Chieri e i terreni esondabili: stop ai bacini artificiali

L'assessore all'urbanistica e ai lavori pubblici Massimo Ceppi

L’assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici Massimo Ceppi

Niente bacini artificiali: il Piano di assetto idrogeologico di Chieri non prevederà altri interventi forzosi sulle acque, ma solo il rispetto del territorio e dei rischi normali che corre. L’assessore all’urbanistica e lavori pubblici del Comune di Chieri, Massimo Ceppi, ragionando sulla variante strutturale che sarà adottata prossimamente, stoppa con decisione l’ipotesi, prevista in origine, di realizzare, dopo i bacini di laminazione fatti a suo tempo al servizio della nascente area industriale di Fontaneto, gli interventi previsti sulla carta: uno a valle di Fontaneto, dove scorreva un tempo il Tepice, in direzione Cambiano-Santena, e l’altro verso Riva, dove scorre il rio Ravetta, a monte dell’ex statale 10. “I bacini artificiali – dice Ceppi – hanno un costo importante e hanno senso quando si devono difendere dall’acqua delle strutture. A Fontaneto sono stati fatti perché funzionali all’area industriale. Qui stiamo parlando di aree agricole, dove tutto è da programmare: in caso di grandi precipitazioni, i corsi d’acqua, di portata modesta, potranno al massimo allagare qualche campo.” Fare un bacino artificiale è operazione costosa e impegnativa. “Bisogna – dice Ceppi – realizzare dei manufatti di regolazione in cemento armato, tipo quelli fatti per il rio del Vallo, e costruire degli argini. Si devono espropriare le aree in cui le acque vengono spinte, indennizzando i proprietari. Costa molto e in qualche modo si violenta la natura.”