ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
TORINO- UN GIOVANE LEONE DEL PODIO– Il nome di Konstantin Ljadov, eccellente compositore
che nella sua opera riversò melodie dal sapore pienamente russo, ma pressochè ignoto al pubblico italiano, ricompare per la terza volta nel giro di poche settimane, nella proposta musicale torinese. Un suo brano Otto canti popolari op. 58) apre il quarto concerto della stagione sinfonica della Orchestra Nazionale Rai diretto dal veronese Andrea Battistoni (classe 1987) dal 1° ottobre direttore principale della Tokyo Philharmonic Orchestra, mentre nel 2014-16 ha ricoperto medesimo incarico al Carlo Felice di Genova e al Regio di Parma. Prestigiose scene lo hanno visto protagonista: Deutsche Oper di Berlino (dove dopo l’impegno Rai, dirigerĂ “Aida”), Teatro Marjinskij di San Petroburgo, Semperoper di Dresda, Royal Opera di Stoccolma, nonchè le principali orchestre e teatri italiani. Nel 2012 è il piĂą giovane direttore mai salito sul podio della Scala (“Le nozze di Figaro”), Convinto che l’arte appartenga a tutti e debba rivolgersi alle platee piĂą ampie e trasversali, ha spesso portato la musica in luoghi inconsueti come il Forum Assago a Milano o piazza Castello a Torino davanti a migliaia di persone. Dopo il brano di Ljadov il violinista armeno Sergy Kachatryan, due anni in meno di Battistoni, si prende la scena. Esordisce in pubblico a nove anni e poi prima dei venti, vince gli importanti concorsi “Sibelius” di Helsinki e “Reine Elisabeth” di Bruxelles. Interpreta il Concerto in re minore op. 45 di Sibelius che, a causa di un non immediato successo, obbligò il compositore a snellirlo, rendendo la parte solistica meno complessa. Il consenso della nuova versione aumentò progressivamente fino a quando il grande Jascha Heifetz, negli anni Trenta, ne sanzionò la celebritĂ con l’ingresso a piano titolo nel repertorio. Sibelius si trovò di fronte alla necessitĂ di conciliare due elementi opposti: da un lato la lunga tradizione del concerto romantico, dall’altro il personale stile compositivo in cui si rifletteva la rivendicazione dell’identitĂ nazionale finlandese. Il risultato è un sostanziale equilibrio fra questi due elementi.con un materiale tematico di atmosefra nordica e con una scrittura violinistica di grande impegno la quale stabilisce una intima cordialitĂ stretta con la compagine orchestrale. La Sinfonia n. 2 in re minore op. 17 di Cajkovskij, detta “Piccola Russia” perchè utilizza diversi canti popolari russi. Si apre in un clima cantabile con la perorazione del corno, per chiudersi in marcate sonoritĂ dei fiati, cui segue un Andantino marziale quasi moderato caratterizzato da un tempo di marcia i e spumeggianti melodie intonate dagli archi. Seguono un Allegro molto vivace in forma di Scherzo puntato da brillanti appelli ritmici e un grandioso e fastoso Finale di grande respiro.
Torino, Auditorium “Toscanini” (RAI), p. Rossaro
giovedì 10 e venerdì 11 novembre, ore 20,30
ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE RAI diretta da ANDREA BATTISTONI, solista SERGEY KACHATRYAN (violino)
Musiche di Ljadov, Sibelius, Cajkovskij
TORINO- AMLETO ERA FEMMINA?- Chi è Amleto dietro la maschera? Da che punto di vista ci guarda? E perchè ha una voce femminile? Secondo la lettura che ci offre Monica Luccisano, autrice dei testi e della regia dello spettacolo “La maschera di Amleto”, il principe di Danimarca è in realtĂ una donna che, per ragioni dinastiche, fu vestita da uomo fin dall’infanzia. Base drammaturgica del testo sulla diversitĂ di genere di Amleto è il libro “The Mystery of Hamlet” di Edward Vining apparso a fine Ottocento, secondo cui Amleto era una bambina travestita ed educata da maschio. All’eterno dubbio tra “essere e non essere” s’intrecciano le ambigue dinamiche dei rapporti tra Amleto e la madre Gertrude, l’amico Orazio e l’infelice Ofelia. Per l’autrice dei testi la musica è una costruzione parallela al soggetto e alla parola che consente di narrare una vicenda con un continuo scambio di codici di comunicazione., ma con un medesimo respiro. L’Accademia Strumentale Italiana suona un repertorio di grande fascino come quello rinascimentale dove viole da gamba e percussioni sono i protagonisti. Musiche di Home, Holborne, Dowland, ,Locke, de Saint Colomb , Marais e Anonimi del secolo XVI, naturalmente contemporanei di Shakespeare.
Torino, Teatro Vittoria, v. Gramsci, 4
Lunedì 14 novembre, ore 20.00
OLIVIA MANESCALCHI (attrice)
ACCADEMIA STRUMENTALE ITALIANA: Alberto Rasi, Claudia Pasetto, Leonardi Bartoletto. Roccardo Coelati Rama (viole da gamba), Sbidu (percussioni)Musiche di Home, Holborne, Dowaldn, Locke, de Saint Colomb. Marais e Anonimi sec. XVI
TORINO- CONTINUA L’INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI DI MOZART:- Il Quartetto d’Archi di Cremona, nato nel 2000 e considerato una delle realtĂ cameristiche piĂą interessanti a livello internazionale, prosegue l’integrale dei quartetti mozartiani avviata con successo la scorsa stagione. Il quartetto in mi bemolle maggiore K. 160, scritto a Milano nel corso delle rappresentazioni dell’opera “Lucio Silla” al Teatro Ducale, segna una frattura rispetto alle opere precedenti in quanto si allontana dallo stile italiano. Un rimarchevole controllo caratterizza il Quartetto in cui un l’oscuro Allegro grandioso è collocato tra un pensoso Andante e un bellissimo Rondò. Il Quartetto in la maggiore K. 464, opera di estrema naturalezza , rigorosa nella costruzione che si regge su un infaticabile lavorio tematico. Dopo lo sviluppo dell’Allegro iniziale seguono un Minuetto dalla fitta trama polifonica e un Finale all’insegna del contrappunto.
Torino, Teatro Vittoria, v. Gramsci, 4
Stagione Unione Musicale
Martedì 15 novembre, ore 20.00
QUARTETTO ARCHI DI CREMONA. Cristiano Gualco, Paolo Andreoli (violini), Simone Gramaglia (viola), Giovanni Scaglione (violoncello)Musica di Mozart