Chieri: per il 2017 -2018 aumenterà solo la Tassa Rifiuti
Da circa un mese il Comune di Chieri ha iniziato i lavori per l’aggiornamento del Bilancio preventivo, per il periodo 2017-2018. “Anche per l’anno 2017, come già avvenuto per l’anno in corso – dice l’assessore alle risorse finanziarie Anna Paschero – sono state sospese, per decisioni governative, le variazioni in aumento di tutti i tributi locali, fatta eccezione per la TARI, la cui specificità è data dall’obbligo che il suo gettito complessivo finanzi per intero il costo del servizio di raccolta, smaltimento rifiuti e pulizia e spazzamento delle vie cittadine, gestito dal Consorzio Chierese Servizi.
TARI è l’acronimo di Tassa Rifiuti, la nuova imposta comunale che ha istituito la Legge di stabilità 2014. Essa in pratica prende il posto della vecchia Tares, che fino al 2013 è stata riscossa direttamente dal Consorzio Chierese come tariffa per il servizio di cui fruisce da sempre la comunità chierese. La TARI è al centro dell’attenzione degli uffici tributari comunali, sia perché al suo esordio il Comune ha dovuto acquistare dal Consorzio crediti inevasi (ovvero tariffe non pagate dai cittadini chieresi) per oltre 2,7 milioni di Euro, (di cui ancora 750.000 da pagare al Consorzio) inerenti gli anni dal 2009 al 2012, sia perché essa risulta il tributo meno pagato, in assoluto, dai cittadini. Dalle scritture contabili registrate a fine 2015 emerge infatti un elevato ammontare (4,8 milioni) di fatture non pagate dai cittadini, sia per quanto riguarda la vecchia TARES il cui debito è ora nel bilancio comunale, sia per quanto riguarda il nuovo tributo. Tale importo rappresenta quasi la quota che dovrebbe pervenire annualmente nelle casse del Comune per finanziare il costo del servizio. L’azione condotta finora dagli uffici tributari comunali è stata rivolta ad una necessaria verifica e riordino dell’anagrafe dei contribuenti. Sono stati inviati solleciti ai morosi, ma laddove non sono risultate sufficienti sono in procinto di essere avviate azioni coercitive di recupero del non pagato e di accertamento di situazioni di evasione nel frattempo emerse, con l’applicazione di sanzioni e interessi, oltre al recupero del tributo dovuto e non pagato negli ultimi cinque anni. Ciò si rende necessario per evitare che i cittadini che hanno correttamente adempiuto al loro obbligo fiscale, si vedano penalizzati da quelli che, in modo sistematico, continuano a godere di un servizio senza pagarlo. Oltre alla penalizzazione dovuta alle minori risorse incassate, infatti, il Comune è obbligato per legge ad accantonare una parte consistente del totale non riscosso in un Fondo di bilancio che resta congelato, a garanzia, senza poter essere speso in servizi per la comunità. A seguito della valutazione fatta sugli insoluti esistenti, per il 2017 questo Fondo ammonta a circa 800.000 euro solo per la TARI, ed è destinato a crescere anche in base alle norme che prevedono un aumento della percentuale da accantonare che sarà nel 2019 pari al 100% della media del non riscosso negli ultimi cinque anni. E’ intenzione del Comune affiancare le suddette azioni di recupero a nuovi servizi fiscali dedicati ai cittadini (ci stiamo ancora attrezzando, ma siamo vicini al traguardo) che possano consentire a tutti coloro che utilizzano dispositivi elettronici (PC, tablet, etc.) di accedere ad una sorta di “cassetto fiscale del contribuente”, dove trovare tutto ciò che serve per verificare la propria situazione e i relativi documenti, anche di pagamento. In questo modo si intende sgravare in parte il lavoro degli uffici che si dedicano al ricevimento del pubblico, ma anche permettere ai contribuenti di avere maggiore consapevolezza della propria situazione e dello stato di assolvimento dei propri obblighi tributari. “Pagare tutti per pagare di meno” è lo slogan coniato dalla sottoscritta vent’anni fa, che conserva ancora oggi (purtroppo) la sua attualità. Mi auguro e sono convinta di poter davvero migliorare la situazione che ho appena descritto, soprattutto con l’aiuto di tutta la comunità, resa sempre più consapevole dei danni che i comportamenti elusivi producono nella nostra città, e non solo. Si pensi solo che a livello nazionale l’evasione fiscale ammonta a 109 miliardi annui, cifra che potrebbe essere impiegata in politiche di sviluppo e di crescita tali da far cambiare “verso” al nostro Paese.”