (1975), L’incendio del Regio (1976), L’amore è niente (1985) e, postumo, Il castello d’acqua.
Dopo la sua scomparsa, importanti istituzioni gli hanno dedicato antologiche e retrospettive, si ricordano, in particolare, la grande rassegna Mario Lattes. Di me e d’altri possibili, curata da Marco Vallora presso l’Archivio di Stato di Torino nel 2008, e nel 2014 a Praga le mostre nella galleria Diamant e nell’Istituto Italiano di Cultura.
AD ACQUI TERME LE «EMOZIONI» DI LUCIANA PISTONE
Alla Sala d’Arte di Palazzo Robellini, si inaugura sabato 22 ottobre, alle 16,30, la mostra «Emozioni-Percorsi di figurazione» della pittrice Luciana Pistone. E sono spazi, vigne, colline dal fascino antico che rivelano sentieri, casolari, alberi di una stagione che annuncia l’autunno o parla di inverni dalle intense nevicate e della galaverna. Immagini e interiori emozioni, colori e luci, esprimono il clima e l’essenza della pittura di Luciana Pistone, che ricompone sulla tela frammenti di un percorso che unisce i viali torinesi alla natia Cessole nella Langa astigiana, la poesia dei narcisi alle recenti e sottilmente tecnologiche «visioni musicali». Vi è, quindi, nella vicenda della pittrice, formatasi alla scuola di Gianfranco Rizzi all’Accademia Albertina, la volontà di travalicare le impressioni quotidiane per trasmettere e trasmetterci la propria visione della vita, della società attuale, del rapporto tra l’artista e il mondo circostante: «La natura, ciò che ci sta intorno, la letteratura, la storia, la musica – sottolinea Luciana Pistone – quando suscitano una autentica empatia, tendono ad imprimersi sulla tela o sulla carta e a divenire racconto…». Un racconto che, in qualche misura, ci appartiene e, contemporaneamente, affiora da lunghe e appassionate ore di studio, di elaborazioni cromatiche e velature, di linee capaci di fissare su incontaminate superfici una grande rosa o una natura morta con cavolfiori e funghi o, ancora, giardini e fiori e pietre, in una sorta di personale creatività. Il suo discorso attraversa il tempo per ritrovare e ricongiungersi agli aspetti di un territorio profondamente amato, ripercorso e rivisitato secondo un’indagine conoscitiva che evoca le parole di Beppe Fenoglio: «Sempre sulle Langhe, ma sulle langhe più basse. Erano ben oltre la cortina del buio, e Johnny le sentiva inaccessibili, invisibili, come l’altra faccia della luna». E dalla nitida interpretazione dei suoi quadri emerge la meditata raffigurazione di ginestre, gigli, muri, grate, bottiglie, borghi che rinnovano il senso di un dipingere estremamente controllato, risolto con una qualità tecnica che le permette di fissare lontani ricordi, colori e accendere una limpida luce sulla simbolica «Veduta del Setriere. Natura/Artificio» o sull’opera «…come il letto di un falò», con un chiaro e indiscutibile riferimento a «La luna e i falò» di Cesare Pavese. Accanto ai paesaggi e allo scorrere delle acque della Bormida, si coglie l’insinuante ironia di «Installazione?…No, crisi dal vero» con un «invisibile» presso i bidoni della spazzatura, che con una vecchia bicicletta trasporta borse di platica e una cassetta. E la sequenza delle composizioni mette in evidenza una delicata e amorevole maternità, la sofferta e dolorosa denuncia della violenza contro le donne (scarpe rosse) e un concettuale arcobaleno, che esprimono le trasformazioni e le implicazioni sociali di questo nostro tempo e, in sintesi, concorrono a delineare la continua, inesausta, vibrante ricerca di una propria e indiscutibile identità culturale e ambientale. La multiforme e intensa esperienza della Pistone si configura, inoltre, con una serie di omaggi ai grandi maestri della pittura di tutti i tempi: dalla linea disinvolta e rabdomantica di Boldini al nudo di Modigliani, dalla «Vecchia contadina» di Giacomo Ceruti alla lirica nevicata di Monet e «La bagnante di Valpinçon» di Ingres. Si tratta di pagine pittoriche quanto mai suggestive, come sottolinea Paolo Levi, ricche di incontri tra passato e presente, scandite nello spazio della memoria, nel segno di un accentuato realismo e dello straordinario e innovativo linguaggio di Cèzanne.
Angelo Mistrangelo
Acqui Terme, Palazzo Robellini, in Piazza Levi, orario:14,30-18
tutti i giorni, sino al 30 ottobre.
I DIPINTI DI ZUCCARELLO AD ANDEZENO
Nell’ambito della Sagra del Cardo e della Cipolla 2016, nei locali del municipio, mostra di Gian Luca Zuccarello: dièinti con pennelli e colori acrilici su erba sintetica. “Una ricerca – scrive di lui Francesco Chetta – rivolta all’informalità descrittiva segnica, con sana visione e gestualità degli accostamenti cromatici, condotta senza formalismi accademici e superficialità, distaccandosi dai comuni linguaggi presenti nel panorama artistico contemporaneo, spesso indirizzato a fini di businnes e mercato, complimenti.”
TORINO: «OCCHIO ALLA BORSA», 60 ARTISTI PER BENEFICENZA
In via Druento 30/a Torino (vicino Piazza Stampalia), “Occhio alla Borsa!”. L’iniziativa, organizzata da Silvano Mercuri, è stata promossa per poter acquistare uno scanner vocale «Maestro» per un bambino di 10 anni ipovedente, che sta progressivamente perdendo la vista e non ci sono cure al momento per fermare il processo degenerativo. L’asta pubblica di beneficenza, che si terrà il giorno Sabato 12 novembre, alle ore 15,30, presso la Sala GRANDE al 1° piano dell’Oratorio Salesiani Crocetta, in via Torricelli 30 Torino. Hanno prontamente aderito 60 artisti dell’area torinese, dipingendo secondo il loro stile e linguaggio altrettante borse da donna vintage con colori e immagini ricche di fantasia. L’intero ricavato dalla vendita delle 60 borse sarà devoluto per l’acquisto dello «scanner vocale». L’eventuale cifra avanzata verrà destinata al reparto di «Ricerca Genetica» dell’Ospedale Careggi di Firenze, a favore degli studi e la cura delle «Maculopatie Giovanili». In particolare, la signora Michela Vita, mamma del bambino,
ha fondato il Comitato Nazionale Maculopatie Giovanili in seno all’A.P.R.I.- onlus il cui presidente è Marco Bongi. Un’asta, quindi, per un fine quanto mai importante, per contribuire alla
realizzazione dei progetti intorno alla malattie rare, per stabilire un determinante rapporto tra la popolazione e i casi più complessi della salute umana.
TORRE PELLICE, MOSTRA FOTOGRAFICA “OPPOSTI NON COMPLEMENTARI”
Bambini nei concorsi di bellezza statunitensi e nei campi profughi libanesi
Fotografie di Barbara Baiocchi e Jean-Claude Chincheré
a cura di Andrea Balzola
Civica Galleria d’Arte Contemporanea “Filippo Scroppo” Torre Pellice
22 ottobre 2016 – 7 gennaio 2017
Inaugurazione: Sabato 22 ottobre ore 17
La guerra siriana ha ucciso migliaia di bambini e quelli ancora vivi hanno perso tutto e sono stati costretti a fuggire e rifugiarsi nei campi profughi, soprattutto libanesi. Dall’altra parte del mondo, negli USA, sulla passerella di 25.000 concorsi di bellezza, simili a quelli dei cani, genitori ambiziosi presentano i loro figli agghindati e persino dopati come bambolotti kitsch. Due mondi opposti e lontani dove l’infanzia è negata dalla follia degli adulti. Due giovani fotografi, due sguardi diversi e originali indagano l’infanzia, Barbara Baiocchi negli USA, guarda a colori le ‘bambine’ nel mondo dei concorsi di bellezza, chiede “questi bambini sono ancora bambini?”. Jean-Jean-Claude Chincheré, guarda in bianco e nero, la vita dei ‘bambini’ siriani nei campi profughi libanesi, “questi bambini possono ancora essere bambini?”. Ed è nello sguardo di tutti questi bambini che il curatore Andrea Balzola vede “un’energia vitale…che oltrepassa le sbarre invisibili che li imprigionano” e seguendo “la stella di consapevolezza” espone il contrasto di questi due mondi ‘opposti’ almeno per la ‘durata’ della mostra. Sguardi che si offrono ancora una volta fiduciosi ai nostri sguardi. La mostra non è solo un reportage. Grazie all’arte fotografica degli autori, che come scrive il curatore “… è quella particolare virtù epifanica che consiste nel rivelare est-eticamente il senso e i sentimenti celati nei frammenti di realtà” è testimoniata in questo percorso espositivo, che molto a che fare con la verità, come raramente accade. Dopo la cura del volume sul teatro disegnato di Dario Fo, Andrea Balzola, propone una tematica che intreccia l’etica con l’estetica attraverso lo sguardo di questi due giovani promesse della fotografia e come sottolinea Maurizia Allisio, Assessore alla cultura del Comune di Torre Pellice, ci spiazza opponendo sguardi adulti in volti di bambini, e pose adulte in corpi di bambini. Barbara Baiocchi, 1982. Dopo la laurea in Scienze Psicologiche dell’Intervento Clinico, sceglie la Fotografia. Frequenta l’Accademia di Fotografia John Kaverdash, si laurea in Arti Multimediali Interattive presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 2009 al 2011 collabora con l’agenzia fotogiornalistica Prospekt. Jean-Claude Chincheré, 1993. Laureato in Nuove tecnologie per l’arte all’Accademia di Belle Arti di Torino. È selezionato da MAGNUM di Parigi con il fotografo Jeròme Sessini, un Workshop con i video artisti Masbedo presso la scuola Holden di Torino, una Masterclass allo IED di Milano con Luca Bigazzi e un Master al Forte di Bard con il fotografo Jean Gaumy.
Civica Galleria d’arte contemporanea Filippo Scroppo
Via Roberto d’Azeglio, 10 – Torre Pellice (To)
info 0121-932530 galleriascroppo@comunetorrepellice.it – galleriascroppo.org
Orari: martedì, mercoledì, giovedì, domenica 15.30/18.30 – venerdì, sabato 10.30/12.30
Ingresso libero
“IO ESPONGO”, APERTE LE ISCRIZIONI
Sono aperte le iscrizioni a “Io espongo”, concorso per giovani artisti emergenti.
In palio 1.000 €, nelle sezioni Pittura | Scultura | Design | Video | Illustrazione | Performance.
Il concorso è a iscrizione gratuita e senza selezione e si svolge ogni mercoledì a partire dalle ore 19.00 nello spazio espositivo della Conserveria Torino di Piazza Emanuele Filiberto 11a a Torino dove viene inaugurata la mostra della settimana. Ogni artista partecipa con un’unica opera a tema libero. Info: http://associazioneazimut.net/wp/
ALBA, DUE EVENTI PER LA MOSTRA DI CLEMENTE
La mostra personale di Francesco Clemente, organizzata dalla famiglia Ceretto in sinergia con il Comune di Alba, sta riscuotendo un grande successo. “After Omeros”, che espone nel Coro barocco della Maddalena alcuni tra i lavori più recenti dell’artista e mai visti prima in Italia, è stata visitata da oltre 7 mila persone nelle prime due settimane di apertura.
La mostra dura fino al 13 novembre ed è composta da due installazioni e quarantuno acquerelli tutti ispirati al poema epico Omeros che ha valso allo scrittore Derek Walcott il Premio Nobel per la letteratura. Proprio per approfondire il legame tra l’arte di Clemente e il pensiero di Walcott la famiglia Ceretto ha stretto una sinergia con POETICA, festival culturale inserito nel programma della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
E così venerdì 21 ottobre e venerdì 4 novembre alle ore 18,30 due incontri tra musica e teatro con grandi virtuosi del panorama musicale internazionale (il fisarmonicista Massimo Pitzianti, il violoncellista Manuel Zigante e il violinista Giacomo Agazzini) che accompagneranno, attraverso l’immediatezza dell’ascolto, la traduzione dell’opera originale “Omeros” diWalcott a cura di Roberta Castoldi, supportata dal testo critico di Alessandra Morra.