IL CERCALAVORO – “Bussola, Timone e Vela per cercare lavoro” – a cura di Alessia Arba
15^ Puntata. Quali domande a colloquio?. 4^parte
Tra le domande che possono mettere in difficoltà ci sono anche quelle che toccano la retribuzione. E’ importante che sia sempre il selezionatore ad introdurre l’argomento, mai il candidato. Se l’azienda è molto strutturata,può capitare che possano essere fatte anche nel penultimo colloquio.
“Qual è la sua retribuzione?” E’ opportuno conoscerla al netto e al lordo e, in caso, se viene richiesto, avere con se anche l’ultima busta paga.
Più difficile rispondere alla domanda “quale retribuzione richiederebbe per questa posizione?”. Se si conosce la posizione per la quale si sta sostenendo il colloquio e si conoscono le retribuzioni medie si può indicare un intervallo con un a cifra minima ed una massima. Oppure, un’altra risposta, può essere “immagino che abbiate già definito una fascia di possibile retribuzione, tenendo conto di analoghe posizioni nell’azienda”. Se il selezionatore insiste e vuole una cifra precisa, attenzione a non esporsi con una cifra troppo alta o troppo bassa e ribadire l’interesse per la posizione, piuttosto a ‘mo di battuta, la richiesta di un aumento: “un po’ di spiccioli in più fanno sempre comodo!”.
Altre 2 domande che possono mettere in difficoltà sono “sarebbe disponibile ad una riduzione della sua attuale e/o precedente retribuzione?” e “Ci sarebbero dei problemi nel caso in cui la qualifica e l’inquadramento risultassero inferiori a quelli che lei ha?” Anche se, comprensibilmente, si ha bisogno di lavorare, non c’è bisogno di rispondere immediatamente di sì. Alla prima domanda una risposta può essere che si può considerare in un’ottica di contenuti e di crescita professionale e che si vorrebbe maggiori informazioni sul ruolo da ricoprire, oltre che la possibilità di una crescita professionale.
Per valutare una risposta adeguata a questa domanda pensiamo a tutti i fattori in gioco: la distanza dal posto di lavoro ed eventuali costi di trasporto.
Alla seconda, in modo simile alla prima, anche in questo caso esprimiamo la disponibilità ad esaminare la proposta ed a comprenderne i motivi. In alcuni casi, si può evidenziare che il livello di qualifica ed inquadramento da raggiunto è proprio di quella realtà aziendale ma che non è detto che lo sia di altre realtà. Ci sono infatti differenze di qualifiche e di inquadramenti tra grande e medio-piccola azienda ed anche tra società di servizi e realtà industriali.
Un esempio pratico. Alcuni anni fa, in un percorso di ricollocazione professionale, ad un responsabile dei sistemi informatici che chiamerò Claudio, nome di fantasia, venne proposto uno stipendio leggermente più basso e un livello inferiore. Dopo aver valutato insieme una serie di fattori, Claudio decise di accettare. Perché? In primo luogo la società aveva la sede principale a Torino Nord ma il cliente presso il quale avrebbe dovuto lavorare era ubicato a Torino sud… quasi di fronte alla casa di Claudio. L’azienda che l’aveva messo in mobilità si trovava in provincia di Vercelli: andata e ritorno in macchina, orari molto impegnativi, stanchezza e stress. Questa opportunità gli permetteva di tagliare i costi di trasporto e, in generale, una qualità della vita meno stressante. La nuova azienda lo assumeva a tempo determinato di un anno allo scadere del quale, con il passaggio a tempo indeterminato, avrebbe riacquisito il livello perso.
Un consiglio, come nelle puntate precedenti, è quello di provare a rispondere a queste domande. Nella prossima puntata vedremo altre domande un po’ spiazzanti come, ad esempio, “che descrizione darebbe di sé?” o “quali sono i suoi punti di forza? ed i suoi lati negativi?”.
Appuntamento a sabato prossimo!